martedì 28 luglio 2009

Comunicato stampa

Sono passati quattro giorni dalla bocciatura da parte del consiglio comunale di Velletri della nostra proposta per una gestione del servizio idrico basata su principi di equità, di conservazione della risorsa e di giustizia. In quattro giorni abbiamo ricevuto numerose segnalazioni su intere zone di Velletri senza acqua, su bollette con cifre stratosferiche per famiglie con redditi bassi, sul continuare dei tanti disservizi del gestore, a dimostrazione dell'aggravarsi della situazione. E proprio oggi l'autorità d'ambito – composta da tutti i Sindaci della provincia di Roma – ha deciso di rinviare la conferenza che doveva discutere il nuovo piano degli investimenti. Nessuno ha spiegato ai cittadini il perché del rinvio, ma, forse, qualche Sindaco avrà chiesto spiegazioni sui molti punti oscuri della gestione dell'acqua. O forse avranno saputo che il Comitato dell'acqua pubblica di Velletri e il Forum nazionale dei movimenti per l'acqua sarebbero stati presenti, chiedendo di discutere i problemi concreti e quotidiani dei cittadini, che ormai in tanti fanno finta d'ignorare. Quando, lo scorso dicembre, si trattava di votare gli aumenti tariffari, la conferenza dei Sindaci si è tenuta nonostante le richieste di molti Sindaci di rinviare la decisione, per poter ascoltare i consigli comunali. Quando, però, si tratta di parlare di soldi da spendere per gli investimenti, la convocazione arriva con mesi di ritardo e basta un pretesto qualsiasi per rinviarla, avvisando i Sindaci il giorno prima.

Per ultimo abbiamo poi letto l'intervento dell'ex Sindaco di Velletri Valerio Ciafrei, che, in sostanza, ha confessato l'incapacità dei passati amministratori della città nella gestione dell'acqua, immaginiamo includendosi nella lista. A chi non crede nella capacità di governare con equità, competenza e coraggio la cosa pubblica consigliamo di occuparsi d'altro, rinunciando a qualsiasi ruolo nella pubblica amministrazione. Magari può entrare in una impresa privata e diventare un ottimo manager...

In ogni caso ci sembra che la nostra proposta di delibera non sia stata letta dal Pd, oppure non è stata capita, il che può accadere ovviamente. Dire, infatti, che la delibera d'iniziativa popolare va contro la costituzione degli Ato è un falso. Pretendere di gestire 113 comuni estremamente differenti dal punto di vista idrico con un unico gestore è evidentemente una forzatura nata per motivi squisitamente economici e politici, non certo per una gestione ottimale. Tutti sanno che è così, tutti sanno che alla fine degli anni '90 un patto trasversale tra il centrodestra (Moffa) e il centrosinistra (Veltroni) condizionò pesantemente – anche attraverso la redazione della legge regionale sugli Ato, scritta da Michele Meta e Raimondo Besson – il disegno della gestione dell'acqua nel Lazio. Per questo, ricordiamo, che la proposta chiedeva di avviare un progetto per la costituzione di un gestore pubblico per i Castelli romani e non l'uscita dall'Ato. E' infatti assolutamente possibile avere più gestori all'interno dello stesso ambito idrico. Chi, invece, chiede la costituzione di un nuovo Ato è il Pd, nella mozione d'indirizzo votata dalla maggioranza.

Per quanto riguarda la “fattibilità” della nostra proposta vogliamo ricordare i comuni che già hanno inserito nello statuto il principio dell'acqua come bene senza rilevanza economica: Comune di Anghiari (AR), Comune di Anguillara Sabazia (RM), Comune di Caserta (CE), Comune di Corchiano (VT), Comune di Cormons (GO), Comune di Fiorano Modenese (MO), Comune di Fumane (VR), Comune di Genova (GE), Comune di Gubbio (PG), Comune di Licodia Eubea (CT), Comune di Mineo (CT), Comune di Pietra Ligure (SV), Comune di Povegliano Veronese (VR), Comune di Prevalle (BS), Comune di Sommacampagna (VR). La stessa proposta è poi in discussione nei comuni di Ferrara e di Torino, mentre nei giorni scorsi si sono incontrati un centinaio di municipi siciliani per discutere proprio di gestione pubblica dell'acqua. I comuni che, infine, hanno avviato un percorso per la ripubblicizzazione dell'acqua, aderendo al Forum nazionale dei movimenti per l'acqua, sono quasi un centinaio. La lunga lista è disponibile sul sito www.acquabenecomune.org.

E' ora necessaria una riflessione tranquilla e, soprattutto, è indispensabile spiegare ai cittadini che la nostra battaglia per l'acqua pubblica, basata su principi di equità e giustizia sociale continuerà, più solida di prima. Sono loro i nostri unici referenti, i mandanti della nostra lotta, e gli unici ai quali rispondiamo.

Il nostro impegno per ora si raddoppia. Aiuteremo tutti i cittadini di Velletri a presentare reclami formali ad Acea, aprendo uno sportello due volte a settimana, presso il dopolavoro ferroviario: il mercoledì e il venerdì, dalle 17.30 alle 20.00. Contesteremo anche l'inerzia del Comune di Velletri, quando, ad esempio, il Sindaco non risponde ai cittadini che chiedono informazioni sulla qualità dell'acqua. O quando assisteremo a possibili conflitti d'interesse tra chi ricopre cariche pubbliche, occupandosi di investimenti e – contemporaneamente – gestisce da amministratore delegato aziende che eseguono appalti per Acea Ato 2. In questo senso il Comitato e il Forum nazionale hanno chiesto all'Autorità d'ambito (il presidente della provincia di Roma), alla STO e al Coviri di valutare con attenzione la posizione di Fausto Servadio. Abbiamo infatti appreso che la società Micor srl, di proprietà del Sindaco, avrebbe in corso un appalto con Acea Ato 2. Abbiamo dunque chiesto al presidente Zingaretti di valutare se sussista l'obbligo di astensione per Fausto Servadio, avendo la doppia veste di amministratore delegato della Micor e di componente della Conferenza dei Sindaci. Attendiamo ora una risposta, sicuri che lo stesso Sindaco saprà valutare la situazione.

Denunceremo, infine, tutte le politiche del gestore privato – ma anche le possibili connivenze delle amministrazioni locali – che mettono a rischio le falde acquifere, perforando nuovi pozzi e non affrontando il disastro ambientale dei tantissimi scarichi non a norma nella nostra città. Valuteremo, in questo senso, se quanto pagato negli anni passati dai cittadini per scarichi non collegati al depuratore possa essere richiesto a titolo di rimborso, sia ad Acea (per il 2007 e 2008) sia al Comune di Velletri.

Velleri/Acqua Pubblica: Acea contro la Regione, la Giunta con chi sta?

Intervento del Comitato Acqua Pubblica di Velletri

«Chiediamo al Sindaco di firmare subito un'ordinanza vietando lo scavo di nuovi pozzi nel territorio di Velletri. Alle belle parole devono seguire i fatti»

Redazione


(Velletri - Attualità) - «La Regione ha deciso che è vietato scavare nuovi pozzi nell'area dei Castelli romani. È quanto dichiarato dall'Assessore all'ambiente della Filiberto Zaratti. Il sistema idrico della zona a sud di Roma è particolare e delicato – scrive il Comitato Acqua Pubblica – con una forte riduzione dei laghi, un abbassamento delle falde acquifere e l'inquinamento dovuto soprattutto alla pessima depurazione. Assistiamo, poi, da anni ad un prelievo folle dell'acqua attraverso i pozzi, senza i necessari investimenti sugli acquedotti da parte del gestore privato Acea Ato 2. La regione Lazio propone giustamente di bloccare subito la realizzazione di nuovi prelievi e lo scavo di nuovi pozzi. Ma mentre a Roma si discute, la nostra acqua viene espugnata, si potrebbe dire ricalcando il detto latino. Martedì prossimo i Sindaci dell'Ato 2 saranno chiamati a votare un nuovo piano degli investimenti misero, che viola palesemente queste indicazioni della Regione. Acea Ato 2 sta proponendo, con il consenso della Segreteria Tecnica Operativa dell'Ato, ancora il ricorso allo scavo di nuovi pozzi».

«Chiediamo quindi al Sindaco di Velletri – ovvero a chi lo rappresenterà – un atto di responsabilità istituzionale, seguendo le indicazioni della Regione in Conferenza dei Sindaci e respingendo di conseguenza al mittente il piano d'investimento di Acea, anche perché i soldi che vorrebbero investire a Velletri per i prossimi tre anni sono ridicoli, ovvero 500mila euro all'anno. Non solo. Acea propone di scavare nuovi pozzi nel territorio di Velletri per sostituire quelli della società dei fratelli Vicario. Siamo ovviamente convinti che non debbano esistere pozzi privati per il sistema idrico integrato, ma – come dice la Regione – non è più possibile continuare ad attaccare la falda idrica. Chiediamo quindi al Sindaco – conclude la nota – che in conformità con quanto richiesto dalla Regione Lazio firmi subito un'ordinanza vietando lo scavo di nuovi pozzi nel territorio di Velletri. Alle belle parole che dicono di voler difendere le risorse idriche devono seguire i fatti. Altrimenti hanno solo un nome, bugie»

fonte: http://www.castellinews.it/index.asp?act=v&id=5885

venerdì 24 luglio 2009

PD e IDV bocciano la delibera di iniziativa popolare

Ora sappiamo. Sappiamo che i cittadini di Velletri non hanno il loro Comune pronto a difenderli. Sappiamo che il partito democratico di Velletri, guidato dal sindaco imprenditore Servadio, preferisce difendere le multinazionali che stanno assetando la nostra città. Sappiamo che il Pdl preferisce astenersi, perché non si sa mai. Sappiamo dove andremo a bussare, quando non avremo acqua in casa, quando non potremo dare da bere ai nostri figli, per l'alto contenuto d'arsenico della nostra acqua. Sappiamo che chi sta in consiglio comunale esprime tutta l'ipocrisia della politica che noi cittadini non vogliamo più.

Un grazie a Sergio Andreozzi, Massimo Andolfi, Marilena Ciarcia e Gianluca Trivelloni per il loro coraggio, e per il loro si all'acqua bene comune, pubblica, equa e giusta per tutti.
Domani, come sempre, riceviamo i cittadini per le contestazioni delle bollette. Spiegheremo loro la decisione di questa giunta, che ha dato carta bianca ad Acea, mentendo a tutti.

Due notazioni: la prima che Luigi Crocetta che dice di aver aderito all'IDV - partito che sta portando avanti la battaglia per l'acqua pubblica in tutta Italia - ha tradito il suo partito e i cittadini. La seconda che i giovani consiglieri del Pd(Ciafrei e D'Andrea) hanno votato secondo i canoni della politica più vecchia e triste che ha distrutto questa città in passato. Di questa gente, sinceramente, ne possiamo fare a meno. Non è onesto predicare rinnovamento e idealità della politica e poi comportarsi come i vecchi e navigati volponi e parrucconi.

Questa città meriterebbe altro.

giovedì 23 luglio 2009

In consiglio comunale la votazione della delibera di iniziativa popolare

















La delibera di iniziativa popolare chiede l'inserimento, nello statuto comunale del seguente articolo:

1. Il Comune di Velletri riconosce il diritto umano all’acqua, ossia l’accesso all’acqua come diritto universale, inalienabile e indivisibile. Il Comune riconosce quindi lo status del servizio idrico integrato come servizio privo di rilevanza economica. La gestione del servizio idrico integrato dovrà avvenire attraverso la costituzione enti consortili di bacino idrico esclusivamente pubblici, garantendo la partecipazione e il controllo da parte della comunità.

Inoltre:

2. Il consiglio afferma di conseguenza il principio della proprietà e gestione pubblica del servizio idrico nonché quello della solidarietà da attuarsi attraverso una modulazione tariffaria che garantisca il minimo gratuito di 50 litri al giorno per ogni persona come stabilito dall’ONU, disincentivando lo spreco con aumenti progressivi per fasce di consumo e vietando l’abuso della quantità fruibile per ogni persona, ancorché pagata, in base al principio che lo spreco della risorsa non può essere compensato monetariamente, poiché l’acqua non è un bene commerciale, ma un diritto da salvaguardare per il presente e per il futuro;

3. Viene dato mandato alla giunta di promuovere nel territorio comunale azioni coerenti con i principi esposti e finalizzate ad una gestione democratica, responsabile, sostenibile ed equa del servizio idrico, attraverso:

    1. L'informazione puntuale della cittadinanza sulla qualità dell’acqua con pubblicazione delle analisi chimiche e biologiche in ogni quartiere e contrada;

    2. L'uso prioritario delle acque non inquinate per uso domestico;

    3. La predisposizione di un piano tecnico per il rifacimento della struttura idrica della città, individuando priorità, tempi di attuazione e modalità di finanziamento;

    4. La promozione di una campagna di sensibilizzazione sul risparmio idrico con incentivazione all'uso di riduttori di flusso;

    5. L'introduzione in campo edilizio ed urbanistico della doppia conduttura e riciclo delle acque piovane;

    6. L'avviamento di progetti di riuso delle acque reflue dei depuratori per usi agricoli ed industriali;

    7. l controllo e la repressione dei prelievi abusivi;


4. Viene dato mandato alla giunta di presentare entro 90 giorni a questo Consiglio un progetto per la realizzazione di un consorzio dei Castelli romani per la gestione pubblica del servizio idrico integrato e la predisposizione di un bilancio idrico di bacino nel rispetto dell’equilibrio ambientale;

5. Il consiglio in tal senso indica la buona pratica del bilancio partecipato come principio guida del futuro consorzio pubblico per la gestione del Sistema Idrico Integrato nei Castelli romani.

6. Il Comune di Velletri aderisce al coordinamento degli enti locali per l'acqua pubblica, promosso dal Forum Nazionale dei movimenti per l'acqua pubblica.

7. L'Assessorato con delega ai rapporti con Acea Ato 2 istituisce un apposito servizio per raccogliere ed elaborare tutte le segnalazioni sulle violazioni delle norme previste dalla Convenzione di gestione, dai sui allegati (a titolo esemplificativo: Disciplinare tecnico, Piano d'ambito, etc.) , delle norme nazionali e regionali sul Sistema idrico integrato e delle norme ambientali da parte dell'attuale gestore del SII. Le segnalazioni potranno essere inviate dai cittadini, dai comitati spontanei e dai consiglieri comunali.

mercoledì 15 luglio 2009

Contestazione bolletta acea

A partire da oggi - 15 luglio 2009 - sarà possibile rivolgersi al comitato per contestare le bollette di acea ato2.
Questi gli orari:
mercoledì e venerdì dalle 17.30 alle 20.00
Dove:
Dopolavoro ferroviario, di fianco alla stazione FS di Velletri
email:
acquapubblicavelletri@gmail.com

mercoledì 8 luglio 2009

Importante denuncia di Medicina democratica sull'Arsenico a Velletri


(Articolo pubblicato originalmente l'8 luglio 2009)

L'informazione è stata giudicata parziale, falsa e illegale. Vi preghiamo quindi di riportare integralmente la valutazione indipendente dell'associazione di medici, che lanciano l'allarme sulla situazione dell'acqua nella nostra città.
Vista l'importanza del tema, abbiamo chiesto all'associazione nazionale di medici "Medicina democratica" di valutare l'avviso diffuso dal Comune di Velletri, da Acea Ato 2 e dalla Asl RM H in relazione alla presenza dell'arsenico, del fluoro e del vanadio nell'acqua di Velletri.
Il comitato vigilerà da vicino la situazione, denunciando tutte le eventuali omissioni, a tutela della salute della nostra città.
COMITATO ACQUA PUBBLICA VELLETRI
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Comunicato/ Rischio dell’Arsenico a Velletri e falsa informazione in ACEA ATO2
In merito all’ Avviso alla cittadinanza pubblicato dal Comune di Velletri sottoscritto insieme ad ACEA ATO2, Segreteria Tecnico Operativa di ATO2 e ASL RMH del 6 luglio 2009 dove si sostiene che la deroga richiesta è stata concessa dalla Regione Lazio affinché le concentrazioni degli elementi tossici Fluoro, Arsenico, Vanadio possano salire rispettivamente a:
- Fluoro fino a 2,5-3 mg/ litro
- As fino a 50 microgrammi/ litro
- Vanadio fino a 100 microgrammi/ litro
e che “è importante evidenziare che i nuovi limiti sono estremamente cautelativi e il loro superamento entri i valori massimi ammissibili non provoca effetti acuti”…
Ricordiamo alla popolazione
che il decreto legge n. 31 del 2001, entrato in vigore a dicembre del 2003, stabilisce i criteri che deve avere l’acqua per essere destinata al consumo umano, cioè potabile.
L’acqua deve essere salubre e pulita e non contenere nessuna sostanza in quantità o concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute umana.
Dalla fine del 2003, in teoria, l’acqua potabile dovrebbe essere al di sopra di ogni sospetto.
Il Decreto legislativo n. 31 del 2001 fissa una serie di parametri molto restrittivi per i veleni che possono provocare danni alla salute. Ma ecco l’inghippo: i gestori idrici hanno chiesto, tramite le regioni, di poter distribuire in taluni casi acqua "non potabile", grazie a un decreto specifico che consente di alzare temporaneamente i limiti previsti per talune sostanze tossiche. L’inghippo si chiama “deroga”, prevista dalla Comunità Europea in casi eccezionali (Direttiva 98/83/CE), per periodi limitati di tempo e a condizioni ASSOLUTAMENTE non aggirabili in nessun modo qualora se ne faccia uso. La normativa per il rilascio delle “deroghe” esige che:
  1. La deroga non rappresenti un rischio per la salute umana
  2. L’ approvvigionamento delle acque potabili non possa essere mantenuto nella zona con altro modo congruo.
  3. La deroga abbia durata più breve possibile, non superiore ai tre anni (rinnovabile solo due volte).
In particolare la normativa sulle deroghe prevede che
  1. La popolazione sia informata preventivamente in modo esauriente sulle condizioni attuali dell’acqua in relazione alla sua potabilità.
  2. La popolazione sia informata immediatamente, qualora l’acqua NON sia più potabile, in quanto siano stati superati i limiti previsti per legge dalla Comunità Europea e accettati dall’Italia tramite la suddetta legge, attraverso pubblici avvisi spiegando dettagliatamente i danni alla salute in cui può incorrere non solo in acuto, ma soprattutto a DISTANZA e dunque per intossicazione CRONICA come tumori e malattie degenerative..
  3. La popolazione sia informata accuratamente che per poter erogare l’acqua comunque, anche se NON potabile, deve essere richiesta una deroga valida solo per 3 anni, che viene concessa dunque SOLO per ragioni di grave impossibilità a fornire acqua potabile nei limiti di Legge, rinnovabile per motivi ancora più gravi o gravissimi solo altre due volte
  4. La popolazione sia informata che il Gestore ha l’OBBLIGO di instaurare contestualmente tutte le azioni indispensabili per restituire all’acqua la potabilità riportando gli inquinanti entro i limiti di Legge nel tempo più breve possibile.
  5. La popolazione sia informata che qualora il Gestore ritardi o non metta in atto tutte le procedure realizzando gli investimenti necessari sarà sanzionato dalla UE , multe che pagheremo ancora noi cittadini con i nostri soldi.
Ricordiamo alla popolazione che cosa sia l’Arsenico e come siano nate le “deroghe”

«Nella Toscana meridionale sono stati raccolti alcuni campioni di acqua potabile con concentrazione di Arsenico superiore al limite consentito dalla normativa vigente», ammette Mario Dall’Aglio, già docente di Geochimica ambientale alla Sapienza di Roma. «Una deroga è stata concessa, consecutivamente per quattro anni, dalla Regione Toscana e in parte nel Lazio. Deroghe di questo tipo sono una vecchia consuetudine italiana», dice Dall’Aglio, «ma nel passato sono state applicate per sostanze con tossicità non elevata e in assenza di effetti marcatamente cronici (ad esempio, per i fitofarmaci). Oggi sappiamo bene che l’assunzione di Arsenico può indurre rischi alla salute davvero gravissimi e irreversibili come tumori interni, con periodo di latenza anche superiore ai10-15 anni».
Non ci risulta ad oggi che nessuna di queste condizioni in relazione alla informazione dovuta e agli conseguenti all’inquinamento da Arsenico siano state rispettate dal Comune di Velletri, prima,e da ACEA ATO2 subentrata poi nella gestione dell’acqua di Velletri.
Denunciamo pertanto questo Avviso pubblico come:
  • parziale perché nasconde la vera informazione prevista per Legge dalla Comunità Europea: la popolazione non è mai stata informata nei modi e nei tempi previsti dalla Legge in vigore dal dicembre del 2003;
  • falso perché volutamente fa credere alla popolazione che i danni attesi da questi tossici siano quelli acuti, quando tutta la letteratura scientifica mondiale (e la legislazione europea) lancia da sempre l’allarme sui danni non tanto per l’esposizione acuta, quanto piuttosto a distanza per contaminazione cronica. Il vero rischio dell’ìnquinamento è cronico, infatti la UE prevede un limite massimo dell’As a 10 microgrammi litro e l’OMS sta pensando di abbassarlo ulteriormente in quanto l’Arsenico è in classe 1 per i tumori (= rischio massimo); inoltre non è previsto da nessuna Legge che i cittadini dei territori vulcanici debbano per forza bere acqua arsenicata;
  • illegale perché realizzato non secondo i criteri previsti dalla Legge italiana ed europea in merito alle comunicazioni sul tema da riservare ai cittadini:
  • illegittimo in quanto l’Italia ha preso un impegno etico solenne aderendo, come Paese che fa parte dell’ONU, al Patto del CESCR.
"I Paesi che hanno aderito al Patto del CESCR (Pacte relatif aux droits économiques et culturels en novembre 2002) avranno l'obbligo di rispettare, proteggere e soddisfare il diritto delle persone a bere una acqua sana. L'obbligo di rispettare tale diritto impone agli Stati aderenti al Patto di impedire la messa in opera di pratiche che portino all'ostacolo del godimento di questo diritto attraverso:
- pratiche condizionanti l'accesso a l'acqua POTABILE in modo equo;
- polluzione illegale dell'acqua da scarichi effettuati grazie alla mancanza di strutture di controllo dello Stato."
(Nota bene: tra i Paesi che hanno aderito è inclusa l'intera Europa prima dell’allargamento.)
Cittadini di Velletri,
come vedete i due versanti sono delineati con nettezza: da una parte dobbiamo avere il diritto all'accesso ad una quantità equa pubblicamente controllata di 50 litri d’acqua gratis al giorno, dall'altra è indispensabile il diritto ad avere garanzie sulla qualità equa, come previsto dall’ONU e dall’OMS, che per essere tale, anche in questo settore deve essere pubblicamente controllata . Ma i due versanti in questione riguardano la stessa goccia. Ergo, il diritto non è garantito non solo se manca l’acqua, ma anche se l'acqua di fatto non è assolutamente potabile!
Invitiamo pertanto con fermezza i firmatari:
  • a ritirare immediatamente questo Avviso in quanto pericoloso per la salute pubblica e sostituirlo immediatamente con un Avviso e con una Campagna informativa corretta realizzata rigorosamente a norma di Legge;
  • a rinunciare ad ogni ed ulteriore deroga considerato che la presente è già stata chiesta per il limite massimo possibile per l’Arsenico di ben 50 microgrammi/l;
  • a varare subito tutti gli investimenti necessari per eliminare definitivamente l’inquinamento da As e rientrare al più presto nei limiti dei 10 microgrammi/ litro previsti per Legge.
Medicina Democratica

mercoledì 1 luglio 2009

Attenzione: Bollette Acea, vanno contestate immediatamente

Il comitato Acqua pubblica di Velletri invita i cittadini a sospendere - entro i termini di scadenza - il pagamento delle bollette del servizio idrico integrato, la cui emissione è prossima.
La tariffa pubblicata lo scorso aprile relativa al 2008 - e che sarà utilizzata per il calcolo della prossima fattura - si basa su scelte estremamente dubbie, che il comitato sta contestando formalmente.
Dal 2008, infatti, doveva essere applicata nel comune di Velletri la stessa tariffa di Roma, decisamente più vantaggiosa, fino a circa cinque volte meno cara. Non solo. Acea Ato 2 - con il consenso dell’Ato e dei sindaci - continua ad applicare il minimo contrattuale impegnato, ovvero il consumo presunto minimo di 150 mc all’anno. Questa forma di fatturazione è stata abolita fin dal 2001 dal CIPE e in una città come Velletri, sottoposta a turnazione del flusso dell’acqua, è assolutamente improponibile.
Ma c’è di più. La legge che stabilisce il metodo per il calcolo corretto della bolletta dell’acqua - il “metodo normalizzato” - prevede che la tariffa sia legata ad un parametro della qualità del servizio chiamato MALL. Questo meccanismo, in sostanza, diminuisce il ricavo del gestore - e quindi il costo dell’acqua - se non viene mantenuta una qualità del servizio alta. Ebbene questo metodo non è stato rispettato al momento dell’ultima conferenza dei sindaci che ha approvato la nuova tariffa.

Di fronte a queste palesi violazioni delle norme che regolano il rapporto con Acea Ato 2, il comitato acqua pubblica di Velletri sta preparando un ricorso al Coviri - il comitato nazionale di vigilanza sui servizi idrici - chiedendo un immediato intervento.

Chiediamo quindi ai cittadini di Velletri di presentare immediatamente un reclamo scritto ad Acea, sospendendo il pagamento della fattura fino alla soluzione della vertenza. Ricordiamo che presentando un reclamo formale il gestore sarà obbligato a rispondere ad ogni cittadino entro 30 giorni lavorativi.

Il comitato acqua pubblica organizzerà nei prossimi giorni uno sportello di supporto - assolutamente gratuito e volontario - per chi vorrà presentare il reclamo. Analizzeremo insieme la bolletta e vi forniremo l'aiuto anche legale per contestare la fattura.

Riteniamo fondamentale far valere i nostri diritti, per obbligare il gestore, l’Ato 2, il comune, la provincia e la regione a fornire acqua con un prezzo equo, di qualità e senza le insopportabili turnazioni.