Antonella Litta è referente per Viterbo dell’Associazione italiana medici per l’ambiente e coautrice dello studio del 6 novembre «L’arsenico nelle acque destinate al consumo umano dell’Alto Lazio».
Dottoressa quali sono i rischi per la salute?
Molto gravi. È un cancerogeno di classe 1 che supera la barriera placentare. Sono dimostrate problematiche
fetali e nelle persone adulte. L’obiettivo dell’Ue è infatti di raggiungere zero arsenico.
Come?
Siamo un Paese esportatore di tecnologie per dearsenificare l’acqua. Basterebbe intervenire.
È un problema diffuso?
Dalla Campania al Lazio, dall’Umbria al Trentino.
La provenienza?
É dato dalla conformazione geologica vulcanica ma anche dai combustibili fossili bruciati, dai fitofarmaci,
dagli smaltimenti illeciti di rifiuti.
(da Terra, 18 novembre 2010. Intervista di Rossella Anitori)
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