venerdì 5 novembre 2010

Da 11 mesi mancano le deroghe per l'arsenico e fluoro per Velletri e Castelli romani

Estratto del dossier "Il libro nero delle acque. Il caso Velletri"

Le deroghe

Nel maggio del 2008, come già accennato, Acea Ato 2 ha presentato una richiesta di deroga ai parametri di legge per Arsenico, Vanadio e Fluoro (per Velletri).

Fino a quel momento – dal 14 novembre 2006 al maggio 2008 – l'acqua era stata distribuita utilizzando una ordinanza del sindaco di Velletri (giunta Cesaroni) del 2006. Non si trattava di una deroga: nessuna autorizzazione in tal senso era stata emessa dal ministero della salute e dalla Regione Lazio, come prevede la legge (Dlgs. 31/2001).

La prima ed unica deroga concessa per il Comune di Velletri è stata decretata il 21 aprile del 2009, con il decreto del presidente della Regione Lazio numero 263. In sostanza dal 14 novembre 2006 fino al 21 aprile 2009 l'acqua è stata erogata con parametri fuori dai limiti di legge senza nessuna deroga.

La deroga si basa sul concetto di VMA, ovvero valore massimo ammissibile. E' un concetto un po' curioso inserito all’interno del Dlgs 31/2001, per permettere gli sforamenti dei limiti di legge. Tale valore ha un senso se limitato nel tempo: ebbene, la presenza di Arsenico nell'acqua di Velletri è dimostrata da almeno cinque anni; molto più probabilmente il periodo di esposizione della popolazione a questo metallo pesante – considerato cancerogeno – è decisamente superiore.

Attualmente non esiste una deroga su questi parametri, poiché sulla richiesta della Regione Lazio si deve pronunciare la Commissione europea. La scadenza dell'ultima – e unica – deroga è stata spostata sine die da un decreto del Presidente della Regione Lazio il 30 dicembre 2009. La legge 31/2001 non prevede lo slittamento della scadenza delle deroghe.

Sull’intera procedura utilizzata dalla Regione Lazio e dal Ministero della Salute – con l’avvallo dei sindaci dei Castelli romani, compreso quello di Velletri – vi sono molti dubbi, tanto da far ipotizzare una illegittimità della attuale situazione:

- il 25 giugno 2009 Acea Ato 2 richiede alla Regione Lazio una ulteriore deroga

- il 13 novembre 2009 il Ministero della Salute invia la richiesta di parere alla Commissione europea; tale parere è obbligatorio e deve essere rilasciato entro 90 giorni; ad oggi non vi è informazione di tale parere, facendo ipotizzare una valutazione negativa;

- il 29 dicembre 2009 si è tenuta in prefettura di Roma una riunione tra Ministero della Salute, Regione Lazio, Acea Ato 2, Sto Ato 2 e i comuni; il comune di Velletri era rappresentato dall’assessore Pocci, che non è intervenuto (almeno secondo quanto riportato dal verbale della riunione);

- in questa riunione è stato proposto dal Ministero della salute l’emissione di una proroga dei termini di scadenza della deroga, per il breve periodo necessario all’ottenimento del parere della Commissione europea; tale termine scadeva il 13 febbraio 2010;

- la legge 31/2001 e la direttiva UE del 1998 sulla qualità dell’acqua non prevedono la procedura attuata dal ministero della salute e decretata, il 30 dicembre 2009, dalla presidenza della Regione Lazio, su proposta dell’assessorato all’ambiente;

- il 23 aprile 2010 il presidente della Regione Lazio è emanato un decreto di deroga per il solo parametro del Vanadio – nella zona dei Castelli romani, comuni di Albano, Ardea. Ariccia, Genzano, Lanuvio, Velletri, Ciampino e Aprilia – dove non vi è traccia di deroghe per Arsenico e Fluoro;

- il decreto del 23 aprile 2010 deriva dal decreto del 20 marzo emesso dal Ministero dell’Ambiente, che autorizza esclusivamente la deroga per il Vanadio (e clorito e trialometani in altre zone del Lazio); in questo decreto era previsto:

“La regione deve provvedere ad informare la popolazione interessata in attuazione del disposto di cui al decreto legislativo 2 febbraio 2001, n. 31, art. 13, comma 11, relativamente alle elevate concentrazioni dei predetti valori nell'acqua erogata quale che ne sia l'utilizzo, compreso quello per la produzione, preparazione o trattamento degli alimenti e deve fornire consigli a gruppi specifici di popolazione per i quali potrebbe sussistere un rischio particolare”.

Nessuna informazione è stata inviata alla popolazione di Velletri su questa deroga: forse non si vuol far sapere che non è stata concessa la deroga per l’Arsenico?


La mancata informazione

Quello della corretta informazione per i cittadini è forse il nodo centrale della questione della qualità dell’acqua. La legge che regolamenta il servizio idrico integrato in questo senso è chiara: i cittadini hanno il diritto di sapere che acqua stanno bevendo.
Nel febbraio del 2009 – su sollecitazione del comitato acqua pubblica – il consiglio comunale di Velletri ha chiesto alla giunta la pubblicazione dei dati sulla qualità dell’acqua. Solo nel giugno del 2010 l’amministrazione comunale ha provveduto ad inserire sul sito istituzionale le tabelle elaborate da Acea con i dati aggregati per il 2009 e quelli parziali del 2010 (fino al mese di aprile). Poi il nulla. E’ terminato il problema dell’arsenico? No, evidentemente. Semplicemente Acea e il Comune ritengono che i cittadini non devono essere informati.
Non è solo Acea ad effettuare le analisi, ovviamente. L’Arpa Lazio – su richiesta della Asl – può, e deve, analizzare le acque, per verificare se sono conformi ai parametri di legge. Più volte il comitato acqua pubblica ha chiesto copia di tutti i rapporti dell’Arpa alla Asl Rm H, vedendosi negare l’accesso con motivazioni sostanzialmente burocratiche (ad esempio non avere seguito un regolamento mai pubblicato sul sito dell Asl).
Acea Ato 2 e la Sto, infine, non hanno mai pubblicato sui siti le analisi dell’acqua, come avviene in altri ambiti idrici nel Lazio e in Italia. Al cittadino non far sapere l’acqua che beve…

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