venerdì 16 dicembre 2011

Assemblea cittadina: RIDUCIAMO LA BOLLETTA e L'ACQUA NON SI STACCA





Assemblea pubblica: invitiamo tutta la cittadinanza di Velletri a partecipare:

giovedì 29 dicembre 2011

Ora: 16.00 fino a 19.30

Dove: Via Lata, 50 (assoc. Velletri 5 Stelle), Velletri

E' importante la partecipazione di tutti!

Difendiamo la nostra acqua, difendiamo i beni comuni, ricostruendo la democrazia cittadina.

email: acquapubblicavelletri@gmail.com

http://comitatoacquavelletri.blogspot.com/

martedì 13 dicembre 2011

Comunicato stampa: Staccare l'acqua è giusto per Acea e per la giunta di Velletri

La giunta di Velletri ha oggi respinto il progetto di delibera presentata dall’assessore ai beni comuni Sergio Andreozzi - che ha accolto, da parte sua, la proposta del Comitato acqua pubblica - per il blocco dei distacchi dell’acqua da parte di Acea.
Il Comitato aveva chiesto all’amministrazione guidata da Fausto Servadio (Pd) di accogliere le indicazioni dell’organizzazione mondiale della sanità, che prevedono l’erogazione minima di almeno 50 litri di acqua al giorno a persona. La delibera presentata da Andreozzi chiedeva ad Acea di rispettare tale indicazione, evitando il distacco totale dell’acqua potabile, anche in caso di morosità. Si trattava di applicare un principio di civiltà giuridica e sociale, particolarmente importante in una situazione di crisi economica così grave. 
Vogliamo ricordare che la giunta guidata da Luigi De Magistris, su proposta dell’assessore ai beni comuni Alberto Lucarelli, lo scorso novembre ha introdotto il principio della gratuità dei primi 50 litri di acqua al giorno per persona nel comune di Napoli. Una scelta che evidentemente l’amministrazione guidata da Fausto Servadio non ha voluto accogliere per la città di Velletri, schierandosi dalla parte del gestore privato dell’acqua, che ha come unica missione la realizzazione del massimo profitto. Un gestore che ha erogato per anni nella nostra città acqua contaminata da arsenico, con un sistema di depurazione non in grado di coprire l’intero territorio e un servizio di acqua potabile erogato senza rispettare i parametri di qualità previsti dagli accordi contrattuali.
La delibera, tra l’altro, non prevedeva la gratuità del flusso minimo di acqua, ma solo la garanzia dell’erogazione. In sostanza Acea Ato 2 invece di tagliare completamente l’acqua - come sta già facendo da diversi mesi a Velletri - in caso di morosità avrebbe dovuto installare dei riduttori, garantendo in ogni caso un minimo di fornitura. Una modalità di intervento già prevista, ad esempio, nell’Ato 4, in provincia di Latina, e che, in ogni caso, non avrebbe comportato nessun costo aggiuntivo per l’amministrazione comunale o per il gestore Acea Ato 2 Spa.
Vogliamo ricordare che la sospensione completa dell’acqua potabile, oltre a creare notevoli disagi alle famiglie, pone a serio rischio la situazione sanitaria nella città. Non poter utilizzare i servizi igienici, non potersi lavare, non poter cucinare sono condizioni insopportabili per chiunque.
Vogliamo poi ricordare che la tariffa applicata dal 21 luglio 2011 è illegale. Acea non ha infatti ancora accolto il risultato del referendum del 12 e 13 giugno (proclamato ufficialmente con decreto del presidente Napolitano il 20 luglio scorso), che ha abrogato la remunerazione del capitale investito. Il voto degli italiani (che a Velletri ha visto il consenso della maggioranza assoluta della popolazione) avrebbe dovuto comportare, nel caso di Acea Ato 2, una riduzione del 17,5% della bolletta.
Il Comitato acqua pubblica di Velletri giudica estremamente grave la decisione della giunta di Velletri. Proseguiremo nella lotta per la difesa della popolazione, soprattutto di quelle famiglie che oggi vivono le forti difficoltà dovute alla crisi economica. Siamo dalla parte dei pensionati, delle giovani famiglie monoreddito, dei precari, dei lavoratori che non vengono pagati e di tutti quei cittadini che stanno rischiando oggi di rimanere senza acqua in casa.
Ci appelliamo ora ai singoli consiglieri comunali, chiedendo che la delibera respinta dalla giunta sia riproposta in consiglio comunale. Siamo infatti sicuri che alla fine la volontà di difendere la popolazione dai soprusi di Acea prevarrà, al di là delle decisioni prese all’interno delle segreterie di partito. In questo senso il Comitato acqua pubblica è sempre disponibile al confronto con tutte le forze, per poter promuovere all’interno del consiglio comunale tutte le iniziative necessarie per la difesa dei beni comuni.

Per poter decidere insieme le prossime iniziative invitiamo tutta la popolazione a partecipare alla prossima assemblea cittadina, prevista per giovedì 29 dicembre, alle ore 16, presso la sala dell’associazione “Velletri 5 stelle”, in via Lata 50. Sarà importante la partecipazione di tutti, per rispondere con forza all’inerzia colpevole mostrata delle forze politiche della città. 

Difendiamo la nostra acqua, difendiamo i beni comuni, ricostruendo la democrazia cittadina.

mercoledì 7 settembre 2011

Attacco al referendum sull'acqua: chiediamo al sindaco e al Consiglio comunale veliterno di interpellare il presidente Zingaretti

Quanto oggi pubblicato su ilfattoquotidiano.it è di una gravità inaudita. La solita cricca sta provando a scippare il voto degli italiani. Quanto viene riferito sui colloqui con Caltagirone, principale socio privato di Acea, è vergognoso. Chiediamo al sindaco Servadio e al Consiglio comunale veliterno  di interpellare formalmente il presidente Zingaretti e la Conferenza dei sindaci sul passaggio "trasformiamo l’attuale concessione di gestione in una concessione di gestione e costruzione". Quali sono le manovre in atto? I comitati dei cittadini vigileranno su quanto sta accadendo, non permettendo che il voto di giugno venga svenduto.
Nell'articolo pubblicato oggi su il fatto quotidiano online sono riportate parte delle intercettazioni tra Valter Lavitola - il direttore dell'Avanti accusato di estorsione nei confronti di Silvio Berlusconi - e l'ingegnere Roberto Guercio. Ecco una parte dell'articolo:

C’è un ultimo passaggio chiave nel piano di Guercio, che viene riferito a Lavitola: va cambiata la concessione che oggi regola il rapporto tra Acea e i comuni della provincia di Roma. Un’operazione che richiede l’intervento politico della Regione Lazio, che entro la fine dell’anno deve ridisegnare il funzionamento dell’Autorità d’Ambito, ovvero la parte pubblica del sistema di gestione idrica. E anche su questo punto Guercio ha la sua road map per il dopo referendum: “Dato che lei (Renata Polverini, ndr), comunque pensa di rifare un partito con Alemanno – si legge nelle intercettazioni riportate nell’ordinanza del Gip di Napoli – e comunque con Caltagirone si vede una volta al giorno, questa operazione sul Lazio la può fare solo lui. Cioè lui gli dice: Renata preparami la legge regionale entro l’anno in cui mi dai la concessione di gestione e costruzione e concessione del Peschiera (principale acquedotto che fornisce la capitale, ndr) e noi gliela facciamo tecnicamente. Poi la partita gliela teniamo sempre per le palle… no?”. Dal contesto delle telefonate appare chiaro che il “lui” citato è il costruttore romano Caltagirone, alleato di ferro di Casini e del sindaco Alemanno.

Riteniamo a questo punto che il presidente dell'AATO Nicola Zingaretti e tutti i sindaci dell'Ato 2 spieghino immediatamente se il progetto discusso tra Guercio e Caltagirone sia mai stato discusso, anche informalmente. Chiediamo inoltre che il presidente Renata Polverini spieghi chi si sta occupando della nuova legge regionale, chi sono i tecnici coinvolti, quali audizioni sono state realizzate.

lunedì 29 agosto 2011

COMUNICATO STAMPA: Acqua, arriva la tariffa sociale. Ecco come fare per presentare la domanda


Acqua, arriva la tariffa sociale. Ecco come fare per presentare la domanda
Il Comitato acqua pubblica di Velletri aveva chiesto l’applicazione della tariffa sociale per il servizio idrico a favore delle famiglie di basso reddito fin dal 2008. Ci sono voluti tre anni, centinaia di contestazioni, diverse lettere di messa in mora e un movimento che oggi si è allargato ai Castelli romani per convincere l’Ato 2 ad approvare una riduzione tariffaria per chi riceve bassi salari. Eppure la tariffa sociale era già prevista dalla legge Galli del 1994, e mai applicata, fino al 2011, nella provincia di Roma.
L’assemblea dei Sindaci del 2010 ha finalmente approvato questo passaggio importante, anche se con un regolamento farraginoso e complicato. Per questo il Comitato acqua pubblica di Velletri si mette a disposizione – gratuitamente, come abbiamo sempre fatto – di tutti i cittadini per richiedere lo sgravio, pari a circa 30 euro a persona l’anno.
 
E’ obbligatorio presentare la domanda per il 2011 entro il 30 settembre prossimo.
 
Ha diritto alla tariffa sociale per l’acqua chi:
  • ha un ISEE familiare con un reddito inferiore a 11.160 euro (cifra che sale a 13.920 per i nuclei con almeno 5 persone o per le famiglie con un familiare che necessita per motivi medici di alte quantità d’acqua)
  • non possiede una casa lussuosa (casa signorile, villino, villa, castelli o palazzi di pregio artistico)
  • è residente nell’indirizzo d’intestazione della fattura Acea
Tutte le famiglie che hanno bisogno di assistenza per preparare la documentazione da inviare ad Acea chiedendo l’applicazione della tariffa sociale per il 2011 possono rivolgersi allo sportello del Comitato acqua pubblica di Velletri, ogni mercoledì, dalle ore 17 alle ore 19, presso il dopo lavoro ferroviario.
 
Per velocizzare la pratica occorre portare con se:
  • dichiarazione ISEE dell’intestatario della bolletta
  • certificato di residenza in carta semplice (specificare all’anagrafe che si tratta di un certificato richiesto da Acea, concessionario pubblico, per l’applicazione della tariffa sociale)
  • fotocopia documento d’identità dell’intestatario della bolletta

sabato 27 agosto 2011

Lettera aperta del Forum dei Movimenti per l’Acqua al Presidente della Repubblica e forze politiche


MANOVRA ECONOMICA E PRIVATIZZAZIONE DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI:
LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA E A TUTTE LE FORZE POLITICHE

Il 12 e 13 giugno il voto referendario di ben 28 milioni di cittadine e cittadini italiani di ogni espressione politica ha chiaramente indicato la voglia di partecipazione attiva alle decisioni importanti per il Paese: servizi pubblici locali, beni comuni, energia, giustizia.

Chiara è stata la risposta dei cittadini: NO alla privatizzazione dei servizi pubblici locali d’interesse generale, a partire dalla gestione dell’acqua ma non solo, NO ai profitti del mercato sui beni comuni essenziali.

Le persone hanno chiaramente indicato alla rappresentanza politica una nuova stagione che metta al centro l’essere umano e i beni comuni e non le agenzie di rating e la speculazione finanziaria.

Purtroppo il governo non solo non ha ancora attuato le indicazioni referendarie retrocedendo sulle privatizzazioni già attuate e abolendo i profitti sull’acqua ma, con la manovra economica in fase di discussione parlamentare e già approvata con Decreto Legge n. 138 del 13 agosto scorso, ha riproposto (negli articoli raggruppati sotto il Titolo II) in altra forma la sostanza delle norme abrogate con volontà popolare.

Infatti, l’articolo 4 ripresenta il vecchio Decreto Ronchi e persino nuove date di scadenza per le prossime privatizzazioni dei servizi pubblici locali. Addirittura l’articolo 5 arriva a dare un premio in denaro agli enti locali pur di convincerli a lasciare al mercato delle privatizzazioni i propri servizi essenziali per le comunità. Un premio che dovrebbe servire per fantomatici investimenti infrastrutturali quando invece ai Comuni vengono sottratti trasferimenti essenziali per le loro funzioni.

Tutto ciò – oltre a non rispettare la volontà di partecipazione e le decisioni che i cittadini impongono ai rappresentanti politici – è una chiara violazione della Costituzione poiché il popolo italiano si è pronunciato con referendum contro l’affidamento al mercato di tutti i servizi pubblici locali previsti dal Decreto Ronchi, e tale decisione è vincolante per almeno cinque anni (come affermato dalla giurisprudenza costante della Corte Costituzionale).
Purtroppo ciò sta avvenendo in un colpevole silenzio politico generalizzato che non rispetta il voto dei cittadini (di qualsiasi colore politico).

Ci rivolgiamo a tutte le forze politiche affinché non deformino l’esito referendario e rispettino l’indirizzo chiaro della volontà popolare.

Ci rivolgiamo al Presidente della Repubblica affinché, in aderenza al Suo ruolo di garante della Costituzione, non permetta che siano riproposte leggi che violano l’esito dei referendum popolari.

FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER L’ACQUA

mercoledì 6 luglio 2011

CASSAZIONE: I GESTORI IDRICI NON POSSONO FARE ISCRIZIONE A RUOLO SULLA BASE DELLE SEMPLICI FATTURE

Comunicato stampa comitato acqua pubblica di Aprilia

ACQUAPRILIA: UN’ALTRA IMPORTANTE VITTORIA PER TUTTI

CASSAZIONE: I GESTORI IDRICI NON POSSONO FARE ISCRIZIONE A RUOLO SULLA BASE DELLE SEMPLICI FATTURE, MA DEVONO PRIMA PASSARE PER IL GIUDICE TERZO - NULLE LE CARTELLE ESATTORIALI.
La Corte di CASSAZIONE (Rg 20057/09 Ordinanza collegiale del 4/7/2011) ha giudicato MANIFESTAMENTE INFONDATE la tesi di Aqualatina SPA che ha ritenuto di poter iscrivere a ruolo decine di migliaia di fatture e far procedere EQUITALIA GERIT con l’emissione di altrettante cartelle esattoriali nei confronti dei cittadini di Aprilia e di tutto l’ambito idrico[1].
La Società con arroganza e pervicacia ho continuato per anni con tale procedura illegittima e manifestamente infondata, nonostante miglia di sentenze del tribunale di Latina continuassero ad annullare le cartelle esattoriali condannando la società alle spese di giudizio.
Nonostante già nel febbraio 2009 il Giudice Di Pace di Terracina- dott.Eugenio FEDELE avesse denunciato alla Procura di Latina tale abuso perpetrato dai vertici della Società.
Abuso denunciato anche dal nostro Comitato civico per ben 3 volte nel 2009.
Ancora una volta le loro azioni vessatorie hanno attenuto l’effetto boomerang che meritavano.
Adesso la EQUITALIA GERIT annulli tutte le cartelle esattoriali emesse e sospenda ogni procedura vessatoria.
Sappiamo che anche questa volta però la Società non vorrà accettare il verdetto e continuerà con i distacchi selvaggi, tagliando lucchetti a protezione dei contatori e violando la proprietà privata. Proveranno come sempre a farci sentire con l’acqua alla gola.
Ma noi continueremo la nostra “resistenza civica a mani nude” e saremo da esempio per tutti, forti dei 27 milioni di cittadini che votando i referendum sull’acqua hanno detto NO alla gestione privata dell’acqua ”tipo acqualatina”.
Oggi una popolazione fiera ha saputo resistere con tanto impegno e sacrifici e rinunce personali e collettivi. Un grazie affettuoso quindi a tutti i concittadini che pur in mille difficoltà economiche hanno trovato la forza e la fiducia di continuare ad opporsi nei tribunali alle arroganze ed alle illegalità del gestore. GRAZIE!
Mille grazie ancora una volta ai legali Avv.ti Carlo BASSOLI e Lucio FALCONE che ci hanno assistito in cassazione e che insieme all’Avv.to Oriana MARTELLUCCI continuano a seguirci ed assisterci da anni.
Per contro nutriamo ancor sdegno verso l’acquapoliticapontina che ha cercato di tutelare il gestore anche per l’emissione delle migliaia di cartelle illegittime inviate ai cittadini.
Amministratori e politici che da anni hanno assunto l’atteggiamento delle tre scimmiette “non vedo, non sento, non parlo” e sono sordi alle ragioni dei comitati civici che ancora una volta e soprattutto con la vittoria referendaria hanno saputo interpretare le giuste ragioni della cittadinanzattiva.
Non possiamo poi che chiedere le dimissioni in blocco dell’OTUC (organismo tutela consumatori) visto che non ha saputo difendere i cittadini sull’arsenico, sui distacchi selvaggi e tanto meno sulle vessatorie cartelle esattoriali. Dovrebbero essere i primi tutori a difesa dell’arroganza del gestore ed invece legittimano i suoi comportamenti arroganti e vessatori.
Tutti i responsabili di cariche pubbliche e private che agiscono nella Società e nella Conferenza dei Sindaci che hanno permesso al gestore di perpetrare per anni questo comportamento con cartelle esattoriali manifestamente illegittime devono chiedere scusa ai cittadini e si devono dimettere!
Anche perché la Società con il suo comportamento manifestamente infondato sul piano giuridico ha fatto si che si instaurassero migliaia e migliaia di ricorsi nei tribunali, ingolfando la macchina della giustizia e determinando condanne alle spese a carico del gestore che ormai superano il milione di euro che. Spese che Acqualatina tarda a saldare ai ricorrenti vincitori.
Più di 1 milione di euro che la Società cercherà di recuperare sulle bollette dei cittadini, costi impropri che invece dovranno essere imputati agli amministratori che hanno creato questo danno societario.
Ormai ne il senatore Claudio FAZZONE, ex presidente di Acqualatina, ne l’attuale (… ossia il suo legale) Avv.to Giuseppe ADDESSI potranno più scrivere nel bilancio che “non vi sono concentrazioni significative di rischio di credito con l’affidamento del servizio di recupero dei crediti tramite riscossione coattiva operata da Equitalia Gerit”.
L’abuso è finito … vi aspettiamo al prossimo !!!
Comitato cittadino acqua pubblica di Aprilia
[1] non e’ possibile iscrivere a ruolo e quindi emettere cartelle esattoriali per crediti di natura privatistica (contratto per il servizio idrico) sulla base della semplice fattura. il gestore si deve prima dotare di un titolo esecutivo valido ed efficace (pronunciamento del giudice terzo sul credito vantato)
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Sentenza su CASSAZIONE.NET

lunedì 27 giugno 2011

La risposta di Acea ai referendum: tagliare l’acqua a chi non può pagare

La vera faccia della gestione privata dell’acqua la stanno conoscendo
bene i cittadini di Velletri in questi caldi giorni di estate. Forse
scontenta del risultato del voto referendario, Acea Ato 2 Spa sta
mandando i tecnici a tagliare l’acqua alle famiglie in difficoltà
economica, che non sono in grado di saldare le bollette. Non guarda in
faccia a nessuno, Acea. Francesco C., quarant’anni, accudisce la madre
con una invalidità permanente. Vivono insieme in una casa popolare da
50 metri quadri e per loro l’acqua è vitale. La madre di Francesco
deve essere lavata più volte al giorno e non può rimanere con i
rubinetti a secco neanche poche ore. Nonostante questo, Acea ha
sigillato il contatore di questa famiglia di Velletri la scorsa
settimana.
Francesco C. aveva ricevuto una fattura da 1200 euro, dopo tre anni di
silenzio da parte del gestore idrico della provincia di Roma. Dal 2007
Acea ha emesso solo quest’unica fattura cumulativa, con una cifra
improponibile per una famiglia a basso reddito. Eppure il disciplinare
tecnico allegato alla convenzione di gestione obbliga Acea ad inviare
fatture almeno ogni sei mesi, a tutela delle persone più disagiate.
Nonostante questa palese violazione delle norme contrattuali, la
multinazionale romana ha sigillato il contatore, bollando come moroso
Francesco.
Questo caso non è isolato. Sono centinaia le famiglie di Velletri e
dei Castelli Romani che si trovano nell’impossibilità di pagare la
fornitura dell’acqua potabile, e che ora rischiano di vedersi
sigillare il contatore.
L’organizzazione mondiale della sanità ha stabilito già da anni che
tutte le persone hanno diritto ad almeno 50 litri di acqua al giorno,
soglia minima vitale. Il distacco dell’utenza idrica – quando i
cittadini si trovano in una situazione di difficoltà economica – è
un’evidente violazione di questo principio. Il tribunale di Latina già
diversi anni fa aveva stabilito che la clausola contrattuale relativa
alla sospensione della fornitura per morosità è vessatoria. In quel
caso l’ordinanza del giudice si riferiva ad Acqualatina, ma è chiaro
che questo principio debba valere per tutti i cittadini, tanto che è
stato richiamato dall’ufficio del garante regionale delle risorse
idriche della regione Lazio in una comunicazione inviata ad Acea lo
scorso anno. E di certo la situazione di queste famiglie non mette a
rischio l’equilibrio economico finanziario del gestore, visto che Acea
ha avuto un utile nel 2010 di 58,8 milioni di euro.
L’arroganza di Acea va fermata: nessuno può vivere senza acqua potabile.
Chiediamo quindi che il presidente dell’Autorità d’Ambito Nicola
Zingaretti si attivi immediatamente chiedendo la sospensione dei
distacchi nella provincia di Roma. Serve anche un atto di
responsabilità da parte dei sindaci, che – soprattutto dopo i 27
milioni di Si all’acqua pubblica – devono decidere da che parte stare.
Il sindaco di Velletri si limita a chiamare il gestore caso per caso
cercando di elemosinare piani di pagamento insostenibili. Eppure il
consiglio comunale aveva votato un anno fa una mozione d’indirizzo –
promossa dal Comitato acqua pubblica - che obbligava la giunta a
chiedere la revisione del regolamento di utenza, vincolando
l’eventuale distacco per morosità ad una decisione di una parte terza
(ad esempio il giudice di pace). Nonostante questo l’amministrazione
comunale di Velletri non ha mai chiesto che questo tema fosse discusso
in Assemblea dei Sindaci.

Forum italiano dei movimenti per l’acqua
Comitato romano acqua pubblica
Comitato acqua pubblica Velletri

giovedì 23 giugno 2011

ACEA, LIQUAMI E RIFIUTI NEL TEVERE: SEQUESTRATO DEPURATORE ROMA NORD


(OMNIROMA) Roma, 23 GIU - Il personale del Comando Provinciale di Roma del Corpo forestale dello Stato nei giorni scorsi ha posto sotto sequestro il depuratore ACEA ATO 2 di Roma Nord, dando esecuzione ad un decreto emesso dal GIP del Tribunale di Roma. Il provvedimento cautelare è l'ultimo atto di un'attività di indagine condotta dagli uomini della Forestale che ha permesso di accertare ripetuti malfunzionamenti nell'impianto gestito dalla società ACEA ATO 2.

L'impianto risultava autorizzato alla raccolta di liquami provenienti dalla rete fognaria del bacino di Roma Nord ed al trattamento dei fanghi non palabili - cioè liquidi - e di altre tipologie di rifiuti provenienti dai depuratori dei comuni appartenenti alle province di Roma e di Rieti che rientrano nell'Ambito Territoriale Ottimale (ATO) 2.

Le indagini della Forestale hanno invece consentito di documentare lo sversamento nel fiume Tevere di acque reflue non correttamente depurate, in quanto addizionate di fanghi non sottoposti ai previsti trattamenti.
Le conclusioni dell'attività investigativa del Corpo forestale sono state puntualmente confermate dalla consulenza tecnica successivamente disposta dal Pubblico Ministero titolare delle indagini.

In pratica è stato possibile accertare che parte dei liquami e dei rifiuti convogliavano direttamente allo scarico nel Tevere dopo il solo processo di sedimentazione primaria e quindi prescindendo dall'effettuazione di tutte le altre fasi di depurazione. I fanghi conferiti su gomma - da considerarsi rifiuti ai sensi della vigente normativa di settore - venivano infatti miscelati con i liquami urbani senza essere sottoposti a tutti i trattamenti previsti.
In sintesi, il quadro che emerge dalla relazione degli esperti nominati dal Pubblico Ministero è che con le modalità di gestione attuate per una parte dei rifiuti provenienti dall'esterno, depurati solo parzialmente, di fatto l'impianto veniva a costituire lo strumento per il loro sversamento in acque superficiali - nel caso specifico il fiume Tevere - attraverso una semplice miscelazione con le acque reflue urbane depurate.

I reati ipotizzati sono la frode nelle pubbliche forniture - in relazione alla ripetuta violazione degli obblighi derivanti dalla convenzione di gestione del servizio idrico integrato - e lo smaltimento illecito di rifiuti - con riferimento all'illegale smaltimento nel fiume Tevere dei rifiuti conferiti dai Comuni facenti parte dell'ATO 2.

Attualmente risulta interdetto qualsiasi conferimento presso il depuratore di rifiuti provenienti dall'esterno. Nel mirino degli investigatori è finito anche l'utilizzo in agricoltura dei fanghi derivanti dal processo di depurazione, gestito da una società legata al gruppo ACEA S.p.a., in possesso di specifica autorizzazione della Provincia di Roma

sabato 18 giugno 2011

Delibera di ripubblicizzazione dell'acqua di Napoli

La Giunta, su proposta dell’Assessore ai Beni Comuni, Informatizzazione e Democrazia Partecipativa,


Premesso
che l'acqua è un bene essenziale ed insostituibile per la vita e, pertanto, la disponibilità e l'accesso all'acqua potabile e all'acqua necessaria per il soddisfacimento dei bisogni collettivi costituiscono un diritto inviolabile dell'uomo, un diritto universale, indivisibile, che si può annoverare fra quelli di cui all'articolo 2 della Costituzione;

che con la promulgazione della Carta Europea dell'Acqua (Strasburgo 1968) la concezione dell'acqua come “bene comune” per eccellenza si è progressivamente affermata a livello  mondiale;

che il bene acqua, pur essendo rinnovabile, per effetto dell'azione antropica può esaurirsi: è quindi responsabilità individuale e collettiva prendersi cura di tale bene, utilizzarlo con saggezza, e conservarlo affinchè sia accessibile a tutti e disponibile per le future generazioni;

che la Risoluzione del Parlamento Europeo del 15 marzo 2006 sul IV Forum mondiale dell'Acqua dichiara “l'acqua è un bene comune dell'umanità” e chiede che siano esplicati tutti gli sforzi necessari a garantire l'accesso all'acqua alle popolazioni più povere entro il 2015 ed insiste affinchè “la gestione delle risorse idirche si basi su un'impostazione partecipativa e integrata, che coinvolga gli utenti ed i responsabili decisionali nella definizione delle politiche in materia di acqua a livello locale e in modo democratico”;

che, inoltre, la risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 marzo 2004 sulla strategia per il mercato interno già affermava “essendo l'acqua un bene comune dell'umanità, la gestione delle risorse idriche non deve essere assoggettata alle norme del mercato interno”;

lunedì 13 giugno 2011

CS: Un meraviglioso battiquorum! Ora subito la ripubblicizzazione dell'acqua





COMUNICATO STAMPA
Un meraviglioso battiquorum! Ora subito la ripubblicizzazione dell'acqua

E’ stata un’onda meravigliosa, che ha travolto ogni previsione. E’ ora una festa di popolo, nata dal basso un anno fa con la raccolta delle firme da parte dei Comitati acqua pubblica, ma che già portava con se un’esperienza profonda nella difesa dei beni comuni.
Ora nulla è come prima. Le grandi società e la politica che hanno assecondato per anni la gestione privata dell’acqua nei Castelli Romani dovranno fare un passo indietro, restituendo ai cittadini i beni essenziali per la vita, quali l’acqua e l’energia. La vittoria schiacciante dei si e lo storico raggiungimento del quorum sono una vittoria ascrivibile solo ai cittadini, che tenacemente hanno criticato il modello di gestione pubblico-privata di Acea Ato 2 spa, voluta trasversamente dai partiti del centrodestra e del centrosinistra, da Moffa a Veltroni.
Da domani tutti i comitati saranno pronti a chiedere gli atti concreti che i cittadini si aspettano: immediata convocazione dell’assemblea dei sindaci dell’Ato 2 per stabilire tempi e modi per la ripubblicizzazione della gestione del sistema idrico; immediata convocazione dei consigli comunali per dichiarare l’acqua come bene senza rilevanza economica, richiesta che il movimento per l’acqua pubblica ha già presentato in molti comuni; immediata revoca di quelle delibere di giunta che, basandosi sull’articolo 23 bis, preparavano la privatizzazione dei gestori dei rifiuti, come nel caso della Volsca di Velletri e Albano.
Ora più che mai i cittadini sanno che un altro mondo è possibile.

COORDINAMENTO COMITATI ACQUA PUBBLICA CASTELLI ROMANI

domenica 29 maggio 2011

10 GIUGNO: MARCIA PER L'ACQUA PUBBLICA A VELLETRI


Chiudiamo la campagna per i referendum con una festa di popolo, per restituire l'acqua ai cittadini. Canteremo, balleremo e faremo festa, partendo da Piazza Mazzini, per poi invadere Piazza Cairoli.
Preparate i vostri cartelli sull'acqua, usate la fantasia e portate in piazza tanta allegria!
Per contatti: 34915 49163 - 333 1039249 - 349 8388957 
acquapubblicavelletri@gmail.com

martedì 24 maggio 2011

Appello al Pd di Velletri: non imbrattate gli spazi del referendum


Vi vorremmo nelle piazze, senza bandiere, con le associazioni, con i cittadini portando avanti insieme questa battaglia di civiltà con la forza e la convinzione di chi crede fino in fondo nei beni comuni. 

In queste ore i militanti (?) del Pd stanno girando la città, riempiendo di nuovo le plance dei referendum con i manifesti pro parcheggio multipiano. Un manifesto che nulla ha a che fare con i 4 referendum che si voteranno a giugno. I contenuti non li vogliamo affrontare in questo spazio, anche se abbiamo una chiara posizione su questo ecomostro. Vorremmo però evidenziare che quegli spazi non sono del Pd. 
I referendum sono frutto delle battaglie dei cittadini, con i partiti contro e l'appoggio generoso e radicale dei cittadini, molti dei quali elettori del partito democratico. Vi  chiediamo: perché non state distribuendo un solo volantino informando la popolazione sul voto del 12 e 13 giugno? Perché non attaccate i manifesti spiegando le vostre ragioni sul tema dell'acqua, del nucleare e del legittimo impedimento? Perché non destinate le vostre forze a difendere la popolazione che non riesce a pagare le bollette dell'acqua e che si vedono sigillare i contatori da Acea? Perché casi come quelli della famiglia con due bambini - che abbiamo raccontato nei giorni scorsi - che si è vista illegittimamente staccare l'acqua da Acea non ha visto la vostra ferma solidarietà?
Vi vorremmo nelle piazze, senza bandiere, con le associazioni, con i cittadini portando avanti insieme questa battaglia di civiltà con la forza e la convinzione di chi crede fino in fondo nei beni comuni. 
Dietro a questi referendum ci sono 1 milione e quattrocento mila firma; ci sono persone dello spessore di Stefano Rodotà e padre Alex Zanotelli; ci sono le battaglie di centinaia di comitati presenti in tantissimi comuni italiani; c'è la voglia irrefrenabile di democrazia che viene dal basso; c'è, infine e riguarda anche voi, il riscatto delle democrazie locali. 
E' il punto di partenza per ricostruire il nostro paese. E la democrazia si rafforza anche nei piccoli gesti, anche evitando di occupare con prepotenza gli spazi che non vi appartengono.

lunedì 23 maggio 2011

Appello: VENITE A DARCI UNA MANO! TUTTI MOBILITATI PER IL REFERENDUM 12 E 13 GIUGNO!


Carissime e carissimi,
il 12 e 13 giugno ci sarà il referendum sull'acqua: iniziamo a mettere in agenda questo appuntamento importantissimo. Dobbiamo raggiungere il quorum, ovvero almeno il 50% degli aventi diritto al voto. Convinciamo tutti, i parenti, i vicini, gli amici.
Vi chiediamo, poi, di darci una mano in questi giorni cruciali, per poter diffondere il più possibile il materiale informativo sui due quesiti sull'acqua. Chi è disponibile può partecipare alla prossima riunione del comitato di Velletri, al dopo lavoro ferroviario, mercoledì 25 maggio, ore 17.00.
Telefoni di contatto: 3491549163 3331039249 3498388957

sabato 21 maggio 2011

Velletri. Acea taglia l'acqua ad una famiglia con due bambini: avevano chiesto il rimborso per fatture errate

ACEA manda una bolletta errata da mille euro. Per oltre un anno “si dimentica” di restituire i soldi a una famiglia di Velletri – circa 500 euro - e alla fine gli taglia l’acqua. Ecco la storia di Marco, che mostra il vero volto della privatizzazione e delle multinazionali dell’acqua. Rimasti inascoltati i reclami presentati al Garante regionale Di Stefano. Il comitato acqua pubblica di Velletri chiede l’intervento di Zingaretti

La multinazionale Acea – forte della sua recente esperienza in Honduras, dove ha lasciato migliaia di persone a basso reddito senz’acqua – nei giorni scorsi ha sigillato il contatore a una famiglia di Velletri, accusata di morosità. Un’accusa che in realtà andrebbe ribaltata, visto che, in questo caso, è la stessa Acea ad essere debitrice per centinaia di euro nei confronti della famiglia colpita, per bollette clamorosamente errate.
La storia è in sintesi questa. Marco riceve le sue prime bollette di Acea nel 2009, con una cifra astronomica, per un valore che sfiora i mille euro. Si preoccupa e, con pazienza, verifica la bolletta, accorgendosi di un clamoroso errore: Acea aveva calcolato il consumo applicando la tariffa per i non residenti, mentre lui e la sua famiglia erano da anni regolarmente iscritti all’anagrafe di Velletri. “Un errore può capitare”, ha pensato Marco. “Ho presentato a quel punto un formale reclamo – racconta – chiedendo la rettifica della bolletta, che nel frattempo avevo pagato, e la restituzione della somma non dovuta”. Una differenza – a suo favore - di circa 500 euro.
Dopo due anni di lunga attesa da Acea arriva una nuova bolletta per il 2010, di 200 euro. Del rimborso di 500 euro, però, non vi era traccia. Inutili le telefonate al call center, inutili le proteste agli sportelli: quei soldi pagati in più sembravano ingoiati dalla burocrazia, forse  confusi con i 60 milioni di utili incassati da Acea

Manifesti abusivi del PD sugli spazi per i referendum

Il Pd di Velletri la scorsa notte ha riempito le plance destinate alla propaganda per i referendum con manifesti a favore del parcheggio multipiano di piazza Donatori di Sangue. Non 2 o 3 manifesti, ma centinaia. Quegli spazi sono destinati unicamente a far conoscere le ragioni dei referendum, uno spazio di democrazia importantissimo che andrebbe rispettato.
Vogliamo sperare che i partiti rispettino gli spazi della società civile, per crescere insieme.
Ricordiamo che quando in passato alcuni manifesti con la firma, tra gli altri, del comitato acqua pubblica sono stati attaccati abusivamente a Velletri senza il nostro consenso, abbiamo condannato immediatamente il gesto.

lunedì 2 maggio 2011

mercoledì 27 aprile 2011

Acque all’arsenico, l’Ue apre inchiesta sotto accusa l’Italia: 10 anni di ritardi

I Comitati acqua pubblica di Aprilia e Velletri avevano inoltrato lo scorso anno una petizione al Parlamento europeo chiedendo di verificare il comportamento della autorità italiane - Ministero dell'Ambiente e Regione Lazio - dopo il diniego della richiesta di deroga per l'arsenico (richiesta presentata dal governo italiano nel febbraio 2010 a 50 microgrammi/litro). 

Oggi il presidente della Commissione delle petizioni del Parlamento Europeo Erminia Mazzoni ha comunicato ai comitati che la richiesta è stata ritenuta ammissibile. Il Parlamento Europeo ha poi comunicato ufficialmente di aver chiesto alla Commissione di avviare una "inchiesta preliminare" sui vari aspetti del problema.
I comitati avevano denunciato il mancato tempestivo recepimento della decisione del 28 ottobre 2010 della Commissione Ambiente della Ue. Il ministero dell'ambiente, la Regione Lazio e la quasi totalità dei comuni interessati dalla mancata deroga a 50 microgrammi/litro di arsenico non hanno per mesi applicato i limiti stabiliti dalla legge 31/2001 sulla qualità dell'acqua, nonostante il Trattato europeo imponga chiaramente l'immediata validità di una decisione comunitaria.

I comitati acqua pubblica di Aprilia e Velletri ritengono fondamentale l'intervento delle autorità comunitarie e del Parlamento Europeo per fare chiarezza sull'operato della Regione Lazio - in modo particolare dell'assessorato all'ambiente - e dei comuni della provincia di Latina e dei Castelli romani. Ricordiamo infatti che molte amministrazioni comunali - tra le quali Velletri e Aprilia - hanno emesso ordinanze applicando le prescrizioni (divieto del consumo di acqua potabile da parte dei neonati e dei bambini fino all'età di 3 anni) di una deroga che riguardava altri Comuni, e quindi non rispettando il limite di 10 allora vigente. 

Comitato Acqua Pubblica Aprilia
Comitato Acqua Pubblica Velletri

mercoledì 20 aprile 2011

Profitto Acea record per l'anno orribile dell'arsenico

Il profitto record di Acea Ato 2 - 58,96 milioni di euro - per l'anno terribile dell'arsenico è uno schiaffo doppio per la cittadinanza. Come è possibile che un gestore che non è stato in grado lo scorso anno di garantire acqua potabile per tutta la popolazione possa intascarsi un simile premio? Come si conciliano quasi sessanta milioni di dividendi con un'acqua che - lo scorso ottobre - a Velletri ha raggiunto punte di arsenico fino a sette volte i valori di legge?
Ancora una volta gli azionisti hanno detto no alla proposta della provincia di Roma di destinare parte di questi utili agli investimenti necessari nella zona dei Castelli romani. Da una parte Acea ottiene la terza deroga per l'arsenico e una gestione commissariale che garantirà
lo scavalcamento di molte norme; dall'altra la stessa società ottiene da una conferenza dei sindaci pigra e distratta aumenti delle tariffe che servono solo agli azionisti.

Solo la via del referendum potrà restituire queste risorse ai cittadini, migliorando la qualità dell'acqua, con tariffe più eque. Ricordiamo che il secondo quesito che si voterà il 12 e 13 giugno abolirà quel ricavo garantito che per Acea è stato uguale a 58,96 milioni di euro solo nel 2010.

domenica 17 aprile 2011

E' in rete lo spot "L'asta"

Carissimi,
è in rete lo spot autoprodotto da Velletri come contributo alla campagna referendaria 2 sì per l'Acqua Bene Comune!
Fatelo girare!

mercoledì 30 marzo 2011

Corriere sella Sera: Arsenico, inchieste a Viterbo e Velletri

Nei prossimi giorni saranno ascoltati i 33 sindaci del Viterbese nei cui acquedotti è stata rilevata una concentrazione d'arsenico oltre i limiti consentiti

ROMA - Un fascicolo contro ignoti, relativo alla presenza di arsenico nell'acqua oltre i limiti consentiti, è stato aperto dalla Procura della Repubblica di Viterbo. L'inchiesta sarebbe scaturita dagli esposti presentati nei giorni scorsi da alcune associazioni di tutela dei consumatori e dai Verdi. Il pubblico ministero Massimiliano Siddi, titolare del procedimento, ha ascoltato per oltre due ore, come persona informata sui fatti, il sindaco di Viterbo Giulio Marini. Mentre accertamenti sono stati disposti anche dalla procura di Velletri dopo le denunce presentante dal Comitato per l’acqua pubblica dei Castelli, nei prossimi giorni saranno ascoltati i 33 sindaci del Viterbese nei cui acquedotti è stata rilevata una concentrazione d'arsenico oltre i 10 milligrammi/litro consentiti.
VITERBO, 9 I COMUNI «FUORILEGGE» - Tra questi, 24 sono rientrati nei limiti per decreto comunitario. Vale a dire grazie alla proroga fino a 20 milligrammi/ litro concessa giorni fa dalla Commissione Ue alla Regione Lazio. Nove, nei quali la concentrazione di arsenico supera i 21 milligrammi, con punte di 50-55, restano «fuorilegge». Si tratta di Capranica con 42, Carbognano con 30, Castel Sant’Elia, Civita Castellana che va da 19 a 49, Farnese con una media di 26, Ronciglione con un minimo di 28 a un massimo di 32, Sutri che, a seconda della zona, oscilla tra i 16 ai 40, Vetralla compresa tra i 20 e 48 e Villa San Giovanni in Tuscia con 22. Problemi anche a Viterbo nella frazione Carcarelle, dove è stato registrato un picco di 40 microgrammi per litro, Tobia e San Martino al Cimino (zona piazza Doria Pamphilji e strada Erodiano).

MARINI: « NECESSITA’ DI FONDI REGIONALI» - «Il pm mi ha chiesto chiarimenti circa i provvedimenti adottati dalla mia giunta – dice il sindaco di Viterbo Marini - con particolare riferimento alle iniziative mirate a sensibilizzare la cittadinanza sul problema arsenico». Il magistrato ha chiesto al primo cittadino notizie anche sui provvedimenti che intende adottare per risolvere definitivamente la questione. «Ho risposto - aggiunge - che l'obiettivo finale è l'installazione di dearsenificatori ai vari pozzi che alimentano i nostri acquedotti. Ma per raggiungerlo abbiamo bisogno di appositi finanziamenti dalla Regione Lazio». Altre domande hanno riguardato l'attuazione dei provvedimenti richiesti dalla Regione Lazio e lo stato dell'arte sull' installazione di fontanelle con acqua dearsenificata. «Ho ribadito - conclude Marini - che stiamo lavorando per allestirle nei tre punti del capoluogo in l'arsenico è fuori norma».

L’OPPOSIZIONE: « RIDURRE LE BOLLETTE» - Intanto in consiglio regionale è ancora polemica tra l’opposizione e l’assessore all’Ambiente Marco Mattei. Claudio Bucci (Idv) chiede la «riduzione delle bollette sinchè l’acqua non rientrerà nei valori previsti dalla legge» mentre Nando Bonessio (Verdi) osserva che «il problema è che i cittadini subiscono gli effetti dell'arsenico, che è bene ricordarlo si accumula nell'organismo, da molto prima dell'entrata in vigore della direttiva europea nel 2003. Siamo convinti che nonostante la deroga arrivata da Bruxelles l'emergenza non sia finita e sia necessario intervenire subito». Infine le accuse di Sel, per bocca del Guglielmo Abbondati, coordinatore regionale, e Claudio Pelagallo, dell'Assemblea nazionale: «La deroga Ue non cambia gli effetti sulla salute umana perchè l'acqua non si depura con le norme, ma con interventi di risanamento».

«IL CENTROSINISTRA CONSENTI’ ARSENICO A 50 MG/L» - Mattei però ribadisce che la «deroga rientra nei limiti, in accordo con le linee guida dell’Organizzazione mondiale per la sanità, per l'acqua potabile che può essere somministrata per brevi periodi in tutta sicurezza, evitando ovviamente l'utilizzo da parte dei soggetti a rischio e in particolare ai bambini sotto i tre anni”». L’assessore alla Sanità infine puntualizza polemico: «Non dimentichiamo che negli anni in cui Verdi e Sel avevano responsabilità di governo, con Marrazzo prima e Montino poi, è stata autorizzata l'erogazione di acqua potabile con concentrazione di arsenico a 50 milligrammi per litro e che persino la loro ultima richiesta di deroga alla Ue, che risale al 2009, si attestava su tale valore».

IL COMMISSARIO UE : «ITALIA INADEMPIENTE» - Secondo Janez Potocnik, il commissario Ue all’ambiente che l’ha firmata, la deroga «è stata valutata sulla base di dati scientifici dell'Organizzazione Mondiale della Sanità». Fino al 31 dicembre 2012, il limite massimo ammesso passa da 10 milligrammi/litro a 20 milligrammi/litro ma non sono concessi limiti superiori ai 20 milligrammi, «perchè - ha aggiunto Potocnik - potrebbero causare danni alla salute». Il Commissario ha poi sottolineato che ogni Stato membro deve fornire un rendiconto triennale relativo alla presenza di sostanze nell'acqua e per quanto riguarda l'esercizio 2005-2006, «l'Italia non ha ancora fornito la sua documentazione».

Alessandro Fulloni
30 marzo 2011


fonte: http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/11_marzo_30/acqua-arsenico-inchieste-viterbo-velletri-fulloni-190342354382.shtml

mercoledì 9 marzo 2011

Ordinanza sindacale del Comune di Lanuvio

Il Comune di Lanuvio ha emesso ieri l'ordinanza relativa all'emergenza Arsenico nell'acqua. E' un atto che rispetta praticamente in toto la legge, prevedendo che:

  • Acea risolva la situazione entro il mese di maggio 2011, dando così un termine perentorio al gestore per concludere gli interventi previsti nel piano di rientro
  • Acea fornisca a domicilio acqua potabile ai disabile e agli anziani

Si stabilisce inoltre il principio corretto del limite di legge a 10 microgrammi/litro per l'arsenico. Nell'ordinanza si legge infatti:
A TUTTI I CITTADINI E ALLE IMPRESE ALIMENTARI RESIDENTI NELLE ZONE DOVE LA CONCENTRAZIONE DI ARSENICO E’ SUPERIORE A 10 microgrammi/litro MA INFERIORE A 20 microgrammi/litro E PRECISAMENTE LOC. CAMPOLEONE VIA NETTUNENSE-VIA CISTERNENSE, LOC. MONTEGIOVE, LOC. MANTOVANO, LOC. BELLAVISTA, VIA PIASTRARELLE VIA BOTTINO:
- di NON utilizzare l’acqua per uso potabile.
- DI UTILIZZARE L’ACQUA così come riportato nella nota ASL RMH prot. 17947 del 28/02/2011:
a) impieghi domestici;
b) igiene personale compresi lavaggio denti e doccia;
c) uso alimentare dove l’acqua non è componente fondamentale incluso: COTTURA DELLA PASTA, LAVAGGIO E COTTURA DELLE VERDURE E LAVAGGIO DELLA FRUTTA.

- DI LIMITARE L’USO, così come riportato nella nota ASL RMH prot. 17947 del 28/02/2011:
a) reidratazione e ricostruzione alimenti e consumo da parte di bambini (inferiori a 3 anni di età);
b) inoltre, è sconsigliato l’uso per le gestanti e le donne in fase di allattamento;
c) uso alimentare ove l’acqua è componente fondamentale: BRODI E PASTINE, THE’ E BEVANDE

Invitiamo tutti i Comuni ad emettere ordinanze rispettose della legge, sul modello dell'atto firmato dal sindaco di Lanuvio.

mercoledì 23 febbraio 2011

Alemanno congela la privatizzazione di Acea fino ai referendum sull'acqua

COMUNICATO STAMPA

Alemanno congela la privatizzazione di Acea fino ai referendum sull'acqua
Oggi, al margine degli Stati Generali della Città, al Palazzo dei Congressi di Roma si è svolto un incontro tra il Sindaco Gianni Alemanno e la rete “Roma Bene Comune”, che riunisce diverse vertenze cittadine attive sulle politiche abitative, ambientali e sociali.

Il comitato referendario romano 2 sì per l'acqua bene comune, presente all'incontro, oltre a consegnare al “primo cittadino” la bottiglietta dell'acqua bene comune per ricordargli la sua importanza come diritto di tutti, ha incassato un'importante dichiarazione. Il Sindaco ha infatti dichiarato che nessun passo verrà fatto verso un'ulteriore privatizzazione di Acea fino all'esito della consultazione referendaria, avallando, di fatto, quella richiesta di moratoria avanzata nel corso di un consiglio comunale speciale su Acea e, in quella sede, bocciata. Un ulteriore segnale di come la messa in discussione della privatizzazione dei servizi idrici portata avanti dai movimenti per l'acqua bene comune abbia conquistato un posto di rilevo nell'agenda politica, ed un segnale incoraggiante in vista della  consultazione referendaria della prossima primavera.

Roma, 23 febbraio 2011


domenica 13 febbraio 2011

Comunicato stampa su situazione arsenico



Abbiamo atteso, con pazienza, sperando che la legalità prevalesse. Eravamo fiduciosi, sicuri che sul tema della salute dei cittadini le istituzioni - Comune, Provincia e Regione - avrebbero avuto il coraggio di prendere decisioni serie e coraggiose. Così non è avvenuto.
Ieri il Sindaco di Velletri Fausto Servadio ha revocato l’ordinanza che vietava l’acqua nelle zone di Colle Ottone e Rioli, emanando un nuovo parziale divieto. La zona rossa si è spostata in via Colle dei Marmi.

Questa ordinanza è ancora una volta monca, incompleta e non rispettosa della legge 31 del 2001, che da dieci anni è regolarmente disattesa dai governi locali e nazionali. 
Ecco perché:

l’ordinanza del sindaco non dichiara la non potabilità dell’acqua in una zona dove il limite di legge per l’arsenico viene superato, limitando il divieto d’uso ai bambini fino ai 3 anni e alle donne in stato di gravidanza. Tutti gli altri si possono avvelenare senza grandi preoccupazioni. Questa decisione è oggi ancora più grave, visto che il ministero della salute ha già ufficialmente recepito la decisione della Commissione Europea del 28 ottobre 2010, che non concede deroghe alla regione Lazio.
I due pozzi incriminati di via Colle dei Marmi avrebbero dovuto essere a norma già da un anno. Il piano di rientro di Acea presentato nel maggio del 2008 prevedeva la realizzazione di un potabilizzatore in quella zona entro il secondo semestre del 2009. Perché il Comune di Velletri non ha formalmente contestato questa grave mancanza di Acea? Perché la società romana - quotata in borsa e con utili milionari - non ha realizzato l’investimento previsto di 300 mila euro per rendere potabile l’acqua della zona servita dai pozzi di Colle dei Marmi?
Lo sforamento dei limiti di legge per l’arsenico nella zona di Colle dei Marmi è noto da tempo al Comune. Perché solo ora il Sindaco emette una ordinanza seppur parziale?

Riteniamo poi estremamente grave che il consiglio comunale non sia stato coinvolto in questi mesi in quella che possiamo definire la principale emergenza ambientale del territorio di Velletri. E in questo caso la responsabilità non è solo dell’attuale giunta, ma dell’intera classe politica della città. 

Vogliamo infine ricordare che secondo le normative italiane e comunitarie, il comune di Velletri, la Asl, la provincia di Roma e la regione Lazio dovrebbero:

1) Informare i cittadini della non potabilità dell'acqua;
2) Informare del valore di arsenico contenuto nell'acqua, con numeri definiti, e non approssimativi;
3) Informare sui rischi dovuti alla assunzione e all'accumulo di arsenico;
4) Fornire acqua per uso igienico-domestico per non creare inconvenienti sanitari;
5) Vietare l'uso per acqua potabile a tutti gli utenti, non solo ai bambini;
6) Fornire approvvigionamenti di acqua potabile di buona qualità a tutti gli utenti e alle imprese alimentari;
7) Attuare il piano relativo all'azione correttiva (comprende un calendario dei lavori, una stima dei costi, la copertura finanziaria);
8) Sanzioni previste dall'art. 19 del D/lgs 31/2001, modificato e integrato dal D.lgs 27/2002
9) Applicazione delle penali previste dal contratto con il gestore;
10) Attivazione procedura d'infrazione delle norme comunitarie art. 226 e art. 228 del Trattato CE

domenica 2 gennaio 2011

Simbrivio: l'acquedotto che fa acqua

Tra doppi incarichi e conflitti d'interesse, la vicenda del consorzio Simbrivio, l'acquedotto che serve i comuni a sud di Roma. Gestito da Acea, fornisce acqua all'arsenico, e oggi è in liquidazione Potremmo titolare la vicenda dell'acqua all'arsenico «Quer pasticciacelo brutto de Via Pascarella». Ha tutti connotati di un noir un po' grottesco, con personaggi pronti a cambiare maschera, casacca e molo, in un gioco milionario di acquedotti che fanno acqua, di emergenze più o meno reali, di concessioni idriche da aggiudicarsi ad ogni costo. Partiamo da questo indirizzo romano, da annotare e tenere a mente, via Cesare Pascarella, al civico 31. E qui che si incrociano i protagonisti della vicenda dell'acqua con alto contenuto di arsenico, la cui richiesta di deroga ai valori di legge, per la regione Lazio, è stata bocciata da Bruxelles lo scorso ottobre.

Per capire il pasticciaccio occorre saper distinguere tra acqua buona e acqua cattiva. La holding romana Acea - quotata in borsa dalla fine degli anni '90 - ha la gestione dell'ambito idrico più grande d'Italia, che corrisponde sostanzialmente alla provincia di Roma. Ed è in questo territorio che abbiamo un'acqua di serie a e un'acqua di serie b: abbiamo gli acquedotti, con una qualità considerata superiore a molte altre zone del paese. E abbiamo i pozzi delle zone fuori dal raccordo anulare, spesso gestiti da signorotti dell'acqua locali, con una qualità spesso ai limiti - o anche oltre - della legge. Acque che Acea ogni giorno miscela, manovra, sposta da un tubo ad un altro, cercando di mantenere livelli di arsenico sotto quei parametri che annidi deroghe regionali gli hanno permesso.

Massimo Sessa




Ma il vero nodo è a monte, è nell'acquedotto che serve decine di comuni al sud di Roma, il Simbrivio, la cui gestione è stata affidata alla holding romana nel 2003. Condotte che, secondo diversi esperti, non riescono a fornire acqua di serie a, a causa di perdite con percentuali a due zeri. Un'opera monumentale, nata negli anni '20 e gestita dai comuni fino a sette anni fa, che avrebbe oggi bisogno di manutenzioni probabilmente radicali. Come radicali dovrebbero essere gli interventi nelle reti cittadine, che non sono più in grado di assicurare acqua di qualità alla popolazione cresciuta dopo una forte migrazione dalla capitale.

Oggi il consorzio del Simbrivio è in fase di liquidazione, pronto a chiudere definitivamente l'esperienza quasi secolare di gestione pubblica delle acque a sud di Roma. Il prefetto di Roma nel 2007 ha nominato un collegio commissariale, che si riunisce in via Pascarella 31, a Roma. Non sappiamo cosa sia stato stabilito stabilito nel decreto prefettizio, visto che l'ufficio stampa della prefettura di Roma «non ritiene opportuno rilasciare notizie in questo momento». Dal bilancio, però, scopriamo che il commissario straordinario perla liquidazione - ovvero per la delicata fase di chiusura della gestione pubblica - è Massimo Sessa. Ingegnere amico di Angelo Balducci, intercettato dai Ros mentre si adoperava per aiutare Camillo Toro, figlio del procuratore aggiunto di Roma, a migliorare la sua posizione in Acea, Sessa ha anche altri moli nella vicenda delle acque romane.

Nel 2005 ci si accorse che nei comuni serviti - diciamo così - dal Simbrivio vi era un alto tasso di arsenico. Serviva un commissario, qualcuno in grado di imporsi sul consorzio, su Acea, sui comuni, sulla regione, qualcuno con polso fermo e al di sopra delle parti. Ovvero Massimo Sessa, che oggi ha la doppia carica di commissario, all'emergenza e alla liquidazione del consorzio dell'acquedotto. E visto che il commissario è lo stesso, anche l'ufficio coincide: il commissario nominato da Berlusconi nel 2005 per risolvere il problema dell'arsenico ha la sua sede in quella stessa - e affollata, come vedremo - via Pascarella, sempre al civico 31. Doppia carica riveste anche il vice cotnmissario del Simbrivio. Marco Mattei è oggi assessore all'ambiente della regione Lazio, dopo essere stato per dieci anni sindaco di Albano, uno dei principali comuni servizi dall'acquedotto. «Ci occupiamo solo della liquidazione», spiega l'assessore, che ritiene che non vi sia conflitto d'interesse nella doppia carica rivestita. Il 21 dicembre scorso la stessa regione Lazio ha concesso, però, una nuova derivazione idrica - ovvero l'uso di una nuova sorgente - al consorzio del Simbrivio, per una portata di 360 litri al secondo. E la fonte del Pertuso, che alimenta l'Aniene, fiume che da tempo soffre una crisi idrica denunciata da tempo dai comitati della zona. La concessione è stata fortemente voluta da Massimo Sessa, nella sua veste di commissario di governo per l'emergenza idrica, per poter aumentare l'acqua da destinare ai castelli romani. Ovviamente il commissario del Simbrivio era d'accordo, così come l'assessore all'ambiente della regione - ovvero il suo vice - non ha avuto nulla da obiettare. Poco importa se la concessione viene data ad un consorzio che di fatto non c'è più: «si apre de facto la liquidazione della gestione del Consorzio con le comunicazioni di rito alla Camera di Commercio», scriveva Massimo Sessa nella relazione sulla gestione del bilancio del 2009, qualche mese prima di ricevere la nuova concessione idrica. Forse alla regione Lazio nessuno ha detto che quel consorzio è ormai un fantasma. E a chi, dunque, viene in realtà dato l'uso della sorgente del Pertuso? Di sicuro quell'acqua la gestirà Acea, pronta a venderla a più di un euro al metro cubo nella zona dei castelli romani, dove l'emergenza arsenico ha convinto tutti i sindaci - ovvero gli antichi soci dell'acquedotto del Simbrivio - a ritenere il nuovo prelievo dell'acqua l'unica soluzione possibile.

Al «pasticciacelo de Via Pascarella» manca l'ultimo pezzo, il controllore. La legge Galli prevede che in ogni ambito idrico vi sia un organismo tecnico deputato a fare le pulci a chi gestisce l'acqua. La sede di quello romano è sempre al civico 31. Anche in questo caso l'ufficio è un sorta di duplex, visto che uno dei dirigenti della segreteria tecnica operativa - il controllore del sistema idrico - Massimo Patemostro siede anche lui nel collegio commissariale di liquidazione del Simbrivio. Ma forse per questo gruppo di ingegneri e amministratori tutto questo è semplicemen; te «ottimizzazione delle risorse».