(Velletri - Attualità) - In estate, quando la temperatura è di 35 gradi, quali sono i rimedi più comuni per combattere la calura? Il quesito è semplice e la risposta è una sola: acqua. Bere tanto e rinfrescarsi facendo docce frequenti consigliano gli esperti. Ma cosa succede se in città l'acqua è «non potabile, poca e cara» come dichiara Andrea Palladino del Comitato Acqua Pubblica Velletri. Succede che fare la doccia non è sempre possibile, bere quella del rubinetto è dannoso per la salute e il suo utilizzo diventa un lusso. Questa è la situazione che si registrava nel periodo estivo nella città veliterna, le cose non sono cambiate e allora ci pensa il Comitato. È sabato 31 ottobre e siamo nella sede di "Velletri a 5 stelle", messa a disposizione dall'associazione per accogliere l'assemblea con i cittadini. C'è una cospicua rappresentanza di veliterni e non solo, tra gli intervenuti anche i Consiglieri Massimo Andolfi, Gianfanco Cestrilli, Sergio Andreozzi e Gian Luca Trivelloni, chi manca? «Non vedo il Sindaco che è stato invitato e non vedo il Garante delle risorse idriche regionali, invitato anche lui a partecipare all'incontro di oggi» dichiara Palladino rivolgendosi agli intervenuti. La conclusione è semplice: «Se si decide di fare questa battaglia, sappiate che sarà una battaglia molto difficile, perché non avremo dalla nostra parte nessuno, non avremo né il Comune, né la Provincia e neanche la Regione».
La forza del Comitato dell'Acqua Pubblica è da sempre stata la straordinaria partecipazione dei cittadini, sintomo che esiste una situazione di disagio e che ci si adopera per il cambiamento. Numerosi coloro che hanno aderito alle iniziative messe in campo, una fra tutte, la raccolta firme per presentare in Consiglio comunale una delibera che approvasse una gestione pubblica e non privata della risorsa idrica. L'ente incriminato continua ad essere l'Acea Ato2. Il contratto con la città veliterna, analizzato in modo approfondito durante l'assemblea, si presenta in tutto e per tutto a danno dei cittadini. I veliterni pagano quasi il doppio dei vicini romani, i commercianti ricevono una bolletta che è quattro volte quella dei negozianti capitolini. «Perché dobbiamo essere noi cittadini a sollevare certe questioni e non il Consiglio comunale? – si interroga Palladino –. Abbiamo una rete idrica definita medievale, è da 20 anni che se ne parla: va rifatta. Se si decide di mandare più acqua i tubi scoppieranno ed è quello che sta già accadendo a Velletri. Nonostante questo problema strutturale non c'è un solo euro speso in investimenti».
Il contratto con l'Acea non è stato una scelta dei cittadini. Di questa questione se ne è parlato nella Conferenza dei Sindaci, dove si discute se approvare o bocciare dei piani, ma dove non sono ammesse modifiche a questi ultimi. Per questi motivi i veliterni ribadiscono il diritto di partecipare nella scelta del gestore che erogherà l'acqua, di decidere i piani di investimento e di essere informati sui costi a cui dovranno far fronte. «Ci hanno messo un servizio che non abbiamo scelto e a che condizioni!» dichiara un cittadino. «Non paghiamo la bolletta» propone un altro. I toni si fanno accesi e c'è chi dice: «Io sono per la battaglia, io sono uno di quelli che la bolletta non la paga perché voglio pagare il giusto e non subire un sopruso». Si apre il confronto e un intervento in particolare, scalda ancora di più la sala, ed è quello del Consigliere Gianfranco Cestrilli: «Porto il saluto del Sindaco» un inizio che non piace alla platea che ribadisce il disappunto per la mancata presenza del primo cittadino. In Consiglio, Cestrilli, era stato uno di quelli che non ha sostenuto il passaggio da una gestione privata a pubblica del servizio idrico e a questo proposito dichiara: «Preferireste che siano i politici anziché l'Acea ad occuparsi del servizio?». «Confonde una gestione pubblica con quella politica!» replica un cittadino in platea. «Vi ricordo che il Comune è in dissesto finanziario e che non è nella condizione economica di fare niente» conclude poi il Consigliere. La sala si fa sempre più animata ed è palpabile l'insoddisfazione dei cittadini. Esiste la necessità di giungere ad un accordo comune, anche se forse non può dirsi tale, data l'assenza delle istituzioni locali, provinciali e regionali. Il prossimo passo è un incontro con il Sindaco deciso in assemblea, "Se Maometto non va alla montagna è la montagna che va da Maometto", e così i cittadini, con Andrea Palladino in testa, decidono di recarsi, nei prossimi giorni, dal primo cittadino, per un confronto volto a trovare soluzioni.
fonte: http://www.castellinews.it/index.asp?id=7506&act=v&20091102
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