sabato 12 dicembre 2009

Acqua e politica. Guida per i cittadini



L'antitrust – quando qualche mese fa sanzionò Suez e Acea – riportò una valutazione della multinazionale francese: il mercato dell'acqua in Italia è una questione politica. Oggi a Velletri questa affermazione è ancora più vera. E' stata una scelta politica l'affidamento del 2005 – votato all'unanimità, dalla destra e dalla sinistra – della gestione dell'acqua alla società per azioni Acea; è stata una scelta politica – votata dal Pd, con l'astensione del Pdl e il voto contrario di sinistra arcobaleno, Udc e Moderati per Velletri – la decisione di respingere la delibera d'iniziativa popolare per dichiarare l'acqua un bene comune, fuori dalle regole del mercato.

Oggi leggiamo che nel dibattito tra Pd e Pdl si parla anche di noi. E' sicuramente un successo dei cittadini, perché prima il tema dei beni comuni e dell'acqua era semplicemente ignorato. Ma serve qualche precisazione.

Acqua pubblica non significa gestione politica del sistema idrico. Ripubblicizzare l'acqua vuol dire creare un meccanismo per la gestione diretta da parte dei cittadini, sul modello della public company. In Europa - ma anche negli Stati Uniti - esistono modelli con una storia estremamente solida, che distinguono chiaramente la politica dalla gestione di una azienda pubblica. Quindi la nostra battaglia è per ricostruire il senso dei beni comuni come minimo comune denominatore della società civile.


Questa politica non ci convince. Riteniamo che la gestione dell'amministrazione comunale degli ultimi dieci anni - o forse più - non abbia puntato al bene della città. A Velletri esistono gruppi di potere che allegramente continuano ad influenzare le scelte di tutte le giunte, sia della cosiddetta destra che della presunta sinistra. Lo scempio del territorio, l'espansione edilizia abusiva e "secondo legge", l'inquinamento costante delle risorse naturali (gli scarichi inquinanti, il peggioramento della qualità dell'acqua, l'inquinamento atmosferico) sono temi trattati - quando va bene - solo nei programmi elettorali e in qualche convegno. Spariscono poi, quasi per miracolo, dall'azione concreta degli amministratori.


Serve l'azione diretta della cittadinanza. Per poter ricostruire una vita sociale, culturale e politica pulita e trasparente riteniamo che l'iniziativa debba ritornare direttamente nella mani dei cittadini. Per questo il cambiamento della gestione del sistema idrico integrato a Velletri doveva passare per una iniziativa popolare. Sappiamo che molti consiglieri erano disponibili a presentare questa iniziativa, ma abbiamo preferito la via dell'azione diretta della cittadinanza e continueremo su questa strada.


Le alleanze false e quelle vere. Dobbiamo chiarire che il Comitato per l'acqua pubblica non ha mai "appoggiato" o sponsorizzato nessuna coalizione. Non siamo contro la politica, anzi. La vera politica è l'impegno civile e la militanza dei cittadini, che non necessariamente deve passare attraverso i banchi del consiglio comunale. Quando gli organi amministrativi perdono di senso, avvitandosi in discussioni opache e incomprensibili, in un gioco di veti incrociati e di più o meno evidenti ricatti, è evidente che i cittadini devono allearsi tra di loro isolando la mala politica, difendendo in prima persona i beni comuni, quali l'acqua, la vivibilità della città, la qualità della vita. Temi che sono stati espulsi dal dibattito politico al quale assistiamo. Quindi nessuna alleanza sarà possibile, per quanto ci riguarda, con i diversi partiti, liste più o meno civiche, coalizioni, gruppi politici esistenti e futuri. La nostra vera alleanza è con tutti quei cittadini che hanno deciso di non stare più a guardare, di non tacere di fronte alla violazione dei diritti fondamentali.


Cosa chiediamo a chi vuole condividere la nostra battaglia. Vogliamo gesti concreti e non propaganda. Chi vuole partecipare al comitato - che è aperto e spontaneo - lo può fare facendo l'unico passo necessario: inviare un reclamo formale ad Acea, contestando la tariffa ingiusta e la pessima qualità dell'acqua. Non serve presentare mozioni in Consiglio comunale promettendo e non mantenendo - come è avvenuto, ad esempio, a luglio, dopo la bocciatura della delibera popolare - prendendo così in giro la popolazione. Non serve dire che il comitato fa un ottimo lavoro per poi non condividere in concreto le battaglie e i rischi.


L'autonomia, dunque, è la nostra principale forza, insieme alla battaglia per la legalità e la difesa dei diritti.

venerdì 4 dicembre 2009

Padre Alex Zanotelli sul caso del taglio dell'acqua a Zingonia: “ANCORA UNA VOLTA, MALEDETTI VOI….!

“ANCORA UNA VOLTA, MALEDETTI VOI….!”

Quanti sta accadendo in queste ore a Zingonia, in provincia di Bergamo, è sconvolgente. Cento cinquanta famiglie di migranti - che abitano in sei condomini - sono da due giorni senza acqua, dopo l’azione di distacco del gestore A2A. L’azienda lombarda - che è la stessa che gestisce l’inceneritore di Acerra - non ha tenuto in nessun conto la difficilissima situazione economica delle famiglie di Zinconia, molte delle quali con bambini piccoli, tagliando i tubi e mettendo due rubinetti pubblici in strada. Ieri sera erano tanti i senegalesi e i magrebini che gridavano nelle strade di Zingonia “acqua, acqua”, ignorati dall’intera stampa nazionale. Hanno provato a racimolare tutti i loro piccoli risparmi, offrendo di pagare subito quello che era possibile. Ma il comune di Ciserano e A2A hanno chiesto decine di migliaia di euro solo per poter iniziare la trattativa.

E’ dunque chiaro ora cosa nasconde l’articolo 15 del decreto Ronchi approvato dal parlamento. Questa è la vera faccia della privatizzazione dell’acqua, che creerà altra esclusione sociale, attaccando gli ultimi, i più deboli, costringendo centinaia di famiglie a lavarsi in strada in pieno inverno. Tagliare l’acqua ai più poveri è un atto contro l’umanità che non ci potrà lasciare indifferenti

Alex Zanotelli

giovedì 3 dicembre 2009

A Zingonia è iniziata la guerra

Tutti i cambiamenti iniziano dagli ultimi. Se poi si tratta della privatizzazione dell’acqua, le nuove regole del governo riguardano gli ultimi tra gli ultimi. Questa mattina a Zingonia - in provincia di Bergamo - è partita la battaglia più turpe di questo governo, con il taglio della fornitura idrica per 150 famiglie. Le prime vittime sono centinaia di migranti, che abitano il condominio Athena, palazzi che fino agli anni ’80 ospitavano i “terroni”, ed oggi sono il rifugio per gli stranieri che nel profondo nord nessuno vorrebbe come vicino. Donne e uomini sfruttati di giorno e costretti, ora, a sperimentare per primi la gestione privata dell’acqua.I bambini ieri si sono dovuti lavare all’aperto nelle due fontanelle pubbliche aperte da A2A per “le esigenze vitali”. I sanitari non funzionano più, creando una situazione drammatica in una zona già degradata. L’operazione di A2A - la stessa società, è bene ricordarlo, che gestisce l’inceneritore di Acerra - è in realtà la prima fase di una vera e propria pulizia etnica e sociale della zona, che è entrata nelle mire degli speculatori finanziari. Prima hanno mandato i provocatori fascisti della Lega - Borghezio e altri squadristi - che hanno creato un po’ di baccano e tanta propaganda. Poi hanno preparato i progetti di “riqualificazione”, nel senso di cacciare le famiglie e preparare il terreno ai palazzinari della Lombardia da bere. Ora - per terminare il lavoro - hanno deciso di assetare il nemico, di farlo rimanere senza un bagno, di rendere insopportabile la vita. Servirà una reazione chiara da parte del movimento per i beni comuni, anche perché iniziano dai migranti, ma arriveranno nelle nostre case. E forse sarà già troppo tardi.
Andrea Palladino

mercoledì 18 novembre 2009

Acqua: Legambiente prende posizione. Finalmente!

“L'acqua è un bene comune, il suo utilizzo deve rispondere a criteri di utilità pubblica. Obbligare la privatizzazione del servizio idrico, pertanto, vuol dire intraprendere la strada sbagliata. La maggior parte delle esperienze di privatizzazione di questo servizio, infatti, non hanno portato al miglioramento della qualità della risorsa, né alla diminuzione dei consumi e dei costi per i cittadini”.

Così Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente ha commentato la fiducia del Governo sul decreto Salva-infrazioni che contiene anche la riforma dei servizi pubblici locali, compresa la liberalizzazione di quello idrico.

fonte: http://www.legambiente.eu/archivi.php?idArchivio=2&id=5519

sabato 7 novembre 2009

Campagna nazionale "SALVA L’ACQUA": Presidio al Parlamento (Piazza Montecitorio)

In concomitanza con la discussione dell’Art. 15 del decreto legge 135/09 presso la Camera dei Deputati. Chiamiamo da subito la cittadinanza, il “popolo dell’acqua”, le realtà sociali e territoriali, le reti ambientaliste e per la tutela dei beni comuni, le organizzazioni sindacali e il movimento degli studenti, ad una mobilitazione straordinaria partecipando alla manifestazione davanti al Parlamento in Piazza Montecitorio.

Presidio sotto al Parlamento (Piazza Montecitorio)

Giovedì 12 Novembre ore 10.30



Il Senato, il 04 Novembre, ha approvato l'Art.15 del DL 135/09 che sottrae ai cittadini l’acqua potabile di rubinetto, il bene più prezioso, per consegnarlo, a partire dal 2011, agli interessi delle grandi multinazionali e farne un nuovo business per i privati e per le Banche.

Il decreto 135/09 approderà alla Camera dei Deputati a partire da lunedì 09 Novembre (in Commissione 1°) e verrà discusso dall'aula lunedì 16 Novembre.

Il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua invita la cittadinanza, il “popolo dell’acqua”, le realtà sociali e territoriali, le reti ambientaliste e per la tutela dei beni comuni, le organizzazioni sindacali e il movimento degli studenti, ad una mobilitazione straordinaria partecipando alla manifestazione davanti al Parlamento giovedì 12 Novembre ore 10.30 a Piazza Montecitorio.

Mobilitiamoci per impedire la conversione in legge del decreto legge 135/09!

Partecipiamo tutte e tutti al presidio!


Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua



Per informazioni visitare il sito www.acquabenecomune.org

Oppure contattare:

Segreteria Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
Via di S. Ambrogio n.4 - 00186 Roma
Tel./Fax. 06/68136225 Lun.-Ven. 15:00-19:00
e-mail: segreteria@acquabenecomune.org
Sito web: www.acquabenecomune.org


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FIRMA L'APPELLO
CAMPAGNA NAZIONALE “SALVA L'ACQUA”
IL GOVERNO PRIVATIZZA L’ ACQUA !
http://www.petizionionline.it/petizione/campagna-nazionale-salva-lacqua-il-governo-privatizza-l-acqua-/133



martedì 3 novembre 2009

Rassegna stampa/Castellinews: COMITATO ACQUA PUBBLICA DI VELLETRI: «ANDREMO PRESTO DAL SINDACO»

Gli utenti veliterni pagano il doppio dei romani. I commercianti pagano il quadruplo dei negozianti capitolini. Di questo e tanto altro si è parlato all'assemblea

Oriana De Rossi

(Velletri - Attualità) - In estate, quando la temperatura è di 35 gradi, quali sono i rimedi più comuni per combattere la calura? Il quesito è semplice e la risposta è una sola: acqua. Bere tanto e rinfrescarsi facendo docce frequenti consigliano gli esperti. Ma cosa succede se in città l'acqua è «non potabile, poca e cara» come dichiara Andrea Palladino del Comitato Acqua Pubblica Velletri. Succede che fare la doccia non è sempre possibile, bere quella del rubinetto è dannoso per la salute e il suo utilizzo diventa un lusso. Questa è la situazione che si registrava nel periodo estivo nella città veliterna, le cose non sono cambiate e allora ci pensa il Comitato. È sabato 31 ottobre e siamo nella sede di "Velletri a 5 stelle", messa a disposizione dall'associazione per accogliere l'assemblea con i cittadini. C'è una cospicua rappresentanza di veliterni e non solo, tra gli intervenuti anche i Consiglieri Massimo Andolfi, Gianfanco Cestrilli, Sergio Andreozzi e Gian Luca Trivelloni, chi manca? «Non vedo il Sindaco che è stato invitato e non vedo il Garante delle risorse idriche regionali, invitato anche lui a partecipare all'incontro di oggi» dichiara Palladino rivolgendosi agli intervenuti. La conclusione è semplice: «Se si decide di fare questa battaglia, sappiate che sarà una battaglia molto difficile, perché non avremo dalla nostra parte nessuno, non avremo né il Comune, né la Provincia e neanche la Regione».

La forza del Comitato dell'Acqua Pubblica è da sempre stata la straordinaria partecipazione dei cittadini, sintomo che esiste una situazione di disagio e che ci si adopera per il cambiamento. Numerosi coloro che hanno aderito alle iniziative messe in campo, una fra tutte, la raccolta firme per presentare in Consiglio comunale una delibera che approvasse una gestione pubblica e non privata della risorsa idrica. L'ente incriminato continua ad essere l'Acea Ato2. Il contratto con la città veliterna, analizzato in modo approfondito durante l'assemblea, si presenta in tutto e per tutto a danno dei cittadini. I veliterni pagano quasi il doppio dei vicini romani, i commercianti ricevono una bolletta che è quattro volte quella dei negozianti capitolini. «Perché dobbiamo essere noi cittadini a sollevare certe questioni e non il Consiglio comunale? – si interroga Palladino –. Abbiamo una rete idrica definita medievale, è da 20 anni che se ne parla: va rifatta. Se si decide di mandare più acqua i tubi scoppieranno ed è quello che sta già accadendo a Velletri. Nonostante questo problema strutturale non c'è un solo euro speso in investimenti».

Il contratto con l'Acea non è stato una scelta dei cittadini. Di questa questione se ne è parlato nella Conferenza dei Sindaci, dove si discute se approvare o bocciare dei piani, ma dove non sono ammesse modifiche a questi ultimi. Per questi motivi i veliterni ribadiscono il diritto di partecipare nella scelta del gestore che erogherà l'acqua, di decidere i piani di investimento e di essere informati sui costi a cui dovranno far fronte. «Ci hanno messo un servizio che non abbiamo scelto e a che condizioni!» dichiara un cittadino. «Non paghiamo la bolletta» propone un altro. I toni si fanno accesi e c'è chi dice: «Io sono per la battaglia, io sono uno di quelli che la bolletta non la paga perché voglio pagare il giusto e non subire un sopruso». Si apre il confronto e un intervento in particolare, scalda ancora di più la sala, ed è quello del Consigliere Gianfranco Cestrilli: «Porto il saluto del Sindaco» un inizio che non piace alla platea che ribadisce il disappunto per la mancata presenza del primo cittadino. In Consiglio, Cestrilli, era stato uno di quelli che non ha sostenuto il passaggio da una gestione privata a pubblica del servizio idrico e a questo proposito dichiara: «Preferireste che siano i politici anziché l'Acea ad occuparsi del servizio?». «Confonde una gestione pubblica con quella politica!» replica un cittadino in platea. «Vi ricordo che il Comune è in dissesto finanziario e che non è nella condizione economica di fare niente» conclude poi il Consigliere. La sala si fa sempre più animata ed è palpabile l'insoddisfazione dei cittadini. Esiste la necessità di giungere ad un accordo comune, anche se forse non può dirsi tale, data l'assenza delle istituzioni locali, provinciali e regionali. Il prossimo passo è un incontro con il Sindaco deciso in assemblea, "Se Maometto non va alla montagna è la montagna che va da Maometto", e così i cittadini, con Andrea Palladino in testa, decidono di recarsi, nei prossimi giorni, dal primo cittadino, per un confronto volto a trovare soluzioni.


fonte: http://www.castellinews.it/index.asp?id=7506&act=v&20091102


lunedì 2 novembre 2009

Al comune per bloccare le minacce di distacchi di acea

Care e Cari, sono state decise dall'assemblea cittadina del 31 ottobre azioni molto importanti per contrastare l'atteggiamento di acea. Il 06 novembre prossimo saremmo in Comune chiedendo all'amministrazione che intervenga per bloccare le minacce di distacco di acea.
Sieti tutti invitati dunque, venerdì 6 novembre alle 0re 12.00 al comune.

giovedì 22 ottobre 2009

Assemblea cittadina



Assemblea cittadina sullo stato delle risorse idriche nella città di Velletri:
  • lo stato dei reclami presentati ad Acea sulla tariffa dell'acqua;
  • i mancati investimenti;
  • la qualità dell'acqua;
  • l'adeguamento di Velletri alla tariffa di Roma.
La situazione attuale e le strategie future.

Tutti i cittadini sono invitati!
Luogo: Velletri, Via Lata 50 (dietro l'autolavaggio)
Giorno: sabato 31 ottobre 2009
Ora:16.00

martedì 13 ottobre 2009

Chi vuole regalare 2,4 milioni di euro ad Acea? La lotta per l'acqua prosegue con più forza

La conferenza dei sindaci ha finalmente accettato il principio – sostenuto dal comitato acqua pubblica di Velletri – di adeguare la tariffa della nostra città a quella di Roma.
Una decisione, però, incompleta e non sufficiente. Non sono stati considerati gli anni 2008 e 2009, come richiesto dai tanti cittadini di Velletri con contestazioni formali. Un guadagno extra per Acea di 2,4 milioni di euro, pagati dagli utenti e non dovuti.
Acea Ato 2 finora non ha risposto alle contestazioni, non rispettando così la Carta del servizio idrico integrato, che impone una risposta entro trenta giorni lavorativi. In cambio il gestore sta inviando massivamente solleciti di pagamento anche a chi ha contestato la bolletta, minacciando distacchi dell'utenza. Giova ricordare che l'antitrust ha già in passato condannato Acea ad una multa di 150 mila euro per aver tagliato forniture dell'acqua senza rispettare le procedure corrette, ovvero senza avvisare gli utenti con una lettera raccomandata.
La decisione di applicare la giusta tariffa solo dal 2010 è parziale e ingiusta. La conferenza dei sindaci del 2002, il disciplinare tecnico e il verbale di consegna firmato tra comune di Velletri e Acea prevedono chiaramente che la tariffa di Roma deve essere applicata a partire dal gennaio 2008. L'Ato 2 sostiene che non è stato possibile mantenere questo impegno perché non erano disponibili tutti i dati sulle fasce di consumo. Poco importa, viene da rispondere, visto che era un obbligo del gestore effettuare le letture subito – nel 2007 – per avere i dati necessari alla corretta applicazione della tariffa. Gli utenti non possono pagare più del dovuto per una mancanza del gestore.
Prendendo in considerazione l'articolazione tariffaria del comune di Roma per il 2008 e comparandola con quanto richiesto nei mesi scorsi da Acea ai cittadini di Velletri, la differenza è sostanziale, pari a circa 2,4 milioni di euro in più, per i due anni esclusi dalla conferenza dei sindaci, il 2008 e il 2009. Questi soldi non sono pochi: sono più di quanto serve per risolvere il problema dell'arsenico, ad esempio... Chiediamo, quindi, che venga inviata subito una risposta formale da parte di Acea ai cittadini che hanno presentato il reclamo.
Ma non ci fermiamo qui. La battaglia per un'acqua con un prezzo equo, con una qualità accettabile e a norma di legge, con un flusso continuo e senza ingiustificate interruzioni e con una gestione democratica deve continuare, con più forza di prima. Ora sappiamo che la mobilitazione dei cittadini può costringere Acea, l'Ato e i comuni a compiere scelte giuste. Sappiamo che senza la contestazione di centinaia di cittadini di Velletri mai la conferenza dei sindaci avrebbe preso in considerazione i problemi di Velletri. Questa è la vittoria della società civile di Velletri. I partiti, come sappiamo, a luglio avevano fatto scelte differenti, respingendo la delibera popolare che avrebbe sancito il principio sacro che l'acqua non è una merce. Tutti ricordano, ad esempio, la mozione votata dalla maggioranza - dopo aver respinto la delibera popolare - dove venivano promesse azioni dure nei confronti di Acea: tutto è rimasto lettera morta.

Ripartiamo quindi con una assemblea cittadina, per discutere insieme i prossimi passi. L'appuntamento è per sabato 31 ottobre 2009, alle ore 16, presso l'associazione “Velletri cinque stella”, Via Lata 50 (dietro l'autolavaggio). E' importante la partecipazione di tutti.

giovedì 24 settembre 2009

GRAZIE AL COMITATO ACQUA PUBBLICA IL CASO VELLETRI SARA' AFFRONTATO NELLA PROSSIMA CONFERENZA DEI SINDACI DELL'ATO 2

Una prima vittoria del comitato acqua pubblica è arrivata in questi giorni. La Segreteria Tecnica Operativa dell'Ato 2 - dopo aver ricevuto più di 260 reclami da parte di cittadini di Velletri - ha riconosciuto che la tariffa dell'acqua nella nostra città non è a norma. Di conseguenza la prossima assemblea dei sindaci - che si terrà presso la Provincia di Roma il prossimo 7 ottobre - avrà all'ordine del giorno una proposta di delibera per applicare a Velletri la tariffazione in vigore nella città di Roma, come chiede da più di un anno il comitato acqua pubblica.
E' bene sottolineare che questa decisione è un atto dovuto che arriva con due anni di ritardo. I cittadini di Velletri hanno infatti chiesto che la tariffa corretta sia applicata anche per il 2008 e il 2009, come era chiaramente previsto dal verbale di consegna del sistema idrico integrato firmato nel 2006. Non ci accontentiamo, quindi, di questa proposta e proseguiremo in ogni caso la nostra battaglia per difendere il diritto a un'acqua con prezzo giusto e una qualità a norma di legge. La proposta della Segreteria tecnica operativa (che è l'organo costituito presso la provincia per sovra intendere la gestione dell'acqua) riconosce in ogni caso la correttezza formale e sostanziale della rivendicazione del comitato acqua pubblica.
Chiediamo però che Acea e il Comune di Velletri rispondano quanto prima alle 260 contestazioni formali fino ad oggi presentate. Il termine previsto di 30 giorni lavorativi per la risposta è ampiamente scaduto per gran parte dei reclami. Chiediamo poi che il Comune di Velletri proponga nell'assemblea dei Sindaci che l'applicazione della tariffa di Roma decorra già a partire dal 2008, come richiesto dai cittadini della città.
Vogliamo infine ricordare al Sindaco di Velletri che sono molte le vertenze aperte sulla questione acqua:

- qualità scadente, con alto tasso di metalli
- nessuna informazione sullo stato di avanzamento dei lavori per la potabilizzazione
- nessuna informazione sulla qualità dell'acqua, prevista dalla legge e dalla carta dei servizi
- mancata applicazione della tariffa sociale
- continua emergenza idrica e mancanza dell'acqua fino a 20 ore al giorno nel centro storico e in molte contrade
- metà del territorio della città non coperto da depurazione
- nessun potere reale di controllo per il consiglio comunale
- mancati investimenti per il rifacimento della rete idrica cittadina


Ci auguriamo che il Comune di Velletri porti questi punti in Conferenza dei sindaci, rifiutando nel contempo ogni ulteriore richiesta di aumento delle tariffe, già preannunciato dal presidente di Acea Cremonesi, che ha chiesto un incremento del 10% delle bollette dell'acqua.
Noi seguiremo i lavori della Conferenza dei sindaci minuto per minuto.

venerdì 7 agosto 2009

"chiediamo un aumento da 1,30 euro a 1,43 euro a metro cubo, 13 centesimi di cui una famiglia neanche si accorgerebbe» Cremonesi presidente di Acea


Repubblica: Acea, arriva la stangata sull´acqua Chiesto un aumento del 10 per cento

L´Acea chiede gli aumenti: "Tredici centesimi in più al metro cubo". Il presidente Cremonesi: "Serviranno per ristrutturare la rete idrica". Con la semestrale crollo dell´utile netto della società. Il rincaro dovrebbe servire per ristrutturare la disastrata rete idrica
di Giovanna Vitale
Batte cassa il presidente di Acea. Insoddisfatto per una semestrale che ha registrato il crollo dell´utile netto (-24% a 55 milioni) e del Mol (-7%), anche a causa della flessione dei consumi elettrici, Giancarlo Cremonesi tira fuori dal cilindro una proposta destinata a pesare esclusivamente sulle tasche dei cittadini: aumentare il prezzo dell´acqua. Un piccolo ritocco, 13 centesimi al metro cubo, necessario per ristrutturare la disastrata rete idrica.

Il sasso è stato lanciato lunedì scorso dal palco di CortinaIncontra, la manifestazione che mixa economia e mondanità organizzata dai coniugi Cisnetto nel cuore della valle ampezzana. «L´acqua in Italia è più a buon mercato che in tutto l´Occidente», ha premesso l´ex leader dei costruttori romani, aggiungendo poi che tutto il mondo delle «multiutility sta impostando un lavoro sulla rete idrica senza costi per lo Stato». E siccome è ora che «vengano riconosciute nelle tariffe gli investimenti che siamo pronti a fare, chiediamo un aumento da 1,30 euro a 1,43 euro a metro cubo, 13 centesimi di cui una famiglia neanche si accorgerebbe». Qualcosa più di un´idea, dal momento che già «a settembre, con questo piccolo aumento, si potrebbero aprire cantieri per ammodernare la rete idrica per alcuni miliardi di euro», ha concluso Cremonesi.

Una proposta che non trova ostacoli da parte del governo. «Cremonesi ha ragione», ha infatti subito replicato il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli. «Il tema ha degli aspetti sociali molto forti per cui l´acqua da noi ha sempre avuto un prezzo "politico". Tutto ciò però ci è costato molto perché abbiamo un sistema degli acquedotti obsoleto che ci fa perdere il 42% dell´acqua».

Contrarissimo il Pd. «Invece di mettere le mani nelle tasche dei cittadini Cremonesi farebbe bene a fare mea culpa per capire come sia stato possibile, in soli sei mesi di gestione, far scendere l´utile netto della semestrale del 24,2% sebbene abbia ereditato dalla gestione Mangoni un utile di 186mln di euro», attacca il vicepresidente della commissione Bilancio, Alfredo Ferrari. «Prima di cercare all´esterno soluzioni, sarebbe meglio fare autocritica e chiarire quali siano le politiche aziendali».
(07 agosto 2009)

Fonte: http://roma.repubblica.it/dettaglio/acea-arriva-la-stangata-sull%C2%B4acqua-chiesto-un-aumento-del-10-per-cento/1690776

martedì 28 luglio 2009

Comunicato stampa

Sono passati quattro giorni dalla bocciatura da parte del consiglio comunale di Velletri della nostra proposta per una gestione del servizio idrico basata su principi di equità, di conservazione della risorsa e di giustizia. In quattro giorni abbiamo ricevuto numerose segnalazioni su intere zone di Velletri senza acqua, su bollette con cifre stratosferiche per famiglie con redditi bassi, sul continuare dei tanti disservizi del gestore, a dimostrazione dell'aggravarsi della situazione. E proprio oggi l'autorità d'ambito – composta da tutti i Sindaci della provincia di Roma – ha deciso di rinviare la conferenza che doveva discutere il nuovo piano degli investimenti. Nessuno ha spiegato ai cittadini il perché del rinvio, ma, forse, qualche Sindaco avrà chiesto spiegazioni sui molti punti oscuri della gestione dell'acqua. O forse avranno saputo che il Comitato dell'acqua pubblica di Velletri e il Forum nazionale dei movimenti per l'acqua sarebbero stati presenti, chiedendo di discutere i problemi concreti e quotidiani dei cittadini, che ormai in tanti fanno finta d'ignorare. Quando, lo scorso dicembre, si trattava di votare gli aumenti tariffari, la conferenza dei Sindaci si è tenuta nonostante le richieste di molti Sindaci di rinviare la decisione, per poter ascoltare i consigli comunali. Quando, però, si tratta di parlare di soldi da spendere per gli investimenti, la convocazione arriva con mesi di ritardo e basta un pretesto qualsiasi per rinviarla, avvisando i Sindaci il giorno prima.

Per ultimo abbiamo poi letto l'intervento dell'ex Sindaco di Velletri Valerio Ciafrei, che, in sostanza, ha confessato l'incapacità dei passati amministratori della città nella gestione dell'acqua, immaginiamo includendosi nella lista. A chi non crede nella capacità di governare con equità, competenza e coraggio la cosa pubblica consigliamo di occuparsi d'altro, rinunciando a qualsiasi ruolo nella pubblica amministrazione. Magari può entrare in una impresa privata e diventare un ottimo manager...

In ogni caso ci sembra che la nostra proposta di delibera non sia stata letta dal Pd, oppure non è stata capita, il che può accadere ovviamente. Dire, infatti, che la delibera d'iniziativa popolare va contro la costituzione degli Ato è un falso. Pretendere di gestire 113 comuni estremamente differenti dal punto di vista idrico con un unico gestore è evidentemente una forzatura nata per motivi squisitamente economici e politici, non certo per una gestione ottimale. Tutti sanno che è così, tutti sanno che alla fine degli anni '90 un patto trasversale tra il centrodestra (Moffa) e il centrosinistra (Veltroni) condizionò pesantemente – anche attraverso la redazione della legge regionale sugli Ato, scritta da Michele Meta e Raimondo Besson – il disegno della gestione dell'acqua nel Lazio. Per questo, ricordiamo, che la proposta chiedeva di avviare un progetto per la costituzione di un gestore pubblico per i Castelli romani e non l'uscita dall'Ato. E' infatti assolutamente possibile avere più gestori all'interno dello stesso ambito idrico. Chi, invece, chiede la costituzione di un nuovo Ato è il Pd, nella mozione d'indirizzo votata dalla maggioranza.

Per quanto riguarda la “fattibilità” della nostra proposta vogliamo ricordare i comuni che già hanno inserito nello statuto il principio dell'acqua come bene senza rilevanza economica: Comune di Anghiari (AR), Comune di Anguillara Sabazia (RM), Comune di Caserta (CE), Comune di Corchiano (VT), Comune di Cormons (GO), Comune di Fiorano Modenese (MO), Comune di Fumane (VR), Comune di Genova (GE), Comune di Gubbio (PG), Comune di Licodia Eubea (CT), Comune di Mineo (CT), Comune di Pietra Ligure (SV), Comune di Povegliano Veronese (VR), Comune di Prevalle (BS), Comune di Sommacampagna (VR). La stessa proposta è poi in discussione nei comuni di Ferrara e di Torino, mentre nei giorni scorsi si sono incontrati un centinaio di municipi siciliani per discutere proprio di gestione pubblica dell'acqua. I comuni che, infine, hanno avviato un percorso per la ripubblicizzazione dell'acqua, aderendo al Forum nazionale dei movimenti per l'acqua, sono quasi un centinaio. La lunga lista è disponibile sul sito www.acquabenecomune.org.

E' ora necessaria una riflessione tranquilla e, soprattutto, è indispensabile spiegare ai cittadini che la nostra battaglia per l'acqua pubblica, basata su principi di equità e giustizia sociale continuerà, più solida di prima. Sono loro i nostri unici referenti, i mandanti della nostra lotta, e gli unici ai quali rispondiamo.

Il nostro impegno per ora si raddoppia. Aiuteremo tutti i cittadini di Velletri a presentare reclami formali ad Acea, aprendo uno sportello due volte a settimana, presso il dopolavoro ferroviario: il mercoledì e il venerdì, dalle 17.30 alle 20.00. Contesteremo anche l'inerzia del Comune di Velletri, quando, ad esempio, il Sindaco non risponde ai cittadini che chiedono informazioni sulla qualità dell'acqua. O quando assisteremo a possibili conflitti d'interesse tra chi ricopre cariche pubbliche, occupandosi di investimenti e – contemporaneamente – gestisce da amministratore delegato aziende che eseguono appalti per Acea Ato 2. In questo senso il Comitato e il Forum nazionale hanno chiesto all'Autorità d'ambito (il presidente della provincia di Roma), alla STO e al Coviri di valutare con attenzione la posizione di Fausto Servadio. Abbiamo infatti appreso che la società Micor srl, di proprietà del Sindaco, avrebbe in corso un appalto con Acea Ato 2. Abbiamo dunque chiesto al presidente Zingaretti di valutare se sussista l'obbligo di astensione per Fausto Servadio, avendo la doppia veste di amministratore delegato della Micor e di componente della Conferenza dei Sindaci. Attendiamo ora una risposta, sicuri che lo stesso Sindaco saprà valutare la situazione.

Denunceremo, infine, tutte le politiche del gestore privato – ma anche le possibili connivenze delle amministrazioni locali – che mettono a rischio le falde acquifere, perforando nuovi pozzi e non affrontando il disastro ambientale dei tantissimi scarichi non a norma nella nostra città. Valuteremo, in questo senso, se quanto pagato negli anni passati dai cittadini per scarichi non collegati al depuratore possa essere richiesto a titolo di rimborso, sia ad Acea (per il 2007 e 2008) sia al Comune di Velletri.

Velleri/Acqua Pubblica: Acea contro la Regione, la Giunta con chi sta?

Intervento del Comitato Acqua Pubblica di Velletri

«Chiediamo al Sindaco di firmare subito un'ordinanza vietando lo scavo di nuovi pozzi nel territorio di Velletri. Alle belle parole devono seguire i fatti»

Redazione


(Velletri - Attualità) - «La Regione ha deciso che è vietato scavare nuovi pozzi nell'area dei Castelli romani. È quanto dichiarato dall'Assessore all'ambiente della Filiberto Zaratti. Il sistema idrico della zona a sud di Roma è particolare e delicato – scrive il Comitato Acqua Pubblica – con una forte riduzione dei laghi, un abbassamento delle falde acquifere e l'inquinamento dovuto soprattutto alla pessima depurazione. Assistiamo, poi, da anni ad un prelievo folle dell'acqua attraverso i pozzi, senza i necessari investimenti sugli acquedotti da parte del gestore privato Acea Ato 2. La regione Lazio propone giustamente di bloccare subito la realizzazione di nuovi prelievi e lo scavo di nuovi pozzi. Ma mentre a Roma si discute, la nostra acqua viene espugnata, si potrebbe dire ricalcando il detto latino. Martedì prossimo i Sindaci dell'Ato 2 saranno chiamati a votare un nuovo piano degli investimenti misero, che viola palesemente queste indicazioni della Regione. Acea Ato 2 sta proponendo, con il consenso della Segreteria Tecnica Operativa dell'Ato, ancora il ricorso allo scavo di nuovi pozzi».

«Chiediamo quindi al Sindaco di Velletri – ovvero a chi lo rappresenterà – un atto di responsabilità istituzionale, seguendo le indicazioni della Regione in Conferenza dei Sindaci e respingendo di conseguenza al mittente il piano d'investimento di Acea, anche perché i soldi che vorrebbero investire a Velletri per i prossimi tre anni sono ridicoli, ovvero 500mila euro all'anno. Non solo. Acea propone di scavare nuovi pozzi nel territorio di Velletri per sostituire quelli della società dei fratelli Vicario. Siamo ovviamente convinti che non debbano esistere pozzi privati per il sistema idrico integrato, ma – come dice la Regione – non è più possibile continuare ad attaccare la falda idrica. Chiediamo quindi al Sindaco – conclude la nota – che in conformità con quanto richiesto dalla Regione Lazio firmi subito un'ordinanza vietando lo scavo di nuovi pozzi nel territorio di Velletri. Alle belle parole che dicono di voler difendere le risorse idriche devono seguire i fatti. Altrimenti hanno solo un nome, bugie»

fonte: http://www.castellinews.it/index.asp?act=v&id=5885

venerdì 24 luglio 2009

PD e IDV bocciano la delibera di iniziativa popolare

Ora sappiamo. Sappiamo che i cittadini di Velletri non hanno il loro Comune pronto a difenderli. Sappiamo che il partito democratico di Velletri, guidato dal sindaco imprenditore Servadio, preferisce difendere le multinazionali che stanno assetando la nostra città. Sappiamo che il Pdl preferisce astenersi, perché non si sa mai. Sappiamo dove andremo a bussare, quando non avremo acqua in casa, quando non potremo dare da bere ai nostri figli, per l'alto contenuto d'arsenico della nostra acqua. Sappiamo che chi sta in consiglio comunale esprime tutta l'ipocrisia della politica che noi cittadini non vogliamo più.

Un grazie a Sergio Andreozzi, Massimo Andolfi, Marilena Ciarcia e Gianluca Trivelloni per il loro coraggio, e per il loro si all'acqua bene comune, pubblica, equa e giusta per tutti.
Domani, come sempre, riceviamo i cittadini per le contestazioni delle bollette. Spiegheremo loro la decisione di questa giunta, che ha dato carta bianca ad Acea, mentendo a tutti.

Due notazioni: la prima che Luigi Crocetta che dice di aver aderito all'IDV - partito che sta portando avanti la battaglia per l'acqua pubblica in tutta Italia - ha tradito il suo partito e i cittadini. La seconda che i giovani consiglieri del Pd(Ciafrei e D'Andrea) hanno votato secondo i canoni della politica più vecchia e triste che ha distrutto questa città in passato. Di questa gente, sinceramente, ne possiamo fare a meno. Non è onesto predicare rinnovamento e idealità della politica e poi comportarsi come i vecchi e navigati volponi e parrucconi.

Questa città meriterebbe altro.

giovedì 23 luglio 2009

In consiglio comunale la votazione della delibera di iniziativa popolare

















La delibera di iniziativa popolare chiede l'inserimento, nello statuto comunale del seguente articolo:

1. Il Comune di Velletri riconosce il diritto umano all’acqua, ossia l’accesso all’acqua come diritto universale, inalienabile e indivisibile. Il Comune riconosce quindi lo status del servizio idrico integrato come servizio privo di rilevanza economica. La gestione del servizio idrico integrato dovrà avvenire attraverso la costituzione enti consortili di bacino idrico esclusivamente pubblici, garantendo la partecipazione e il controllo da parte della comunità.

Inoltre:

2. Il consiglio afferma di conseguenza il principio della proprietà e gestione pubblica del servizio idrico nonché quello della solidarietà da attuarsi attraverso una modulazione tariffaria che garantisca il minimo gratuito di 50 litri al giorno per ogni persona come stabilito dall’ONU, disincentivando lo spreco con aumenti progressivi per fasce di consumo e vietando l’abuso della quantità fruibile per ogni persona, ancorché pagata, in base al principio che lo spreco della risorsa non può essere compensato monetariamente, poiché l’acqua non è un bene commerciale, ma un diritto da salvaguardare per il presente e per il futuro;

3. Viene dato mandato alla giunta di promuovere nel territorio comunale azioni coerenti con i principi esposti e finalizzate ad una gestione democratica, responsabile, sostenibile ed equa del servizio idrico, attraverso:

    1. L'informazione puntuale della cittadinanza sulla qualità dell’acqua con pubblicazione delle analisi chimiche e biologiche in ogni quartiere e contrada;

    2. L'uso prioritario delle acque non inquinate per uso domestico;

    3. La predisposizione di un piano tecnico per il rifacimento della struttura idrica della città, individuando priorità, tempi di attuazione e modalità di finanziamento;

    4. La promozione di una campagna di sensibilizzazione sul risparmio idrico con incentivazione all'uso di riduttori di flusso;

    5. L'introduzione in campo edilizio ed urbanistico della doppia conduttura e riciclo delle acque piovane;

    6. L'avviamento di progetti di riuso delle acque reflue dei depuratori per usi agricoli ed industriali;

    7. l controllo e la repressione dei prelievi abusivi;


4. Viene dato mandato alla giunta di presentare entro 90 giorni a questo Consiglio un progetto per la realizzazione di un consorzio dei Castelli romani per la gestione pubblica del servizio idrico integrato e la predisposizione di un bilancio idrico di bacino nel rispetto dell’equilibrio ambientale;

5. Il consiglio in tal senso indica la buona pratica del bilancio partecipato come principio guida del futuro consorzio pubblico per la gestione del Sistema Idrico Integrato nei Castelli romani.

6. Il Comune di Velletri aderisce al coordinamento degli enti locali per l'acqua pubblica, promosso dal Forum Nazionale dei movimenti per l'acqua pubblica.

7. L'Assessorato con delega ai rapporti con Acea Ato 2 istituisce un apposito servizio per raccogliere ed elaborare tutte le segnalazioni sulle violazioni delle norme previste dalla Convenzione di gestione, dai sui allegati (a titolo esemplificativo: Disciplinare tecnico, Piano d'ambito, etc.) , delle norme nazionali e regionali sul Sistema idrico integrato e delle norme ambientali da parte dell'attuale gestore del SII. Le segnalazioni potranno essere inviate dai cittadini, dai comitati spontanei e dai consiglieri comunali.

mercoledì 15 luglio 2009

Contestazione bolletta acea

A partire da oggi - 15 luglio 2009 - sarà possibile rivolgersi al comitato per contestare le bollette di acea ato2.
Questi gli orari:
mercoledì e venerdì dalle 17.30 alle 20.00
Dove:
Dopolavoro ferroviario, di fianco alla stazione FS di Velletri
email:
acquapubblicavelletri@gmail.com

mercoledì 8 luglio 2009

Importante denuncia di Medicina democratica sull'Arsenico a Velletri


(Articolo pubblicato originalmente l'8 luglio 2009)

L'informazione è stata giudicata parziale, falsa e illegale. Vi preghiamo quindi di riportare integralmente la valutazione indipendente dell'associazione di medici, che lanciano l'allarme sulla situazione dell'acqua nella nostra città.
Vista l'importanza del tema, abbiamo chiesto all'associazione nazionale di medici "Medicina democratica" di valutare l'avviso diffuso dal Comune di Velletri, da Acea Ato 2 e dalla Asl RM H in relazione alla presenza dell'arsenico, del fluoro e del vanadio nell'acqua di Velletri.
Il comitato vigilerà da vicino la situazione, denunciando tutte le eventuali omissioni, a tutela della salute della nostra città.
COMITATO ACQUA PUBBLICA VELLETRI
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Comunicato/ Rischio dell’Arsenico a Velletri e falsa informazione in ACEA ATO2
In merito all’ Avviso alla cittadinanza pubblicato dal Comune di Velletri sottoscritto insieme ad ACEA ATO2, Segreteria Tecnico Operativa di ATO2 e ASL RMH del 6 luglio 2009 dove si sostiene che la deroga richiesta è stata concessa dalla Regione Lazio affinché le concentrazioni degli elementi tossici Fluoro, Arsenico, Vanadio possano salire rispettivamente a:
- Fluoro fino a 2,5-3 mg/ litro
- As fino a 50 microgrammi/ litro
- Vanadio fino a 100 microgrammi/ litro
e che “è importante evidenziare che i nuovi limiti sono estremamente cautelativi e il loro superamento entri i valori massimi ammissibili non provoca effetti acuti”…
Ricordiamo alla popolazione
che il decreto legge n. 31 del 2001, entrato in vigore a dicembre del 2003, stabilisce i criteri che deve avere l’acqua per essere destinata al consumo umano, cioè potabile.
L’acqua deve essere salubre e pulita e non contenere nessuna sostanza in quantità o concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute umana.
Dalla fine del 2003, in teoria, l’acqua potabile dovrebbe essere al di sopra di ogni sospetto.
Il Decreto legislativo n. 31 del 2001 fissa una serie di parametri molto restrittivi per i veleni che possono provocare danni alla salute. Ma ecco l’inghippo: i gestori idrici hanno chiesto, tramite le regioni, di poter distribuire in taluni casi acqua "non potabile", grazie a un decreto specifico che consente di alzare temporaneamente i limiti previsti per talune sostanze tossiche. L’inghippo si chiama “deroga”, prevista dalla Comunità Europea in casi eccezionali (Direttiva 98/83/CE), per periodi limitati di tempo e a condizioni ASSOLUTAMENTE non aggirabili in nessun modo qualora se ne faccia uso. La normativa per il rilascio delle “deroghe” esige che:
  1. La deroga non rappresenti un rischio per la salute umana
  2. L’ approvvigionamento delle acque potabili non possa essere mantenuto nella zona con altro modo congruo.
  3. La deroga abbia durata più breve possibile, non superiore ai tre anni (rinnovabile solo due volte).
In particolare la normativa sulle deroghe prevede che
  1. La popolazione sia informata preventivamente in modo esauriente sulle condizioni attuali dell’acqua in relazione alla sua potabilità.
  2. La popolazione sia informata immediatamente, qualora l’acqua NON sia più potabile, in quanto siano stati superati i limiti previsti per legge dalla Comunità Europea e accettati dall’Italia tramite la suddetta legge, attraverso pubblici avvisi spiegando dettagliatamente i danni alla salute in cui può incorrere non solo in acuto, ma soprattutto a DISTANZA e dunque per intossicazione CRONICA come tumori e malattie degenerative..
  3. La popolazione sia informata accuratamente che per poter erogare l’acqua comunque, anche se NON potabile, deve essere richiesta una deroga valida solo per 3 anni, che viene concessa dunque SOLO per ragioni di grave impossibilità a fornire acqua potabile nei limiti di Legge, rinnovabile per motivi ancora più gravi o gravissimi solo altre due volte
  4. La popolazione sia informata che il Gestore ha l’OBBLIGO di instaurare contestualmente tutte le azioni indispensabili per restituire all’acqua la potabilità riportando gli inquinanti entro i limiti di Legge nel tempo più breve possibile.
  5. La popolazione sia informata che qualora il Gestore ritardi o non metta in atto tutte le procedure realizzando gli investimenti necessari sarà sanzionato dalla UE , multe che pagheremo ancora noi cittadini con i nostri soldi.
Ricordiamo alla popolazione che cosa sia l’Arsenico e come siano nate le “deroghe”

«Nella Toscana meridionale sono stati raccolti alcuni campioni di acqua potabile con concentrazione di Arsenico superiore al limite consentito dalla normativa vigente», ammette Mario Dall’Aglio, già docente di Geochimica ambientale alla Sapienza di Roma. «Una deroga è stata concessa, consecutivamente per quattro anni, dalla Regione Toscana e in parte nel Lazio. Deroghe di questo tipo sono una vecchia consuetudine italiana», dice Dall’Aglio, «ma nel passato sono state applicate per sostanze con tossicità non elevata e in assenza di effetti marcatamente cronici (ad esempio, per i fitofarmaci). Oggi sappiamo bene che l’assunzione di Arsenico può indurre rischi alla salute davvero gravissimi e irreversibili come tumori interni, con periodo di latenza anche superiore ai10-15 anni».
Non ci risulta ad oggi che nessuna di queste condizioni in relazione alla informazione dovuta e agli conseguenti all’inquinamento da Arsenico siano state rispettate dal Comune di Velletri, prima,e da ACEA ATO2 subentrata poi nella gestione dell’acqua di Velletri.
Denunciamo pertanto questo Avviso pubblico come:
  • parziale perché nasconde la vera informazione prevista per Legge dalla Comunità Europea: la popolazione non è mai stata informata nei modi e nei tempi previsti dalla Legge in vigore dal dicembre del 2003;
  • falso perché volutamente fa credere alla popolazione che i danni attesi da questi tossici siano quelli acuti, quando tutta la letteratura scientifica mondiale (e la legislazione europea) lancia da sempre l’allarme sui danni non tanto per l’esposizione acuta, quanto piuttosto a distanza per contaminazione cronica. Il vero rischio dell’ìnquinamento è cronico, infatti la UE prevede un limite massimo dell’As a 10 microgrammi litro e l’OMS sta pensando di abbassarlo ulteriormente in quanto l’Arsenico è in classe 1 per i tumori (= rischio massimo); inoltre non è previsto da nessuna Legge che i cittadini dei territori vulcanici debbano per forza bere acqua arsenicata;
  • illegale perché realizzato non secondo i criteri previsti dalla Legge italiana ed europea in merito alle comunicazioni sul tema da riservare ai cittadini:
  • illegittimo in quanto l’Italia ha preso un impegno etico solenne aderendo, come Paese che fa parte dell’ONU, al Patto del CESCR.
"I Paesi che hanno aderito al Patto del CESCR (Pacte relatif aux droits économiques et culturels en novembre 2002) avranno l'obbligo di rispettare, proteggere e soddisfare il diritto delle persone a bere una acqua sana. L'obbligo di rispettare tale diritto impone agli Stati aderenti al Patto di impedire la messa in opera di pratiche che portino all'ostacolo del godimento di questo diritto attraverso:
- pratiche condizionanti l'accesso a l'acqua POTABILE in modo equo;
- polluzione illegale dell'acqua da scarichi effettuati grazie alla mancanza di strutture di controllo dello Stato."
(Nota bene: tra i Paesi che hanno aderito è inclusa l'intera Europa prima dell’allargamento.)
Cittadini di Velletri,
come vedete i due versanti sono delineati con nettezza: da una parte dobbiamo avere il diritto all'accesso ad una quantità equa pubblicamente controllata di 50 litri d’acqua gratis al giorno, dall'altra è indispensabile il diritto ad avere garanzie sulla qualità equa, come previsto dall’ONU e dall’OMS, che per essere tale, anche in questo settore deve essere pubblicamente controllata . Ma i due versanti in questione riguardano la stessa goccia. Ergo, il diritto non è garantito non solo se manca l’acqua, ma anche se l'acqua di fatto non è assolutamente potabile!
Invitiamo pertanto con fermezza i firmatari:
  • a ritirare immediatamente questo Avviso in quanto pericoloso per la salute pubblica e sostituirlo immediatamente con un Avviso e con una Campagna informativa corretta realizzata rigorosamente a norma di Legge;
  • a rinunciare ad ogni ed ulteriore deroga considerato che la presente è già stata chiesta per il limite massimo possibile per l’Arsenico di ben 50 microgrammi/l;
  • a varare subito tutti gli investimenti necessari per eliminare definitivamente l’inquinamento da As e rientrare al più presto nei limiti dei 10 microgrammi/ litro previsti per Legge.
Medicina Democratica

mercoledì 1 luglio 2009

Attenzione: Bollette Acea, vanno contestate immediatamente

Il comitato Acqua pubblica di Velletri invita i cittadini a sospendere - entro i termini di scadenza - il pagamento delle bollette del servizio idrico integrato, la cui emissione è prossima.
La tariffa pubblicata lo scorso aprile relativa al 2008 - e che sarà utilizzata per il calcolo della prossima fattura - si basa su scelte estremamente dubbie, che il comitato sta contestando formalmente.
Dal 2008, infatti, doveva essere applicata nel comune di Velletri la stessa tariffa di Roma, decisamente più vantaggiosa, fino a circa cinque volte meno cara. Non solo. Acea Ato 2 - con il consenso dell’Ato e dei sindaci - continua ad applicare il minimo contrattuale impegnato, ovvero il consumo presunto minimo di 150 mc all’anno. Questa forma di fatturazione è stata abolita fin dal 2001 dal CIPE e in una città come Velletri, sottoposta a turnazione del flusso dell’acqua, è assolutamente improponibile.
Ma c’è di più. La legge che stabilisce il metodo per il calcolo corretto della bolletta dell’acqua - il “metodo normalizzato” - prevede che la tariffa sia legata ad un parametro della qualità del servizio chiamato MALL. Questo meccanismo, in sostanza, diminuisce il ricavo del gestore - e quindi il costo dell’acqua - se non viene mantenuta una qualità del servizio alta. Ebbene questo metodo non è stato rispettato al momento dell’ultima conferenza dei sindaci che ha approvato la nuova tariffa.

Di fronte a queste palesi violazioni delle norme che regolano il rapporto con Acea Ato 2, il comitato acqua pubblica di Velletri sta preparando un ricorso al Coviri - il comitato nazionale di vigilanza sui servizi idrici - chiedendo un immediato intervento.

Chiediamo quindi ai cittadini di Velletri di presentare immediatamente un reclamo scritto ad Acea, sospendendo il pagamento della fattura fino alla soluzione della vertenza. Ricordiamo che presentando un reclamo formale il gestore sarà obbligato a rispondere ad ogni cittadino entro 30 giorni lavorativi.

Il comitato acqua pubblica organizzerà nei prossimi giorni uno sportello di supporto - assolutamente gratuito e volontario - per chi vorrà presentare il reclamo. Analizzeremo insieme la bolletta e vi forniremo l'aiuto anche legale per contestare la fattura.

Riteniamo fondamentale far valere i nostri diritti, per obbligare il gestore, l’Ato 2, il comune, la provincia e la regione a fornire acqua con un prezzo equo, di qualità e senza le insopportabili turnazioni.

venerdì 19 giugno 2009

A Viterbo la Regione finanzia l'acqua pubblica

La Talete e l'acqua pubblica sono salve
Approvata dalla Regione la delibera, arriveranno oltre 8 milioni di euro


La Regione Lazio ha approvato la delibera che permetterà alla Talete di essere risanata e di iniziare quel percorso virtuoso per cui era nata per gestire l’acqua pubblica, ovvero uno dei settori più importanti sia dal punto di vista economico che, visti i tempi che corrono, valoriale.
Entro il 2009 arriveranno quindi alla Talete un milione e cinquecentomila euro. Nel 2010 saranno 3milioni di euro, nel 2011 altri 3 milioni di euro. Non basta. A questi oltre 7 milioni di euro si aggiungerà un altro milione e mezzo di euro che la Regione Lazio rastrellerà sul mercato finanziario. Come dire, insomma, che La Pisana crede profondamente all’acqua pubblica e al progetto Talete, disegnato e sostenuto dalla presidenza Corbo.
Ed è proprio il presidente Roberto Corbo ad esprimere tutta la soddisfazione per un percorso in cui si è speso con convinzione e determinazione. Un percorso che si conclude ma che, per altri versi, inizia proprio in questo momento.
“E’ una fase importante e forse decisiva – dice infatti il presidente di Talete - di cui non si può non essere estremamente soddisfatti. Vorrei perciò ringraziare tutti gli attori che hanno contribuito al raggiungimento di questo obiettivo: i sindaci che hanno fatto la loro parte confrontandosi con una realtà profondamente diversa da quella di dodici anni fa, cioè da quando si erano fermate le tariffe. Poi ancora l’Ato e la Provincia a cui va riconosciuto un ruolo di regia, il Comune capoluogo che ha saputo svolgere fino in fondo la sua parte e la società che ha saputo costruire e predisporre una base certa su cui andarsi a confrontare in Regione e con tutti gli altri interlocutori”.
“Una sfida è stata vinta – conclude Corbo – ed avrà ricadute positive in un settore nevralgico per tutto il territorio. Ma altre sfide ci attendono e noi, tutti, saremo ancora qui con le maniche rimboccate.

(da Viterbo Oggi)

Iniziativa popolare? "La massa va educata", rispondono in consiglio comunale

Questa sera si è conclusa la discussione sulla proposta d'iniziativa popolare per l'istituzione del difensore civico a Velletri. Era stata presentata da una lista civica, che ha anticipato di qualche giorno la nostra deliberazione per l'acqua pubblica, messa in calendario per fine luglio.
Era importante assistere, sia per il tema più che nobile, sia per vedere che succede in consiglio comunale quando sono i cittadini a presentare direttamente delle proposte.
Diciamo subito che la prposta d'istituzione del difensore civico è stata bocciata dalla maggioranza del Pd. Hanno invece votato a favore il centro destra - che è all'opposizione - e il consigliere della sinistra arcobaleno Sergio Andreozzi, che, pur stando in maggioranza, ha avuto il coraggio di non accettare gli ordini di scuderia.
Ma la serata ha insegnato molto sul senso della democrazia che alcuni consiglieri hanno. Vale la pena raccontarla.
Quando si sta avvicinando il momento del voto, un consigliere della minoranza, Gianni Cerini, dichiara che voterà a favore del difensore civico e, a fine luglio, della proposta per la ripubblicizzazione dell'acqua: "Voterò anche contro Acea Ato 2", spiega con chiarezza.
E' il finimondo. Dai banchi del Pd si alza un consigliere - di cui non conosciamo il nome - e comincia a gridare contro il consigliere Cerini (come si vede dalla foto). Appare chiaro che la seduta di oggi è prodromica alla prossima discussione sulla delibera che cercherà di far inserire nello statuto comunale il principio che l'acqua non è un bene economico, chiedendo alla giunta di preparare un progetto per la costituzione di un consorzio pubblico per il bacino idrico dei castelli romani.
Il partito democratico è teso. E' paradossale respingere una proposta presentata dai cittadini su un tema che non può che essere condivisibile, come l'istituzione del difensore civico. E sa di avere in calendario la discussione sulla ripubblicizzazione dell'acqua.
Prende la parola Sandro De Santis, ex Dc, ex Margherita e oggi consigliere del Pd. Argomenta, spiega, e poi conclude: "La massa va educata". Ovvero, se il popolo si sbaglia e presenta un'iniziativa che a lui non piace, qualcuno la dovrà pur educare...
Un membro del comitato promotore della delibera commenta a voce alta - e con una certa ragione -: "Io da te non mi faccio educare". E' un attimo e il consigliere De Santis scende dal banco e si scaglia verso il gruppo dei promotori, cercando di raggiungere chi lo aveva criticato.

Vi mostriamo la fotosequenza, perché rende l'idea del rispetto per il consiglio comunale, per le idee diverse, per la democrazia diretta.


I vigili urbani cercano di trattenerlo...


Urla contro il comitato promotore...


Alla fine viene trattenuto dai suoi compagni di partito.


E non finisce qui. I vigili urbani, dopo essere intervenuti, cercano di identificare le persone. Il rappresentante del comitato promotre consegna tranquillamente i documenti. Quando tocca al consigliere del Pd scoppia di nuovo il finimondo. "Si qualifichi", chiede poco gentilmente al povero vigile - in divisa - il consigliere.
Interviene alla fine il sindaco, che cerca di riportare un minimo di calma.
Alla ripresa della seduta, il consiglio boccerà la proposta, 17 voti contro 9.
A fine luglio toccherà al comitato per l'acqua pubblica di Velletri presentare in consiglio la proposta per la ripubblicizzazione del servizio idrico. Chi garantirà la serenità della discussione e il rispetto delle regole democratiche?