mercoledì 26 novembre 2008

Bolletta Acea, chiesto un aumento del 6%. Appello ai sindaci e ai consigli comunali per bloccare il caro acqua

Crisi idrica, acqua all'arsenico, fognature fatiscenti. Al vero sfacelo nella gestione del sistema idrico integrato nella provincia di Roma, l'Ato 2 e Acea rispondono chiedendo ai sindaci di aumentare la bolletta. Non importa se siamo alle soglie della peggiore crisi finanziaria dal dopoguerra ad oggi; non importa se la salute dei cittadini viene messa a rischio con acqua contaminata da arsenico ed altri metalli. Al gestore privato interessa solo fatturato, tariffa e profitti da mettere a bilancio. Questo è il risultato della privatizzazione della nostra acqua.

Il cinque dicembre prossimo si terrà la Conferenza dei sindaci dell'Ato 2, l'ambito idrico della provincia di Roma gestito dalla multinazionale Acea. Non si parlerà dei problemi veri della gestione idrica, non saranno discussi gli interventi urgenti per rifare gli acquedotti e per abbandonare i pozzi – spesso privati – che mettono a rischio le falde ed emungono acqua all'arsenico. Le richieste che i cittadini in questi mesi hanno inviato all'Ato, alla segreteria tecnica operativa (l'organo che dovrebbe, almeno in teoria, controllare il gestore), ad Acea e alla Regione non saranno neanche prese in considerazione. Nulla verrà detto delle tante violazioni della Carta dei servizi da parte di Acea.

Si parlerà invece di tariffa, proponendo un aumento del 6,09 % (4,59% di aumento, più l'1,5% per compensare i mancati introiti decisi da una sentenza della corte costituzionale, che ha stabilito che non sarà possibile far pagare la depurazione se questa non viene fornita). I sindaci dovranno quindi discutere ed approvare un aumento che riteniamo profondamente ingiusto.

Ma c'è di più.

La documentazione relativa a quanto verrà discusso il cinque dicembre è stata inviata ai sindaci pochi giorni prima della Conferenza, impendendo così di discutere in consiglio comunale le decisioni che dovranno essere prese. La democrazia degli enti locali, il potere dei nostri rappresentanti è di fatto subordinato al potere di decisione delle società per azioni. La democrazia si è liquefatta. Noi cittadini abbiamo votato i consiglieri comunali e non i consiglieri di amministrazione di Acea: vogliamo quindi che siano i consigli comunali a decidere sulle tariffe dei servizi pubblici locali.

La conferenza dei sindaci sarà poi chiamata a decidere su l'aumento dell'1,5% della tariffa per compensare – come già detto – i mancati introiti del servizio di depurazione. La corte costituzionale ha infatti recentemente deciso che è illegittimo chiedere una tariffa per un servizio di depurazione se tale servizio non è fornito. Sembra una norma di buon senso, ma la legge Galli – che concepì l'attuale sistema di gestione dell'acqua – prevedeva che il servizio di depurazione dovesse essere pagato comunque. Ora di fronte ad una sentenza importantissima, che stabilisce un principio di giustizia, la segreteria tecnica operativa dell'Ato 2 propone di compensare il mancato – perché illegittimo – guadagno del gestore privato con un aumento tariffario. Non solo. I soldi fino ad oggi pagati dai cittadini per la depurazione dovevano essere versati in un fondo separato: ora l'Ato 2 è costretto ad ammettere che questo fondo non è stato mai istituito. Cosa accadrà quando i cittadini chiederanno indietro i soldi per un servizio mai fornito? Perché il fondo non è stato mai istituito?

La gestione privata che sottrae ai comuni l'acqua non ha comportato il miglioramento del servizio idrico. I problemi che avevamo prima continuano anche adesso, con in più una tariffa che viene aumentata senza nessuna discussione nei consigli comunali, con i sindaci che possono esprimere solo un parere.

Chiediamo a tutti i cittadini dei Castelli romani di avviare la più ampia mobilitazione.
Chiediamo ai sindaci di non approvare gli aumenti delle tariffe.
Chiediamo ai consigli comunali di votare delibere d'indirizzo per bloccare gli aumenti.
Noi non finanzieremo mai la speculazione sull'acqua e sui beni comuni.


COMITATO ACQUA PUBBLICA VELLETRI

Il comitato si riunisce ogni mercoledì alle ore 17.30 presso il dopolavoro ferroviario di Velletri