giovedì 18 dicembre 2008

Velletri vota a favore degli aumenti delle tariffe idriche

Il sindaco di Velletri vota a favore degli aumenti delle tariffe idriche. Previsti per il 2009 aumenti del 5,95% del costo dell'acqua per piccoli commercianti e artigiani nella provincia di Roma.
Il comitato per l'acqua pubblica di Velletri lancerà una campagna per una delibera d'iniziativa popolare per dichiarare l'acqua bene essenziale non economico.

La conferenza dei sindaci (e questa volta la s minuscola è d'obbligo) ha votato a grande maggioranza gli aumenti dell'acqua voluti da Acea. Prima di tutto vogliamo ringraziare i sei comuni che – preliminarmente – avevano chiesto invano di rinviare la votazione, per poter approfondire la questione con i cittadini e con i consiglieri comunali. Il presidente della provincia di Roma Zingaretti ha però imposto un ultimatum, tutto politico: se non si votano gli aumenti si paralizzano gli investimenti. Ovviamente nella legge Galli questo assioma non è scritto da nessuna parte; ovviamente, come avevamo già spiegato ampiamente, questi aumenti sono discrezionali, visto che non sono stati applicati tutti i parametri previsti. Per la cronaca, il parametro "qualità" è stato allegramente scartato, perché Acea ha registri dei reclami incompleti.
Nel fronte dei sindaci – la s è sempre minuscola, perché questi rappresentanti sono minuscoli politicamente – si è distinta la figura di Fausto Servadio e dell'assessore Sandro Moretti, ambedue di Velletri. Fino a poche ore prima della conferenza avevano garantito al comitato dell'acqua pubblica, e quindi ai cittadini, che mai e poi mai avrebbero votato a favore della delibera che prevede gli aumenti della tariffa idrica. Ma il gallo ha cantato tre volte. Non sappiamo quali "assicurazioni" abbiano ricevuto dai tanti tecnici Acea seduti a fianco al duo veliterno. Non sappiamo se sia stato il richiamo all'ordine di Zingaretti a sortire l'effetto di un ripensamento dell'ultima ora. Poco ce ne importa, in realtà. Quello che constatiamo è che il coraggio e l'orgoglio di vero Primo cittadino non sono venuti dalla nostra città.
La rappresentanza di Velletri aveva poi un mandato preciso del Consiglio comunale che prevedeva, tra l'altro, di chiedere l'istituzione della tariffa sociale. Nulla è stato detto in questo senso. Troviamo poi specioso sostenere che questi aumenti non colpiranno le famiglie. Se è vero che la tariffa base residenziale non è stata toccata, la tariffa per piccoli commercianti, artigiani e piccole imprese familiari – che compongono il tessuto economico di Velletri – avranno un aumento del 5,95% per il 2009. Così è stato deliberato, con il voto favorevole del comune di Velletri.
Il "tavolo di concertazione" che il comitato aveva chiesto al Comune viene così meno. Siamo sicuri che il sindaco Servadio e l'assessore Moretti abbiamo avuto poco tempo per leggere le centinaia di pagine che compongono le delibere che hanno votato. Sarà probabilmente sfuggito loro che l'intero impianto economico dell'Ato 2 – che hanno voluto approvare, ripetendo, così, le scelte della giunta Cesaroni – si basa su calcoli che non tengono nel dovuto conto tutte le accertate violazioni degli impegni contrattuali da parte di Acea Ato 2. Non si saranno accorti, immaginiamo, che la tariffa sociale viene rinviata sine die, ignorando le difficoltà economiche che portano tantissimi cittadini ad avere problemi anche per pagare l'acqua. Chissà, forse i conti presentati dalla Segreteria Tecnica Operativa erano in apparenza belli, con un tocco così professionale, così romano, da sembrare quasi socialmente corretti…
Noi speriamo che questa giunta comunale riveda la strada intrapresa, per schierarsi con i sindaci che hanno avuto il coraggio, l'onestà e la forza di opporsi allo strapotere politico ed economico di Acea/Comune di Roma/Provincia di Roma.
Abbiamo però deciso di riprendere l'iniziativa diretta, elaborando una delibera d'iniziativa popolare che chieda l'immediata revisione dei rapporti di forza nell'Ato 2, ridando la sovranità scippata ai consigli comunali, chiedendo che l'acqua sia dichiarata bene essenziale di natura non economica, per evitare che anche un solo cittadino a fine mese debba togliere i soldi dalla spesa per pagare l'acqua. Chiederemo che sia recepito il principio sancito dall'Onu di almeno 50 litri al giorno a testa di acqua gratuita, tassando per contro gli sprechi e gli usi impropri.
Chiediamo fin da ora al sindaco Servadio, che è il primo responsabile della salute della sua città, di fornire immediatamente tutti i dati sulla qualità dell'acqua alla popolazione, pubblicandoli sul sito internet del comune e nell'albo pretorio. Almeno questo, caro sindaco, alla città lo deve. Almeno una corretta informazione sulla qualità dell'acqua che Acea ci vende con gli aumenti che voi avete approvato, caro sindaco, è un suo dovere.

Comitato Acqua Pubblica Velletri
acquapubblicavelletri@gmail.com
comitatoacquavelletri.blogspot.com

giovedì 4 dicembre 2008

No al golpe idrico di Acea!

Non è possibile decidere sulle nuove tariffe dell'acqua senza discutere prima con i cittadini e senza indirizzo dei Consigli comunali.
Rinviare la Conferenza dei Sindaci dell'Ato 2 è un atto di democrazia

Preliminarmente dobbiamo rilevare che, vista l'importanza delle decisioni che dovranno essere assunte nella prossima conferenza dei Sindaci, è assolutamente indispensabile un'ampia discussione sulla documentazione proposta dalla Segreteria Tecnica Operativa dell'Ato 2.
Ci sembra quindi indispensabile chiedere il rinvio della conferenza per dar modo alla cittadinanza di conoscere il contenuto delle proposte, anche attraverso un'ampia discussione nei consigli comunali. Le delibere proposte, infatti, prevedono profonde revisioni del Piano d'ambito e della tariffa rispetto a quanto votato al momento dell'approvazione della convenzione di gestione.
In questo documento evidenziamo solo una piccola parte deli tanti nodi problematici che si desumono dalla copiosa documentazione messa a disposizione – solo il 20 novembre scorso – dalla STO.

Premessa
I documenti sulla gestione idrica che dovranno essere votati dai sindaci il prossimo 5 dicembre – ad una prima analisi – mostrano sintomaticamente le tante violazioni degli accordi approvati dai Consigli comunali al momento dell'adesione all'Ato 2 da parte di Acea.
Quello che è gioco è il delicato sistema di garanzie per i cittadini e per i comuni che dovrebbe stare alla base della corretta gestione dell'acqua. Chi continua a pensare che la gestione privata sia migliore di quella pubblica dovrà ben presto ricredersi.

Chi controlla la qualità del servizio? Nessuno
Il principale punto dolente è la tariffa. La segreteria tecnico operativa dell'Ato 2 (costituita presso la provincia di Roma) ha chiesto un aumento del 6% complessivo della tariffa media. Il calcolo del costo dell'acqua avviene secondo meccanismi di legge, che prendono in considerazione diversi parametri. Uno di questi si chiama MALL e misura la qualità del servizio: se il servizio è scarso, si deve pagare di meno al gestore. La misurazione dello standard di qualità avviene attraverso appositi registri dei reclami, dove devono essere annotate anche le soluzioni dei problemi segnalati dai cittadini. Devono essere poi segnalate da Acea le interruzioni del servizio e le riduzioni del flusso (vedi ad esempio la crisi idrica che ha colpito 14 comuni, tra i quali Velletri).
Questi registri – obbligatori per legge – sono incompleti o inesistenti. Lo afferma nero su bianco la segreteria tecnica operativa dell'Ato 2, l'organismo che deve vigilare su Acea. Questo "disguido" ha fatto sì che il parametro MALL (cioè la qualità del servizio) non fosse preso in considerazione per il calcolo della nuova tariffa.
Sono quindi veramente dovuti gli aumenti richiesti da Acea considerando i tanti reclami e disservizi documentati? E' giusto pagare una bolletta più cara se l'acqua continua a mancare molte ore al giorno? E' corretto il prezzo che viene imposto per un'acqua di fatto non conforme alle norme di legge e quindi non potabile?
A questo grave fatto si aggiunge la mancata risposta da parte di Acea alle decine di reclami, contestazioni e messe in mora da parte dei cittadini di Velletri, che hanno lamentato violazioni della carta del sistema idrico integrato, false comunicazioni sulla qualità dell'acqua e non rispetto della normativa nazionale e comunitaria sull'acqua potabile.

Se tredici scarichi illegali vi sembran pochi
Velletri ha una situazione fognaria al limite del tollerabile. Sono 13 gli scarichi da eliminare, perché inquinanti. Fino ad oggi Acea ha fatto ben poco, continuando, però, a riscuotere la tariffa per la depurazione. Ora la corte costituzionale (sentenza 335/2008) ha stabilito che non si dovrà pagare questa tariffa se il servizio di depurazione non è attivo e che gli eventuali pagamenti del passato dovranno essere restituiti. Chi pagherà? Secondo la segreteria tecnica operativa dovranno essere i Comuni o i cittadini, attraverso un aumento delle bollette. Nulla però viene rilevato rispetto ai mancati lavori per la rete fognaria…

Il trucco del minimo contrattuale impegnato
Pochi lo sanno, ma Acea fattura più acqua di quanto ne venda realmente. E' come se un salumiere vi facesse pagare 2 etti di formaggio dandovene solo 1 etto e mezzo… Il trucco si chiama "minimo contrattuale impegnato", che nel caso di Velletri, corrisponde a 150 mc minimo all'anno.
Questo principio – dichiarato illegittimo da diverse normative – applicato su vasta scala, quale è l'Ato 2 che include l'intera provincia di Roma, comporta per Acea un incasso annuo pari a 48 milioni di metri cubi fatti pagare ai cittadini senza averli mai forniti! Al costo medio di 0,8516 euro/mc, nel 2006 il valore di quest'acqua virtuale è di 41.000.000 di euro, quasi pari all'utile distribuito ai soci di Acea Ato 2 Spa nel 2007 (dati 2006).

Di chi sono le reti? Pubbliche, ma Acea fa finta di non saperlo
La legge prevede che tutte le opere esistenti e che saranno realizzate sono e rimangono di proprietà dei comuni. Alla fine della concessione (30 anni, che speriamo possano presto essere interrotti) Acea dovrà restituire l'intera rete. Il gestore privato ha solo il diritto di utilizzo degli acquedotti e non la proprietà.
Accade però che Acea Ato 2 Spa stia inserendo nei propri bilanci le opere che realizza - informa la STO. Inserendole in bilancio le opere potrebbero essere quindi soggette ad azioni di pignoramento da parte delle banche, ad esempio, e concorrono a formare il valore della società stessa.
Visto che Acea Holding (che controlla Acea Ato 2 Spa) è una società quotata in borsa, sarebbe interessante sapere cosa ne pensa la Consob (organo di controllo della borsa italiana) dei patrimoni inseriti in bilancio in questa maniera.

Il comitato acqua pubblica di Velletri chiede quindi che l'Ato 2 rinvii di almeno 30 giorni la riunione della Conferenza dei Sindaci per poter dar modo ai Comuni di informare i consigli comunali sulla portata delle decisioni che dovranno essere prese, discutendo – anche con la partecipazione diretta dei cittadini – le possibili soluzioni da proporre.
Non è infatti possibile, a nostro giudizio, votare una redifinizione straordinaria della tariffa che vincolerà i comuni della provincia di Roma fino al 2025 senza prima i dovuti atti d'indirizzo dei consigli comunali.

mercoledì 26 novembre 2008

Bolletta Acea, chiesto un aumento del 6%. Appello ai sindaci e ai consigli comunali per bloccare il caro acqua

Crisi idrica, acqua all'arsenico, fognature fatiscenti. Al vero sfacelo nella gestione del sistema idrico integrato nella provincia di Roma, l'Ato 2 e Acea rispondono chiedendo ai sindaci di aumentare la bolletta. Non importa se siamo alle soglie della peggiore crisi finanziaria dal dopoguerra ad oggi; non importa se la salute dei cittadini viene messa a rischio con acqua contaminata da arsenico ed altri metalli. Al gestore privato interessa solo fatturato, tariffa e profitti da mettere a bilancio. Questo è il risultato della privatizzazione della nostra acqua.

Il cinque dicembre prossimo si terrà la Conferenza dei sindaci dell'Ato 2, l'ambito idrico della provincia di Roma gestito dalla multinazionale Acea. Non si parlerà dei problemi veri della gestione idrica, non saranno discussi gli interventi urgenti per rifare gli acquedotti e per abbandonare i pozzi – spesso privati – che mettono a rischio le falde ed emungono acqua all'arsenico. Le richieste che i cittadini in questi mesi hanno inviato all'Ato, alla segreteria tecnica operativa (l'organo che dovrebbe, almeno in teoria, controllare il gestore), ad Acea e alla Regione non saranno neanche prese in considerazione. Nulla verrà detto delle tante violazioni della Carta dei servizi da parte di Acea.

Si parlerà invece di tariffa, proponendo un aumento del 6,09 % (4,59% di aumento, più l'1,5% per compensare i mancati introiti decisi da una sentenza della corte costituzionale, che ha stabilito che non sarà possibile far pagare la depurazione se questa non viene fornita). I sindaci dovranno quindi discutere ed approvare un aumento che riteniamo profondamente ingiusto.

Ma c'è di più.

La documentazione relativa a quanto verrà discusso il cinque dicembre è stata inviata ai sindaci pochi giorni prima della Conferenza, impendendo così di discutere in consiglio comunale le decisioni che dovranno essere prese. La democrazia degli enti locali, il potere dei nostri rappresentanti è di fatto subordinato al potere di decisione delle società per azioni. La democrazia si è liquefatta. Noi cittadini abbiamo votato i consiglieri comunali e non i consiglieri di amministrazione di Acea: vogliamo quindi che siano i consigli comunali a decidere sulle tariffe dei servizi pubblici locali.

La conferenza dei sindaci sarà poi chiamata a decidere su l'aumento dell'1,5% della tariffa per compensare – come già detto – i mancati introiti del servizio di depurazione. La corte costituzionale ha infatti recentemente deciso che è illegittimo chiedere una tariffa per un servizio di depurazione se tale servizio non è fornito. Sembra una norma di buon senso, ma la legge Galli – che concepì l'attuale sistema di gestione dell'acqua – prevedeva che il servizio di depurazione dovesse essere pagato comunque. Ora di fronte ad una sentenza importantissima, che stabilisce un principio di giustizia, la segreteria tecnica operativa dell'Ato 2 propone di compensare il mancato – perché illegittimo – guadagno del gestore privato con un aumento tariffario. Non solo. I soldi fino ad oggi pagati dai cittadini per la depurazione dovevano essere versati in un fondo separato: ora l'Ato 2 è costretto ad ammettere che questo fondo non è stato mai istituito. Cosa accadrà quando i cittadini chiederanno indietro i soldi per un servizio mai fornito? Perché il fondo non è stato mai istituito?

La gestione privata che sottrae ai comuni l'acqua non ha comportato il miglioramento del servizio idrico. I problemi che avevamo prima continuano anche adesso, con in più una tariffa che viene aumentata senza nessuna discussione nei consigli comunali, con i sindaci che possono esprimere solo un parere.

Chiediamo a tutti i cittadini dei Castelli romani di avviare la più ampia mobilitazione.
Chiediamo ai sindaci di non approvare gli aumenti delle tariffe.
Chiediamo ai consigli comunali di votare delibere d'indirizzo per bloccare gli aumenti.
Noi non finanzieremo mai la speculazione sull'acqua e sui beni comuni.


COMITATO ACQUA PUBBLICA VELLETRI

Il comitato si riunisce ogni mercoledì alle ore 17.30 presso il dopolavoro ferroviario di Velletri

venerdì 17 ottobre 2008

Assemblea sulla qualità dell’acqua nei Castelli Romani

“Acqua all’arsenico, qualcuno vuole darcela a bere”
Sabato 8 novembre 2008 – ore 15.30
Sala Micara, Corso della Repubblica 347 (zona Porta Napoletana) – Velletri

Molti comuni dei Castelli romani sono stati coinvolti da provvedimenti di deroga ai parametri di legge per l’Arsenico, il Vanadio e il Fluoro, mentre gran parte del territorio presenta indici altissimi di queste sostanze. I cittadini, preoccupati per la qualità dell’acqua erogata, hanno deciso di incontrare gli amministratori pubblici per capire lo stato della situazione e poter individuare scelte partecipate per risolvere l’emergenza acqua.
L’assemblea sarà un momento di approfondimento per tutti. Parteciperanno medici, chimici e geologi che illustreranno l’impatto sulla salute della presenza di Arsenico, Vanadio e Fluoro nell’acqua potabile. Sarà anche un momento importante per una discussione comune tra cittadini e amministratori sulla gestione di Acea Ato 2 e sulla governance dell’acqua.
Interverranno, tra gli altri:

Professor Franco Medici
Ingegnere Chimico. Dal 2000 è Professore Associato ed è titolare dell’insegnamento di Tecnologia dei Materiali e Chimica Applicata presso la Facoltà di Ingegneria dell'Università di Roma "La Sapienza".

Professor Antonio Valassina
Ricercatore universitario e dirigente medico di I livello del Policlinico Gemelli. Membro di Medicina Democratica e del Forum Nazionale per l’Acqua pubblica.

venerdì 10 ottobre 2008

Consiglio comunale di Velletri su questione Acea. Una prima vittoria del comitato acqua pubblica

Potrà sembrare paradossale, ma il consiglio comunale del 9 ottobre sul tema dell'acqua ha un vincitore. E' il comitato acqua pubblica di Velletri, composto da cittadine e cittadini che stanno portando avanti da mesi una dura e difficile battaglia, scegliendo di stare fuori dalle piccole beghe politiche. Lo striminzito ordine del giorno che i consiglieri hanno deciso di approvare, chiedendo ad Acea di rispettare i patti – e quindi assumendo chiaramente che il gestore i patti sottoscritti non li sta rispettando – è il frutto di un lavoro di approfodimento e di lotta cittadina che nessun partito in questa città potrà vantare.
I fatti, chiari ed innoppugnabili, sono questi. Da maggio il Comitato sta presentando all'amministrazione della città osservazioni puntuali; sta preparando contestazioni del servizio; sta mostrando a chi finora non ha voluto vedere cosa significhi la gestione privata dell'acqua. Dobbiamo dare atto alla giunta Servadio di aver iniziato ad accogliere e fare proprie le osservazioni del comitato acqua pubblica di Velletri, e di aver quindi iniziato a contestare formalmente il servizio ad Acea. Dobbiamo dare atto anche all'opposizione di aver capito che il tema è strategicamente importante per la città, e di aver quindi proposto al consiglio comunale di votare un primo ordine del giorno.
Tutto questo – che sia chiaro per tutti – non sarebbe avvenuto senza la lotta del comitato acqua pubblica di Velletri.
Sappiamo che tutti cercano ora di portare l'acqua al proprio mulino. Vedremo fino a quando sapranno fare i soli interessi di tutti i cittadini. Molti consiglieri durante la discussione hanno continuato a difendere l'operato di Acea e a ritenere la gestione privata la migliore soluzione. Il consigliere Danilo Rossi, i consiglieri legati all'ex Margherita del privatizzatore Rutelli e lo stesso sindaco non hanno potuto fare a meno di difendere il gestore. I banchi dell'opposizione – a parte Righini, coinvolto personalmente, avendo gestito la fase della privatizzazione – non hanno portato particolari idee alla discussione. Gli unici consiglieri che hanno affermato con forza che il vero problema è la gestione privata dell'acqua sono stati Massimo Andolfi e Sergio Andreozzi. A loro va il nostro plauso.
Di strada da fare, quindi, ce n'è ancora molta. Vogliamo organizzare un incontro con tutti i consiglieri comunali per spiegare loro come funzionano le cose, come è strutturata la governance del sistema idrico integrato, perché Acea Ato 2 fa milioni di utili e investe poco a Velletri, perché i cittadini di Velletri sono costretti a bere acqua contaminata da metalli, perché paghiamo la tariffa più cara della provincia di Roma. Chiameremo questo incontro "Acea for dummies", come quelle guide di informatica pensate per chi non sa usare neanche il mouse.
Ora il Comune di Velletri ha accolto una delle richieste del comitato acqua pubblica, quella cioè di applicare la tariffa di Roma – notevolmente più bassa – ai consumi idrici del 2008. Vedremo cosa risponderà Acea e l'Ato2.
Chiediamo quindi a tutti i cittadini di non pagare subito le prossime bollette idriche: prima della scadenza venite al Comitato per verificare che la tariffa che vi verrà applicata sia giusta. E visto che il consiglio comunale ha accolto anche la nostra richiesta di applicare la tariffa sociale, chi ha un reddito inferiore agli 11.000 euro annui, venga al comitato e insieme chiederemo ad Acea di rispettare i vostri diritti. Contesteremo insieme – senza nessun costo per nessuno – tutte le irregolarità, per difendere ciò che ci appartiene: l'acqua, bene comune irrinunciabile.

Il comitato può essere contattato ogni mercoledì alle 17.30, presso il dopolavoro ferroviario di Velletri.

lunedì 6 ottobre 2008

Milano Finanza: l'interesse di Suez su Acea

Acea è una delle poche azioni a rimanere a galla nel bel mezzo della bufera che sta coinvolgendo i mercati. Gli esponenti della giunta comunale di Roma avrebbero espresso negli ultimi giorni la disponibilità di Suez Gaz de France, oggi azionisti con una quota dell'8,6%, a salire nel capitale di Acea. E il titolo si difende bene con un +0,03% a 10,90 euro.

I manager del gruppo francese avrebbero, infatti, voluto sondare le intenzioni del Comune in merito all'ipotesi di poter scendere dal 51%, oggi detenuto, al 40%. Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, per il momento avrebbe ribadito che il Comune intende mantenere la maggioranza assoluta nel capitale, ma i pareri discordanti all'interno della maggioranza sono diversi.

Il dibattito all'interno della giunta comunale è dunque aperto anche considerando il debito di 8 miliardi di euro che grava sulle casse del Comune. "Crediamo improbabile un cambio dell'azionariato di Acea nel breve", afferma un analista di una sim milanese, "tra l'altro oggi lo statuto prevede un limite dell'8% al diritto di voto, ma considereremmo l'eventualità che il Comune scenda sotto il 50% positivamente".

La scorsa estate il Comune di Roma aveva negato la sua discesa sotto il 51% del capitale di Acea, "ma a causa dei problemi finanziari del Comune i rumor sulla possibile cessione di azioni Acea stanno aumentando", fa notare Fabio M.Picardi, analista di Banca Imi (hold e target price a 12,5 euro).

Intanto non si sono ancora definiti gli accordi tra Suez e il management di Acea per la ridefinizione della collaborazione che ha dato il via alla joint venture nella distribuzione di elettricità con AceaElectrabel. Trattative sono state avviate da alcuni mesi dopo che la fusione tra Suez e Gaz de France apporterà alla collaborazione in atto anche la rete gas di Roma che Suez otterrà da Eni come parziale contropartita per la cessione della belga Distrigas.

Per quanto riguarda proprio la cessione della rete gas di Roma sembrerebbe che il valore iniziale di 1,1 miliardi di euro individuato al momento della firma tra Eni e Suez per Distrigas potrebbe scendere a seguito dello scorporo di alcuni immobili che non interessano né Suez né ad Acea (il closing tra Eni e Suez è atteso entro fine ottobre). Anche questa rappresenterebbe una notizia positiva.

venerdì 3 ottobre 2008

Riceviamo e diffondiamo: allarme nuovi pozzi nel Parco Castelli romani

Cari amici,

la situazione idrica ai Castelli Romani ha raggiunto e superato l'emergenza giungendo al collasso. Tutti conoscono le complesse problematiche e lo stato delle acque che vengono distribuite dai rubinetti. Con il passaggio alla gestione Acea ( alla quale ci dichiarammo contrari tecnici e politici avevano promesso la soluzione di tutti i problemi ipotizzando di portare l'acqua dalle foci dell'aniene o da altre sorgenti fuori dal compromesso sistema idrico locale. La soluzione invece, la più semplice e stupida, è stata quella di scavare ben tre nuovi pozzi:

1 Velletri - Colle dell'Acero,
2 Grottaferrata,
3 Castelgandolfo.

Operazione quanto mai pericolosa per l'equilibrio del martoriato complesso idrico dei castelli e disastroso per i laghi poichè i pozzi sottraggono la ricarica delle falde che li alimentano. In barba a tutti i divieti, tutele costati anni di fatiche agli ambientalisti per cercare di proteggere le poche risorse idriche rimaste. Come hanno fatto? In base ai poteri speciali derivanti da situazioni di emergenza ( G.U. N°183 dell'8.ago.2005) ed in base all'ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 30 luglio 2007 N° 3603, disposizioni urgenti in materia di Protezione Civile è stato nominato un commissario delegato all'emergenza idrica il 22.04.2008 nella persona dell'ing. Sessa Massimo il quale ha convocato conferenze di servizio con i comuni interessati, la Provincia di Roma, La Regione Lazio ( IL parco dei Castelli non è stato nemmeno invitato così come il comune di Nemi che subirà un grosso danno) per disposizioni urgenti a causa della crisi idrica. Tutti hanno votato a favore ed i pozzi sono stati realizzati. A occhio e croce saranno profondi 400/ 500 metri. Data la situazione ci si aspettavano altri provvedimenti ( blocco dell'espansione edilizia, interventi sull'esistente rete piena di perdite, trattamento e recupero di acque etc.) Invece niente , ancora consumo delle risorse esistenti e faraonici Piani Territoriali Provinciali dove la parola "tutela" è solo un bell'ornamento sulla bocca degli oratori e dei politici. Stanno distruggendo le sorgenti, e prosciugando i laghi di Albano e Nemi e l'acqua che ottengono di che qualità è?

Un caro saluto,

Carlo Testana

lunedì 22 settembre 2008

Tariffe e accordi capestro

La gestione del sistema idrico di Velletri da parte di Acea nasce da decisioni politiche prese alcuni anni fa. Gli accordi che hanno tolto ai Comuni della provincia di Roma ogni sovranità sull'acqua, affidando i nostri acquedotti ad Acea, dando potere assoluto ai manager nominati dal comune di Roma, dalla multinazionale Suez, da Caltagirone e da pochi altri soci privati sono stati firmati il 24 maggio del 2002. Si tratta della Convenzione di Gestione – non conforme a quella regionale -, dei patti parasociali e del sindacato di voto. Parole che dicono poco ai non adetti ai lavori, ma che in realtà sono accordi fondamentali che regoleranno il servizio idrico di Velletri per i prossimi trentanni.
Anche il Comune di Velletri - amministrato allora dalla giunta Cesaroni - approvò quegli accordi capestro, che prevedono, tra l'altro, la perdita di ogni potere reale dei Comuni nella gestione dell'acqua. Grazie a quegli accordi oggi Velletri conta lo 0,00003%, contro il 94% di Acea, i cui soci privati sono la multinazionale francese Suez, Caltagirone e alcuni fondi d'investimento. Soci che si occupano di acqua solo per profitto o per speculazione finanziaria e non certo per il bene dei cittadini. Soci che si preparano ad ampliare il loro potere, secondo quanto riferiscono diversi articoli di stampa dei giorni scorsi (cfr.: "Legami più stretti con Suez Acea vola a Piazza Affari", Il Corriere della Sera, 27 maggio 2008; "Acea: discussioni in corso con il gruppo Suez", Teleborsa, 19 giugno 2008).
Il Comune di Velletri, poi, brillò particolarmente per la sua assenza nelle riunioni della Conferenza dei Sindaci. Su 13 incontri risulta presente solo 7 volte. Ma il fatto più grave è che nessuno coinvolse la popolazione in decisioni così importanti.
Oggi la giunta comunale è cambiata e Acea ha iniziato da due anni la gestione effettiva dell'acqua a Velletri. Tra poco verrà indetta una nuova Conferenza dei Sindaci che dovrà approvare nuove tariffe, futuri investimenti e la programmazione della gestione. All'attuale Sindaco chiediamo di ascoltare i cittadini e di non seguire la pessima via percorsa dalle giunte precedenti, che hanno approvato, ad esempio, clausole che prevedono la sospensione dell'acqua per chi non può pagare.
Di fronte ad un servizio pessimo – l'acqua continua ad arrivare a singhiozzo in molte parti della città – nel 2007 la tariffa è aumentata più di quanto era scritto nei patti e continua ad essere tra le più alte della provincia di Roma. Perché?
Per il 2008 gli accordi prevedono che a Velletri venga applicata la tariffa di riferimento, cioè quella di Roma. Per capire la differenza: a Roma i primi 92 metri cubi di consumo costano 0,14 Euro/Mc, a Velletri 0,87Euro/Mc. Le leggi e gli accordi che regolano la fornitura dell'acqua prevedono poi che non sia applicato il cosidetto "minimo contrattuale", che obbliga tutti i cittadini a pagare 150 Mc d'acqua all'anno anche se non vengono consumati. Non è poi stata applicata la tariffa sociale per le persone con basso reddito, come è previsto nella legge Galli, nella legge regionale sul sistema idrico e negli accordi presi tra i Sindaci che hanno aderito all'Ato 2.
Ma il fatto più grave è che nessuno ha ancora comunicato ai cittadini l'effettivo costo dell'acqua per l'anno in corso: stiamo usando l'acqua senza sapere ancora quanto andremo a pagare.
Queste e tante altre osservazioni il nostro comitato le ha consegnate all'assessore per i rapporti con Acea Ato 2 Sandro Moretti. E' una battaglia quella per una equa gestione dell'acqua che merita uno sforzo e un impegno diretto dei nostri amministratori.
Noi crediamo poi che si debba aprire fin da subito una discussione per far si che la nostra città si faccia promotrice di un ritorno alla gestione pubblica dell'acqua nei Castelli Romani. Acea Ato 2 lo scorso anno ha avuto un guadagno di circa 45 milioni di Euro, mentre Velletri sta ancora aspettando gli investimenti necessari per eliminare le alte concentrazioni di arsenico nell'acqua. Se i servizi pubblici vengono gestiti dai privati, siamo sicuri che le priorità coincidano con gli interessi reali dei cittadini?
Ripubblicizzare l'acqua è possibile, far uscire Acea dalla gestione degli acquedotti comunali è l'unica via per migliorare il servizio idrico. Non va dimenticato che la proprietà degli impianti è e rimane pubblica, mentre ad Acea è stata "concessa" la mera gestione.

Invitiamo fin da ora tutti i cittadini di Velletri a tenersi in stretto contatto con questo comitato, che continuerà a seguire attentamente tutta la situazione.
Da parte nostra c'è la piena disponibilità a collaborare con l'ente locale nell'interesse della cittadinanza.

Il comitato si riunisce ogni mercoledì alle ore 17.30 presso il dopolavoro ferroviario, di fianco alla stazione FS di Velletri.

venerdì 15 agosto 2008

Il futuro della nostra acqua nella mani dell'uomo più potente d'Italia

Secondo voci più o meno confermate (riportate da Milano Finanza il 7 agosto scorso) il nuovo presidente di Acea Holdig - che controlla il 96% di Acea Ato 2 - sarà Giancarlo Elia Valori. Uomo d'affari trasversale che ha attraversato più o meno indenne la prima repubblica, è stato il privatizzatore di Autostrade e, più recentemente, ai vertici della Tornio, società di costruzioni di capitale lussemburghese, costruttrice, tra l'altro, di dighe in Calabria. Per conoscerlo meglio riproponiamo un'inchiesta di Gianni Barbaceto, pubblicata su Diario nel marzo del 2000. Un ritratto che spiega bene quale sarà la strategia di Alemanno per il futuro di Acea.

1. Il manager che ama l’aglio

Chissà se è davvero, come dicono tanti, l’uomo più potente d’Italia. Certo è uno dei più temuti. E dei più misteriosi. E con le migliori relazioni internazionali. Sicuramente Giancarlo Elia Valori, il supermanager che lascia dietro di sé una scia di odore d’aglio (lo divora a spicchi, crudo, convinto delle sue virtù salutari) è l’unico sopravvissuto di una specie ormai estinta: quella dei boiardi di Stato. Tutti gli esemplari della specie sono scomparsi: i potentissimi membri della casta che presidiava le imprese pubbliche per conto dei boss dei vecchi partiti sono stati spazzati via da Mani Pulite, dal tramonto della Prima Repubblica, dalla nuovelle vague delle privatizzazioni... Ma lui, il Manager, Professore, il Signor Autostrade, è sopravvissuto felicemente al crollo della Nomenklatura (e non è la prima volta che attraversa il fuoco come una salamandra). Ha pilotato la privatizzazione della società Autostrade, restandone - caso unico - presidente. E continua a collezionare onori, cariche, poltrone. Ora, come amministratore delegato, alle Autostrade è arrivato un manager forte, Vito Gamberale; e Valori, a cui non basta fare il presidente di rappresentanza, ha cominciato a cercare altri spazi di potere. Tanto per cominciare, all’inizio di marzo è stato eletto presidente dell’Unione Industriali di Roma, ma non ha certo intenzione di fermarsi lì: sta decidendo che cosa farà da grande, e ha (come sempre) grandi idee. La prossima poltrona potrebbe essere tutta politica; non gli dispiacerebbe, per esempio, quella di sindaco della capitale. In questo caso, trasversale com’è, avrebbe un solo imbarazzo: scegliere se essere candidato dalla destra o dalla sinistra. Ma chi è davvero Giancarlo Elia Valori, l’inossidabile? Raccontarlo non è facile. Attorno a lui aleggiano leggende nere, che odorano, più che d’aglio, di incenso e, nello stesso tempo, di zolfo. è circondato da una barriera di protezione e di silenzio. Chi lo conosce bene, pur senza amarlo, sembra averne un sacro terrore. Tanto che viene la voglia, per una volta, di dimenticare la Regola Numero Uno del Bravo Giornalista («Non tediare il povero lettore con il racconto delle difficoltà incontrate nel raccogliere le notizie»), perché quelle difficoltà fanno parte del personaggio. Perfino una persona coraggiosa e senza scheletri nella cassapanca come Tina Anselmi, mitica presidente della Commissione parlamentare sulla P2, appena sentito il nome fatidico si blocca: «Non insista, io su quel signore non ho nulla da dire». Se risponde così lei, figuratevi gli altri. E, visto il personaggio, abituato a essere trattato più che bene dai giornali, non ci si potrà stupire neppure dei sospetti dietrologici con cui potrebbe essere accolta un’inchiesta sul Signor Autostrade: ma chi c’è dietro? quale gioco fanno? per conto di chi? E invece dietro - è la stampa, bellezza - c’è solo la curiosità per una maschera del teatro italiano del potere, c’è la voglia di capire perché Giancarlo Elia Valori è così potente, così misterioso, così temuto, così inossidabile. E, allora, proviamo a raccontarlo, partendo dal presente.

2. Dai dinosauri alla new economy
Valori dal marzo 1995 è presidente della Autostrade spa, la più grande rete autostradale del mondo, con i suoi 3 mila chilometri d’asfalto, 3.200 miliardi di fatturato, 426 di utili. Ma ci tiene a qualificarsi, prima che come manager, come «professore»: anche se le sue cattedre sono solo onorarie, virtuali, una a Pechino («Economia e politica internazionale») e una a Gerusalemme («Studi sulla pace e la cooperazione regionale»). L’elenco delle onorificenze, poi, riempie mezza pagina: cavaliere di Gran Croce della Repubblica italiana, cavaliere dell’Ordine di Isabella la Cattolica, cavaliere della Legion d’Onore e un vasto campionario di medaglie e riconoscimenti collezionati in giro per il mondo, a partire dall’Argentina e dalla Corea. La nuova poltrona che ha appena aggiunto alla sua collezione, quella di presidente degli industriali romani, è stata invece, fino a oggi, una briscola bassa, di poco valore, perché è al Nord che sta la grande industria privata. Ma ora, dopo le privatizzazioni, nel club romano sono entrate anche le ex imprese di Stato, il gigante Telecom, le Autostrade... Valori non ha perso tempo e si è subito piazzato. Lo ha fatto a modo suo, senza contrasti apparenti: ha incontrato il candidato naturale, espressione dei piccoli imprenditori romani (Gennaro Moccia) e lo ha velocemente convinto a ritirare la candidatura. Appena designato, ha incassato i complimenti di Francesco Rutelli, sindaco di Roma («Valori rappresenta la novità, ma anche la continuità...»). E ha subito buttato lì, in un intervento sul molto ospitale Messaggero, l’idea di Roma «cerniera tra Nord e Sud», tra «due Italie» da avvicinare: e come, se non con un paio di belle autostrade («riqualificazione della Salerno,Reggio Calabria e trasformazione della Taranto,Reggio») e un bel ponte sullo Stretto di Messina? In questo programma, Valori trova una sponda sinistra dentro il governo D’Alema: in quel Marco Minniti che è il braccio destro del presidente del Consiglio, ma prima ancora è un politico calabrese, che tanto si sta dando da fare per portare sviluppo (cioè soldi e lavori pubblici) alla sua regione. Un altro tema che Valori ha subito toccato dopo la sua ultima nomina, anche se non c’entrava niente, profuma di new economy: è il programma di Blu, il consorzio per la telefonia di cui è presidente. «Vogliamo grossi partner che rappresentino innanzitutto gli interessi nazionali e poi i grandi interessi europei». Blu (soci: Autostrade, cioè Benetton e il gruppo Caltagirone, più Mediaset, più British Telecom) è il quarto gestore Gsm e ha partecipato alla gara per le licenze Umts, il sistema che unisce telefonino e servizi internet, per poi ritirarsi a metà gara, per decisione di British Telecom. Una figuraccia per tutti. Questa volta, Valori non è riuscito a dimostrare di saper passare dai dinosauri di Stato alla new economy. Chissà che cosa gli riserverà il futuro. Ma intanto, per conoscere il personaggio, è necessario tuffarsi nel passato dei dinosauri.

3. Il ragazzo prodigio
Giancarlo Elia nasce a Meolo, un paesotto vicino a San Donà di Piave non distante da Venezia, il 27 gennaio 1940, sotto il segno dell’Acquario. I genitori sono toscani, il padre Marco è compagno di scuola di Amintore Fanfani. Il ragazzo studia Economia e commercio e si trasferisce presto a Roma. Gli piacciono da morire gli ambienti vaticani, le divise e i riti della curia romana. Riesce a diventare «Cameriere di spada e cappa»: è la prima onorificenza della sua collezione, è il 1963, Giancarlo Elia ha 23 anni. C’è una foto che lo ritrae, giovanissimo, accanto all’uomo allora più potente Oltretevere, il cardinale Alfredo Ottaviani. Il fratello maggiore di Giancarlo, Leo, ex partigiano bianco, mandato da Enrico Mattei fin dal 1948 in Argentina a rappresentare l’Eni, lo introduce invece negli ambienti del governo di Buenos Aires. Il presidente Arturo Frondizi era amico del fratello, tanto da diventare padrino dei suoi figli. Nel 1965, a 25 anni, Giancarlo Elia entra nella Rai di Ettore Bernabei, prima come consulente e poi come funzionario: si occupa di relazioni internazionali, è una sorta di enfant prodige, stringere relazioni è la sua specialità. Ottime quelle con le curie, incredibili quelle con l’estero. Efficiente, attivissimo, ben introdotto: così lo ricorda lo scrittore Alvise Zorzi, che in quegli anni era condirettore centrale Rai per i rapporti esterni. Valori si specializza in dittatori: Kim Il Sung in Corea del Nord, Nicolae Ceausescu in Romania, i dirigenti della Cina. Nei primi anni Settanta organizza una visita in Italia di Frondizi, presidente democratico dell’Argentina tra il 1958 e il 1962, che fa incontrare con diverse personalità italiane. Ma Valori conosce bene anche l’ex dittatore argentino Juan Domingo Peron, a quei tempi esule a Madrid. è il fratello che gli passa i contatti, poi Giancarlo li coltiva. La nuova moglie di Peron, Isabelita, diventa amica della madre di Valori. E quando i due argentini vengono a Roma, sono ospiti di casa Valori, a Trastevere. Il 12 marzo 1972, dopo un lavorio durato sette mesi, sullo sfondo di un fitto impegno di lobby industriali internazionali, il trentaduenne Giancarlo Elia riesce a far incontrare a Madrid, faccia a faccia, Frondizi e Peron, l’ex presidente e l’ex dittatore: è la prima pietra del trionfale ritorno di Peron in Argentina. Quando Peron nel 1973 torna in Argentina da trionfatore, sull’aereo che lo porta da Madrid a Buenos Aires, insieme ai notabili peronisti, alla moglie Isabelita e al cadavere di Evita trafugato dal cimitero di Milano, ci sono due italiani: Licio Gelli e Giancarlo Elia Valori. I rapporti con l’Argentina sono anche rapporti massonici. E il cattolicissimo, papalino Giancarlo, malgrado la scomunica vaticana per i Liberi Muratori, comincia prestissimo a frequentare le Logge. A 25 anni si iscrive alla Loggia Romagnosi del Grande Oriente. Un anno dopo, nel 1966, si presenta però alle elezioni amministrative di Roma nelle liste della Dc, senza avvisare la Loggia: viene sottoposto a processo massonico e radiato. «Non accettarono la mia linea», tenterà di spiegare poi Valori, «del dialogo tra cattolicesimo e massoneria». Nel 1973, un iscritto alla Loggia Romagnosi che aveva voglia di mettersi in proprio, un certo Licio Gelli, lo contatta perché sa dei suoi ottimi rapporti con l’Argentina, lo iscrive al Centro Culturale Europeo (in realtà è la Loggia P2) e lo coinvolge in una società di import,export chiamata Ase. Che cosa importi e che cosa esporti - carne, armi, informazioni - non è dato sapere. Valori comunque sostiene di esserne uscito subito, lasciando Gelli al suo destino. Non prima, però, di avegli presentato, a Roma, all’Hotel Excelsior, il presidente Peron e il suo braccio destro, l’esoterico José Lopez Rega. Dopo il ritorno di Peron al potere, il rapporto con Gelli si rompe: il Gran Maestro della P2 gli scippa il contatto con l’Argentina, stringendo un rapporto diretto con Lopez Rega, che approfittando della malattia di Peron diventa il vero padrone del Paese. Valori lo disprezza: «Fino al ritorno di Peron in Argentina, Lopez Rega aveva un ruolo puramente da cameriere, ai colloqui di Peron non partecipava mai, se non per servire una bibita o un caffè... Era autore di un libro intitolato dall’Alfa all’Omega nel quale parlava di una chiesa al di sopra delle chiese. Un pazzo, io lo ritenevo, spessissimo nelle nostre conversazioni parlava di queste cose che mi facevano veramente ridere». Intanto, però, Gelli strappa a Valori il mercato (massonico, di contatti, di affari) argentino. Lo scontro Gelli,Valori, dunque, si conclude apparentemente con la sconfitta di quest’ultimo, che risulta infatti l’unico espulso dalla P2. Visto oggi, però, a vincere è Valori.

4. Armi & agenti segreti
Nei primi anni Settanta, l’attivissimo Valori, stregato dal potere e dai suoi riti, si avvicina anche all’ambiente dei servizi segreti. Nel 1972 conosce Mino Pecorelli, giornalista che si muove in quel mondo e che dal suo giornale Op lancia messaggi, avvertimenti, ricatti. «Mi attaccava, non capivo perché», dichiarerà poi Valori alla Commissione parlamentare sulla P2. Allora lo contatta, e subito i rapporti tra i due diventano molto stretti: telefonate quotidiane, incontri frequenti. Spesso la domenica Pecorelli passa con la macchina a prendere Valori, che non guida, per serene gite nei dintorni di Roma. Ma è Pecorelli a inventare e diffondere quel soprannome allusivo, che accenna ai suoi contatti in Oriente e che lo fa andare su tutte le furie: Fiore di Loto. Sempre nel 1972, in Rai, Valori conosce Nicola Falde, ufficiale del Servizio di sicurezza militare a quell’epoca di fatto infiltrato nella Rai: «Cominciò allora la nostra frequentazione e la sua richiesta di giudizi su varie persone», ammetterà Valori molti anni dopo, nel 1996, davanti al giudice Rosario Priore, in un interrogatorio rimasto finora segreto. «Sapevo della provenienza dal Sid, Ufficio Ris, del Falde, che si occupava di conferire pareri di sicurezza circa l’esportazione di armamento». Valori diventa insomma fonte di Falde dentro la Rai, arricchisce i suoi contatti con l’estero (Cina, Corea, Romania, ma anche Stati Uniti, Canada, America Latina...) e si spiana la carriera dentro le aziende di Stato. Nel 1976, a 36 anni, è vicedirettore generale di Italstrade. «Avevo già realizzato», confessa a Priore, «che i servizi potevano avere un ruolo incisivo circa l’apertura economico,commerciale verso i mercati esteri, in particolar modo verso Libia, Iran, Algeria, Arabia Saudita e Turchia. Così nacque il mio contatto con Santovito». Giuseppe Santovito all’epoca è comandante del Comiliter di Roma e in seguito diventerà direttore del Sismi, il servizio segreto militare. è iscritto alla P2, come tanti altri amici e conoscenti di Valori in quegli anni: il magistrato Carmelo Spagnuolo, il faccendiere Francesco Pazienza, il giornalista Mino Pecorelli, l’agente Nicola Falde... «Conoscendo i rapporti che il Servizio aveva all’epoca con tutto il mondo arabo - come l’Arabia Saudita e la Libia - io chiesi al generale Santovito di tenere presente, nell’ambito della legalità e degli interessi dello Stato, la società dell’Italstrade, società a capitale Iri, per eventuali lavori da compiere in quei Paesi. Per questa ragione», dichiara Valori a Priore, «vedevo di tanto in tanto il generale Santovito e qualche volta lo sentivo per via telefonica. Sono stato, ma raramente, presso il suo ufficio in via XX Settembre e più di sovente presso la sua abitazione in via Flaminia». Spionaggio e affari. Appalti e barbe finte. In questo contesto Santovito, diventato capo del Sismi, nel 1978 presenta a Valori due libici che lo possono aiutare a ottenere commesse nei Paesi arabi: Salem Moussa e Ladheri Azzedine. In quegli anni, spiega Valori, Italstrade puntava a realizzare ponti e strade in Libia e la diga di Karakaya in Turchia. Ma evidentemente i due libici avevano in corso affari anche più pericolosi, perché Azzedine viene trovato morto, nel 1980, a Milano. «Lessi dai giornali che era morto. Certamente non di morte naturale», dichiara Valori a verbale. Ma nega di aver avuto a che fare con triangolazioni di armi: «Mai fatto da intermediario tra la Libia e la Fiat. Escludo di essermi mai interessato a commesse per la vendita di aerei o di armi alla Libia. Mai concluso affari di missili e aerei G47». Ammette però di aver mosso i primi passi all’ombra di Francesco Rota, direttore generale del San Paolo di Torino prima, della Fiat poi. E di avere, trentenne, redatto per la Fiat «analisi finanziarie internazionali sul mercato sudamericano, francese ed europeo». Ed è costretto ad ammettere di avere avuto a che fare con la società finanziaria Sophinia, in affari con il mondo arabo. «Avevo poco più di trent’anni», sottolinea Valori. «Vi ero entrato su invito di Davide Pellegrini, vecchio amico del Quirinale». Di più, non dice.

5. Amiche toghe
Forte dei suoi rapporti particolari, Valori procede nella sua carriera di boiardo di Stato. Lo scandalo P2, nel 1981, lo colpisce, ma solo di striscio: sulle liste di Castiglion Fibocchi è scritto: «Valori Giancarlo. Professore. Espulso». La Commissione parlamentare presieduta da Tina Anselmi riesce a sentirlo il 7 aprile 1983, solo dopo molte insistenze di alcuni commissari, e solo in seduta segreta. Pochi i commissari che lo bersagliano di domande vere; tra questi, Rino Formica, Giorgio Pisanò e Libero Riccardelli. Formica è convinto che Valori faccia traffico d’armi per i Servizi; Pisanò e Riccardelli ritengono che Valori sia stato la mente che, per vendette interne al gruppo P2, ha fatto scoppiare lo scandalo dei petroli, fornendo le informazioni sulla truffa (già nota ai servizi segreti) a due magistrati di Treviso, Domenico Labozzetta e Felice Napolitano. Valori, come al solito, nega. Ma i commissari insistono, sono convinti che Valori sia temuto da nemici e amici perché è in grado di arrivare a dossier riservati e di scatenare indagini giudiziarie. Valori durante la seduta continua a negare, ma fuori dall’aula non gli dispiace essere temuto. Contatti con magistrati ne ha tanti, e dove non ne ha gli piace che gli altri pensino che li abbia. Del resto, proprio da un magistrato ha iniziato la sua carriera: coltivando, per incarico della Rai, le relazioni con il procuratore generale di Roma Carmelo Spagnuolo che aveva appena avocato, strappandola al magistrato naturale, un’indagine su irregolarità contabili dell’ente radiotelevisivo di Stato. I contatti tra Valori e Spagnuolo sono intensi. Al termine, l’indagine sulla Rai è archiviata. Poi per agganciare i magistrati si inventa un’associazione: l’Istituto per le relazioni internazionali, che ha organizzato convegni invitando personalità (da Guido Carli a Ugo La Malfa, da Frondizi al governatore della Banca d’Israele David Oroviz) e coinvolgendo una folla di giudici.
Temeva Valori anche Romano Prodi, due volte presidente dell’Iri e quindi suo «superiore». Il primo mandato lo definì «il mio Vietnam»: tra i vietcong che gli facevano la guerra c’era anche Valori, ai tempi vicepresidente della Sme, la finanziaria agroalimentare dell’Iri. Prodi, che non vuole piduisti attorno, nel 1984 non lo ricandida ai vertici dell’azienda. Valori riesce però a farsi collocare alla presidenza della Sirti, una società della Stet, che allora era presieduta da Michele Principe (anch’egli iscritto alla P2). E promette vendetta. è lui infatti il sospettato numero uno del siluro sparato in quegli anni contro Prodi: un’inchiesta giudiziaria del procuratore romano Luciano Infelisi su Nomisma, la società di consulenza di Prodi a Bologna. Intanto Valori nel 1987 torna alla Sme, come presidente della Gs (supermercati). E nel 1990, spinto dal nuovo presidente dell’Iri Franco Nobili, si siede finalmente sulla agognata poltrona di presidente della Sme. Poi, nel 1995, nominato dal presidente dell’Iri Michele Tedeschi durante il governo Dini, diventa il Signore delle Autostrade.

6. Vip, cene e giornali
Non è solo Cesare Romiti affezionato alle presentazioni dei suoi libri (una biografia di Ceausescu, una di Ben Gurion, il volume L’eredità di Mao, i saggi La pace difficile, Quattro scritti sulla pace nel mondo, La privatizzazione delle aziende dei servizi pubblici...). Sono tante, tantissime le personalità che corrono ai Valori-show, allietati dalla presenza di Carlo Rossella nella veste di presentatore, dell’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga che arriva a braccetto con l’ex amministratore dell’Alitalia Giovanni Bisignani, del produttore Vittorio Cecchi Gori sorridente, dell’ex presidente della Corte costituzionale Antonio Baldassarre, del ragioniere generale dello Stato Andrea Monorchio, del segretario della Uil Pietro Larizza (calabrese, dunque come Valori tifoso del ponte sullo Stretto). E di tanti, tanti altri. I giornali sono abituati a trattarlo con i guanti. I grandi quotidiani gli recensiscono i libri e raccontano con toni da Agenzia Stefani le cronache delle presentazioni infarcite di vip. Il Messaggero ospita i suoi articoli in prima pagina. E Panorama per lui ha inventato, in un numero del febbraio scorso, il genere giornalistico del «doppio servizio»: a pagina 70 un articolo di Marcella Andreoli che racconta le imbarazzanti telefonate (intercettate) tra il cardinale di Napoli Michele Giordano e Valori, alla ricerca di sostegni per Telon, un suo consorzio di telefonia («Eminenza, se entriamo noi, la Nokia apre uno stabilimento anche ad Avellino...»), con il direttore dell’Osservatore romano Mario Agnes che su Valori lancia comunque avvertimenti al cardinale («Vostra eminenza deve sapere che questo è Loggia nel senso stretto del termine...»); e a pagina 113 una entusiastica intervista di Tino Oldani allo stesso Valori sui suoi mirabolanti progetti nelle telecomunicazioni, dal titolo Valori della New economy («Rispondo con le stesse parole usate da Bill Clinton nel recente seminario di Davos...»). Valori è un professionista del contatto, un Nobel dei rapporti, un sacerdote delle pubbliche relazioni. Scrive lunghe lettere vergate a mano («Carissimo...») anche a chi ha visto una volta soltanto, non dimentica un compleanno, un anniversario, un’inaugurazione dell’anno giudiziario. Sembrerebbe non aver altro da fare che organizzare cene, incontri, presentazioni, convegni, inaugurazioni, messe votive, concerti di Natale. Specialista in lauree honoris causa, a fine febbraio (secondo quanto ha scritto il quotidiano Il Mattino di Padova) ha voluto far concedere al capo della Polizia Fernando Masone la cittadinanza onoraria di Padova, dove è sindaco la sua amica Giustina Destro. Ogni tanto, però, l’aggancio salta. Come quella volta che aveva organizzato una cena, in un albergo vicino all’aeroporto di Torino Caselle, a conclusione del funerale del dipendente della Società Autostrade morto nel rogo del Tunnel del Monte Bianco. Quando ha saputo che era stato invitato anche il magistrato che stava indagando sulla sciagura, il presidente dell’Iri (da cui Autostrade dipendeva prima della privatizzazione) Gian Maria Gros-Pietro ha fiutato che l’incontro non era opportuno ed è volato a Roma.

7. Valori, ultimo atto
C’è stato, in verità, qualche magistrato che Valori non l’ha incontrato a cena, ma l’ha convocato per interrogarlo, nel corso di qualche indagine delicata. Domenico Sica ed Ernesto Cudillo sulla P2, Carlo Palermo sui traffici d’armi, Rosario Priore sui suoi rapporti con i Paesi arabi, nel contesto dell’inchiesta sulla strage di Ustica. Invece il pool Mani Pulite, che ha fatto un’ecatombe dei suoi colleghi boiardi, non ha trovato nulla contro di lui. L’unica ombra di Tangentopoli che lo ha sfiorato è un versamento di 150 milioni nel giugno 1991; ne parla, al sostituto procuratore di Milano Francesco Greco, Giuseppe Garofano, allora presidente della Montedison: «Si è trattato di un versamento da me effettuato a favore di Valori Giancarlo Elia, attuale presidente della Sme, che all’epoca aveva prestato consulenze professionali alla Montedison. Il Valori mi chiese di erogare la somma in nero e per contanti, per motivi fiscali». Invece di darli, i soldi, come gli altri boiardi che finanziavano i partiti, questa volta lui li prende. Ma i magistrati di Mani Pulite non trovano ulteriori conferme e del resto il versamento in sé non costituisce reato, a parte la presunta evasione fiscale e la bizzarria, per un manager pubblico, di fornire consulenze a un’industria privata concorrente. Mani Pulite non è riuscita a togliere niente a Valori, Valori invece ha portato via qualcosa a Mani Pulite: Angelo Alfonso, già segretario del procuratore di Milano Francesco Saverio Borrelli, diventato collaboratore del Signor Autostrade. Dopodiché, superata d’un balzo l’era di Tangentopoli, Giancarlo Elia Valori si è presentato all’appuntamento con le privatizzazioni. Non troppo puntuale, magari, con qualche frenata, ma alla fine la sua Sme è andata ai privati. La Cirio-Bertolli-De Rica a una sconosciuta finanziaria nelle mani di uno sconosciuto finanziere, Saverio Lamiranda, che compra e subito rivende il latte a Sergio Cragnotti e l’olio all’Unilever. La plusvalenza realizzata dallo spezzettamento, così, non va nelle casse dello Stato, ma chissà dove. Poi è la volta degli Autogrill, che sono conquistati dalla famiglia Benetton. Passato alle Autostrade, Valori compie il suo capolavoro: prima frena, sostenendo che le autostrade sono troppo importanti perché lo Stato non mantenga un ruolo nel settore, poi si dà da fare per venderle alla cordata capeggiata dai Benetton e da Franco Caltagirone (quello della Vianini costruzioni e del Messaggero), mantenendo salda la poltrona e intatto il suo potere. Ci riesce. Aprendosi al «nuovo che avanza». Intanto le sue relazioni internazionali si sono consolidate. Ha progetti autostradali negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, in Francia. In Israele vuole realizzare «l’autostrada della pace». In Corea vuole unire le due capitali, finora nemiche, del Nord e del Sud. Nella sua casa romana continua a ospitare personaggi di caratura internazionale, come quel Joachim Bitterlich, consigliere di Helmut Kohl per la politica internazionale, che vi passò in un momento delicato, quando l’Italia premeva per entrare nell’Euro e la Germania di Kohl frenava. Ora Valori ha cancellato dalla sua bibliografia sul Who’s who il libro su Ceausescu, ha dimenticato le amicizie strette con libici e arabi, e punta tutto sui rapporti con Israele. L’unica donna della sua vita, la madre Emilia, per la quale fa celebrare una grande messa ogni anno, il 15 novembre 1998 ha ottenuto l’onore di avere un albero (un ulivo) piantato nel Giardino dei Giusti, a Gerusalemme, dove sono ricordati i non ebrei che hanno aiutato il popolo ebraico. Motivazione: Emilia Valori durante la Resistenza salvò dalle deportazioni numerose famiglie ebraiche. Durante la cerimonia a Gerusalemme, Shimon Peres in persona ha sottolineato «il grande ruolo che Giancarlo Valori ha svolto nel riconoscimento reciproco tra Israele e la Cina». Grazie alle sue relazioni con i dirigenti cinesi, infatti, Valori ha posto le premesse per il primo viaggio di Peres a Pechino, nel maggio 1993. Dieci anni prima, Valori è stato protagonista di un’azione che gli israeliani non dimenticheranno mai. Così la racconta lui stesso, interrogato a proposito dal giudice Priore: «Nel 1988 mi attivai per la liberazione di tre ostaggi ebrei francesi catturati dagli iraniani in Iran. La richiesta mi pervenne da amici francesi di ambiente governativo che mi dissero trattarsi di un “caso umano”. Mi rivolsi al presidente della Corea del Nord, Kim Il Sung, da me conosciuto nel 1975 allorché per la Rai mi recai in Estremo Oriente per allacciare contatti utili all’apertura di uffici». Il contatto funziona, gli iraniani liberano gli ostaggi, Valori è insignito dal presidente francese François Mitterrand della Legion d’Onore, da esibire sul revers della giacca nelle grandi occasioni, accanto al nastrino di Cavaliere di Gran Croce conferitogli da Cossiga. Con tutti questi onori e con tutta la sua storia, oggi Giancarlo Elia Valori progetta il suo futuro, in un mondo che non è più quello in cui si muoveva Fiore di Loto. Gli piacciono gli onori accademici, ama gli ambienti internazionali, strizza l’occhio alla new economy, forse fa un pensierino alla politica. Comunque non vuole uscire di scena. Sarebbe contrario alla sua religione, quella del Potere. (gb)

martedì 29 luglio 2008

Cosa puoi fare in 25 minuti?

Il comitato spontaneo di cittadini per l'acqua pubblica di Velletri ha fatto un simpatico esperimento: abbiamo chiamato il numero verde di Acea Ato 2 (800 - 130 335) per misurare l'efficienza del gestore idrico in una giornata dove è mancata l'acqua in vari punti del centro storico della città.

Sono stati 25 minuti di attesa...

In 25 minuti puoi leggere l'ultimo capitolo di un libro indimenticabile, puoi parlare con tuo figlio sulla sua prima fidanzata, puoi finalmente sistemare i tuoi cassetti, puoi incontrare l'amore della tua vita, puoi chiaccherare con il tuo migliore amico...

Ma, invece, a Velletri, 25 minuti li passi aspettando che il call center di Acea Ato 2 ti risponda "purtroppo è saltato tutto!".

Scrivete nei commenti cosa si può fare in 25 minuti.

PS: nella versione integrale dell'audio c'è anche la biografia completa di Vivaldi. Ascoltare per credere. Durata del video: 3 minuti e 19 secondi.



martedì 22 luglio 2008

Sette domande ad Acea sulla bolletta dell'acqua

Il comitato spontaneo di cittadini per l'acqua pubblica di Velletri, dopo l'arrivo delle prime bollette da Acea Ato 2 Spa, ha elaborato una prima serie di osservazioni.

1. Mancata lettura annuale del 2007
Il disciplinare tecnico - parte integrante della Convenzione di gestione - stabilisce al punto 13.1 che il gestore è obbligato ad effettuare almeno una lettura dei contatori all'anno. Tale norma garantisce, infatti, una corretta applicazione delle tariffe relative alle eccedenze idriche, che sono proporzionali al consumo.
Acea Ato 2 ha comunicato che effettuerà le letture dei contatori a partire dal mese di Ottobre, inviando successivamente la fattura con il calcolo delle eccedenze. La lettura sarà dunque relativa a un anno e 11 mesi circa, considerando che l'ultima lettura effettiva è avvenuta tra il novembre e il dicembre 2006. Se venisse applicato il calcolo delle eccedenze su questa lettura, una parte del consumo verrebbe fatturato utilizzando illegittimamente una eccedenza più alta, e quindi più cara. Facciamo l'esempio di una famiglia che consuma mediamente 300 MC/anno. In un anno avrebbe 150 MC di eccedenza (300 di consumo - 150 di minimo impegnato già pagato con il canone): andrebbe quindi a pagare 100 MC in prima eccedenza (al costo di 0,6774 euro/MC) e 50 MC in seconda eccedenza (al costo di 0,9908 euro/MC). Se invece il consumo di un anno e undici mesi venisse considerato dopo un'unica lettura come un unico conguaglio, la stessa famiglia si troverebbe a pagare di più, visto che - ad esempio - parte del consumo in prima eccedenza cadrebbe nelle eccedenze superiori.
E' per questo che il gestore è obbligato contrattualmente a effettuare almeno una lettura all'anno.

2. Mancata informazione sulla tariffa vigente
La prima tariffa di Acea Ato 2 per il Comune di Velletri è stata pubblicata il 28 febbraio del 2008 (BURL n. 8/2008). La tariffa pubblicata era identica a quella comunale, in vigore fino al 2006.
Nel maggio del 2008 (BURL n. 19 del 21 maggio 2008) sono state pubblicate le nuove tariffe relative al 2007, con un aumento dell'intera articolazione tariffaria. Queste tariffe non sono state al momento pubblicate sul sito dell'Ato 2 o sul sito di Acea Ato 2 Spa. I cittadini di Velletri hanno ricevuto il piano tariffario in vigore solo a luglio 2008.
In sostanza è stato utilizzato un servizio essenziale quale l'acqua senza poter sapere quale tariffa sarebbe stata applicata.

3. Mancato rispetto della fatturazione semestrale
Sempre al punto 13.1 del disciplinare tecnico, viene prevista una fatturazione almeno semestrale. La fattura ricevuta dai cittadini di Velletri ha incluso integralmente il canone annuale relativo al consumo minimo di 150 MC obbligatorialmente fatturato (denominato canone nell'articolazione tariffaria).
La fatturazione semestrale garantisce ai cittadini con reddito basso la possibilità di poter pagare l'acqua senza avere difficoltà economiche. Nel caso di Velletri, inoltre, la fattura è arrivata in concomitanza con il pagamento della Tarsu, creando disagi.

4. Mancata comunicazione ai cittadini del nuovo regolamento d'utenza
I cittadini di Velletri non hanno ricevuto e non conoscono il nuovo regolamento d'utenza dell'Ato 2, applicato dal gestore. Non sanno, ad esempio, che Acea Ato 2 Spa può sospendere la fornitura in caso di mancato pagamento della bolletta.
Molte clausole prima vigenti con la fornitura comunale sono radicalmente cambiate, ma nessuno ha informato i cittadini.

5. Mancato invio della Carta del Sistema Idrico Integrato
La Carta del SII è l'elenco dei diritti/doveri del gestore e del cittadino che usufruisce dell'acqua potabile e del sistema di fognatura. E' un documento molto importante, dove si stabiliscono i livelli di servizio che Acea Ato 2 deve garantire. Se il cittadino non la riceve, non può conoscere i propri diritti.

6. Errori nelle cifre indicate sulla fattura
La fattura inviata contiene errori macroscopici che se non corretti comporteranno aumenti non legittimi della tariffa applicata. Il costo al MC del canone fognatura, ad esempio, viene indicato nella fattura a 0,888 euro, mentre la cifra corretta è dieci volte inferiore, 0,0888 euro. Quanto è affidabile il software che gestisce il calcolo delle fatture?

7. Mancata applicazione della tariffa sociale
La convenzione di cooperazione dell'Ato 2 - che è il documento madre che regola la nuova gestione da parte di Acea Ato 2 Spa - all'articolo 3 prevede tra l'altro "la tutela dei cittadini non abbienti da attuare attraverso meccanismi di compensazione tariffaria". Tale documento è stato siglato da tutti i Comuni il 9 luglio del 1997 ed è stato votato dal consiglio comunale di Velletri nel 2005. I Comuni dell'Ato 2 hanno cioè affidato il servizio idrico integrato ad Acea con la precisa clausola di far pagare meno i cittadini di basso reddito. Ad oggi questa norma di giustizia e solidarietà non è rispettata.

Il comitato spontaneo per l'acqua pubblica di Velletri è aperto a tutti i cittadini per aiutarli a far valere i propri diritti con Acea Ato 2 Spa. Ci vediamo ogni mercoledì alle 17.30 presso il dopolavoro ferroviario, di fianco alla stazione FS di Velletri.

domenica 13 luglio 2008

Acqua, Marrazzo bacchetta l'Acea «Più impegno nella distribuzione»

In visita a Velletri per inaugurare l'estate veliterna e la ristrutturata sede del fondo antico, il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo si è trovato di fronte a una protesta pacifica contro gli inceneritori «produttori di morte» e contro Acea, il gestore dell'idrico a Velletri e nella zona dei Castelli romani.

Marrazzo non si è sottratto al dialogo e, seppur colto di sorpresa, ha cercato di dare delle risposte alla cittadinanza. «Avevo nei miei occhi Napoli - ha detto rispondendo ai manifestanti - e non potevo permettere che la nostra regione finisse così. Non ci saranno danni alla salute. La raccolta differenziata era sì un primo passo ma non sufficicente a fronteggiare l'emergenza rifiuti».
E sulla crisi idrica ha aggiunto: «Il problema dell'acqua lo stiamo affrontando in primo luogo con una massimizzazione degli investimenti tramite fondi europei. Siamo la Regione che tra il 2007 e il 2013 spenderà di più, circa 300 milioni di euro. In secondo luogo dico che le politiche idriche devono guardare subito al problema. Ci vuole una politica integrata perchè l'acqua è un bene primario. E quindi se qualcuno ha preso una concessione e fa pagare anche alcuni costi agli utenti, quel qualcuno - ha detto riferendosi evidentemente ad Acea Ato2 - deve capire che deve fare degli investimenti che consentano la distribuzione. Fondamentale è poi avere una cultura della non dispersione dell'acqua, e qui mi appello ai cittadini».
Molti cittadini sostengono che da quando la gestione dell'idrico è passata ad Acea si è tornati indietro di anni: «Semplicemente assurdo - ha commentato una donna - per noi sono aumentati i costi ma il servizio è peggiorato. Parlare al telefono con dei responsabuili di Acea è un terno al lotto, per non parlare della risoluzione del problema, lontana anni luce. Non sanno dove mettere le mani, non sono in grado di gestire un servizio così importante. Vivo in via di Rioli - ha continuato - e non abbiamo acqua: per lavarmi devo andare da mia sorella che vive in centro, eppure le tasse e le bollette le pago regolarmente».
Marrazzo ha poi parlato dell'importanza dei festeggiamenti dell'estate. «Si deve capire che non esiste solo l'estate romana - ha commentato il governatore - siamo una regione che cerca di essere sempre accanto ai comuni. I Castelli sono, a mio avviso, uno dei territori sui quali bisogna investire. Sarebbe un grave errore non puntare su questo lembo di terra baciato da dio per un rilancio del turismo. E per adesso la Regione ha ancora molto da recuperare».

Michela Galuppo (Il Tempo, 13/07/08)

Crisi idrica, accuse ad Acea

sabato 12 luglio 2008

Sindaco, liberaci da Acea

Lettera aperta al sindaco di Velletri Fausto Servadio

La nuova amministrazione comunale sta imparando a proprie spese come sono cambiati i rapporti di forza e le decisioni nella gestione dell'acqua da quando il Consiglio Comunale nel 2005 ha ceduto il sistema idrico alla multinazionale ACEA.
Qualche settimana fa Acea aveva rassicurato il Comune sulla rateizzazione delle bollette, sul piano di rientro per la contaminazione dei pozzi dovuta alle alte concentrazioni di arsenico, vanadio e altre sostanze e sul piano di normalizzazione del flusso di acqua.
Sull'emergenza idrica pochi giorni fa la stessa Acea ha annunciato che "starebbe attuando tutte le misure per contenere i disagi, inclusa la predisposizione di un piano che prevede turni di fornitura idrica nei comuni sotto emergenza idrica".
La realtà è differente, visto che in pochissimo tempo il comune di Velletri è stato obbligato a bypassare la multinazionale dell'acqua e chiedere direttamente l'intervento del prefetto di Roma.
Perchè?
Come mai l'amministrazione comunale non è stato allertata in tempo dal gestore sull'imminente emergenza idrica?
Come è possibile che la situazione sia precipitata in così poco tempo, senza che ci fossero state particolari condizioni climatiche come la siccità (dopo vari anni i mesi di maggio e giugno hanno visto un ritorno in quantità delle pioggie) e l'aumento della temperatura (che tuttora rientra nella normalità, anzi, per la prima volta dopo anni abbiamo avuto una primavera molto fredda)?
C'è poi la questione arsenico, che è sicuramente grave. Secondo l'assessore Moretti 11 pozzi su 12 non sono a norma e la stessa Acea ammette che la situazione è molto difficile.
Come mai soltanto poche settimane fa il gestore ha chiesto la deroga? Perchè nessuno ha informato la popolazione sulla reale qualità della acqua per uso umano?
Ricordiamoci che se è vero che il sistema idrico è gestito completamente da Acea, è pur vero che il Sindaco è il responsabile della salute pubblica cittadina.
Purtroppo questo è soltanto l'inizio di un rapporto di forza tra il potere pubblico - e perciò l'intera città di Velletri - e il gestore privato.
Acea non rispetterà mai gli interessi della popolazione; decreterà lo stato fatiscente della rete idrica e con questo argomento farà pagare ai cittadini gli investimenti.
Con la scusa dell'emergenza, le garanzie ambientali e democratiche diveranno semplici "cavilli burocratici" da evitare con affidamenti diretti degli appalti. Chi garantirà la trasparenza degli investimenti? Un Comune disarmato che non ha più il potere di chiedere al gestore di garantire un flusso minimo di acqua?
Da anni il movimento per l'acqua pubblica segue da vicino il comportamento delle multinazionali come ACEA: dove l'acqua viene privatizzata l'azienda aumenta le bollete, non applica una vera tariffa sociale, manca la trasparenza e il potere pubblico viene messo sotto scacco dall'interesse economico.
Caro Sindaco il problema dell'acqua potrà essere risolto solo con la partecipazione diretta di tutta la popolazione, senza abbassare la testa di fronte alla multinazionale ACEA, che in Honduras come a Velletri tratta i cittadini come clienti/sudditi.
Riproponiamo quindi al sindaco Servadio, ai componenti della giunta e a tutti i consiglieri di creare un tavolo permanente di consultazione con la popolazione sulla questione idrica. Certe scelte sono troppo importanti e il coinvolgimento diretto della popolazione è essenziale.
Chiediamo che vengano resi pubblici i dati aggiornati sulla qualità dell'acqua, perché non vogliamo bere un'acqua non sicura per la nostra salute.
Chiediamo che il Sindaco, la giunta e il consiglio comunale si impegnino ad ottenere una tariffa equa, visto che paghiamo una delle bollette più care del Lazio (circa il doppio rispetto a Roma).
Vogliamo ricordare come nel piccolo paese di Bassiano il sindaco sia sceso in piazza con la fascia tricolore insieme alla sua popolazione per difendere l'acqua. Vogliamo ricordare come in tanti comuni italiani oggi i Consigli Comunali stiano votando il ritorno alla gestione pubblica dell'acqua, dopo aver sperimentato sulla propria pelle cosa significa la gestione privata dell'acqua.

Caro Sindaco, scenda in piazza con noi, non lasci sola la popolazione di Velletri.

sabato 31 maggio 2008

SUEZ vuole aumentare la sua quota in ACEA


Tra le utilities corre Acea (+1,71%): dopo la cessione di Distrigas a Eni, secondo La Stampa, i francesi di Suez gia' presenti nel capitale della municipalizzata romana puntano a rafforzare la propria presenza. (Radiocor)

Velletri. Ridotto il flusso alla zona 167

Circa 80 famiglie residenti nella zona 167 di Velletri stanno ricevendo l'acqua a singhiozzo. Il disservizio è stato già comunicato dagli abitanti al servizio guasti di ACEA, che non ha risolto il problema.

Frosinone. Verso il ritorno all'acqua pubblica

Il Consiglio Comunale di Frosinone, mercoledì 28 ha approvato all’unanimità la relazione della Commissione Consiliare straordinaria istituita sei mesi fa per verificare la gestione di ACEA AT0 5 S.p.A. del Servizio Idrico Integrato e che aveva assunto le argomentazione dei comitati di quartiere e delle associazioni formalmente ascoltate.

Il dispositivo finale della delibera, da mandato al sindaco di contestare i seno all’autorità d’ambito tutti gli inadempimenti del gestore e di promuovere in seno all’Autorità d’ambito la rescissione per colpa della convenzione;

Sollecita la restituzione ai cittadini di quanto fatturato da Acea sulla base delle illegittime deliberazioni dell’Autorità d’ambito.

Richiede la convocazione di un Consiglio Straordinario aperto a tutti gli altri 85 sindaci dell’ATO finalizzato alla promozione di ogni possibile azione a tutela dei cittadini e alla verifica della possibilità di costituzione di Consorzi Intercomunali per il ritorno alla gestione pubblica dell’Acqua.

Questo risultato è particolarmente significativo in quanto giunge dopo un pesantissimo fuoco di sbarramento fatto dal Presidente dell’Amministrazioni Provinciale (PD), da alcuni sindaci della consulta l’Ambito (sempre PD), da Filcem Cgil e Fimca Cisl, dalla stessa Acea e dai vertici del PD.

domenica 4 maggio 2008

ACEA, aumentano gli utili del 14%

Roma, 29 apr. (Apcom) - Conti e dividendo in crescita per Acea. Il bilancio al 31 dicembre 2007 approvato oggi dall'assemblea degli azionisti ha registrato un utile netto di 167,4 milioni di euro, in aumento del 13,6%. In miglioramento i ricavi a 2.583 milioni (+18,1%) e redditività (Ebitda a 528,5 milioni +11,4% e Ebit a 323,4 milioni +11,3%). L'assemblea ha inoltre approvato la distribuzione di un dividendo pari a 0,62 euro per azione, in crescita del 14,8% rispetto all'esercizio precedente. La data di stacco cedola è il 19 maggio e il pagamento avverrà il 22 maggio. Nel corso del 2007 sono stati effettuati investimenti per 379,9 milioni a fronte dei 293,4 milioni del 2006. In crescita l'indebitamento finanziario che è passato da 1.197,6 a 1.419 milioni.

All'assemblea erano presenti 113 azionisti pari al 72,23% del capitale. La compagine azionaria di Acea è composta dal Comune di Roma con il 51% del capitale, Suez (8,6%), Schroders Investments (4,97%), Pictet Investments (4%), Francesco Gaetano Caltagirone attraverso la Fincal (2,98%). Il flottante è pari al 28,85%.

Commentando i dati, il presidente della società Fabiano Fabiani ha sottolineato che c'è stato "un passo annuo stabilmente a due cifre con una crescita costante e affidabile. Se anche questa volta i risultati corrisponderanno alle previsioni - ha detto - Acea avrà compiuto un decennio di forte crescita dei più significativi aggregati come non era mai accaduto nella sua storia".

Velletri, ancora guasti alla rete idrica

Domenica 4 maggio i velletrani si sono svegliati ancora una volta senz'acqua. Il numero di telefono del servizio guasti di ACEA (800.130.335) ripete all'infinito che i tecnici stanno intervenendo.
Fatto sta che la situazione è ormai insostenibile.

Velletri paga la tariffa idrica più cara dell'ATO 2 del Lazio, con un servizio indecoroso. E ACEA intasca milioni di utili.

ACEA? No grazie!

Il Comitato apre le porte ai cittadini di Velletri

Dopo il passaggio della gestione dell’acqua ad ACEA ATO 2 Spa, la situazione della distribuzione idrica a Velletri non è migliorata, anzi. Gran parte del centro continua a ricevere l’acqua a singhiozzo, mentre nessuna informazione chiara viene fornita dal gestore sul rispetto dei parametri di legge per l’arsenico e il vanadio, nonostante il problema sia stato segnalato dallo stesso garante regionale lo scorso anno.

ACEA ATO 2 – di fronte ad un utile milionario – ha diminuito gli investimenti previsti, senza comunicare alla città come e quando vorrà affrontare e risolvere i macroscopici problemi dell’acqua.

Il passaggio al gestore – il cui capitale privato è posseduto in parte dalla multinazionale francese Suez – comporta anche un cambiamento delle norme che regolano le tariffe. Anche se all’inizio il costo dell’acqua (che a Velletri è tra i più cari del Lazio, quasi il doppio rispetto a Roma) non subirà aumenti, il futuro non è certo roseo. Tutti gli investimenti del gestore verranno infatti pagati dai cittadini attraverso le tariffe, che dovranno sempre e comunque garantire gli utili per ACEA. Il nuovo regolamento idrico considera poi l’acqua come un bene commerciale, che potrà essere staccata se non si riesce a pagare la bolletta, a prescindere dai motivi.

Nei prossimi giorni dovrebbero arrivare le prime bollette ACEA, a più di un anno dal passaggio al nuovo gestore. Quanto saranno trasparenti le nuove bollette? Verranno fatte tutte le letture o verrà stimato il consumo? Con che parametri? Sarà possibile rateizzare l’importo, che considerando il periodo di mancata fatturazione, sarà elevato? Chi aiuterà i pensionati, i precari, le famiglie monoreddito?

Il comitato spontaneo per l’acqua pubblica di Velletri sta già da mesi studiando quali iniziative intraprendere per poter garantire a tutti il bene primario dell’acqua, come difendere i cittadini da clausole capestro (come ad esempio la sospensione della fornitura dell’acqua, a prescindere dai motivi del mancato pagamento) e come poter ridare alla cittadinanza e ai suoi rappresentanti il potere di decidere sulla gestione dell’acqua a Velletri.

Il comitato spontaneo per l’acqua pubblica si è costituito al di fuori dei partiti politici e vuole rappresentare e tutelare gli interessi di tutti i cittadini. E’ quindi aperto al contributo di tutti, con l’unico saldo principio di respingere la gestione privata dell’acqua.

Il comitato vuole fin da subito divenire un punto di ascolto e di consulenza immediata e gratuita per tutti quelli che dovessero avere dubbi o problemi relativamente al servizio idrico. Pensiamo che insieme sarà possibile far sentire la nostra voce.

IL COMITATO E’ APERTO AI CITTADINI DI VELLETRI IL MERCOLEDI’, DALLE 17.30, PRESSO IL DOPOLAVORO FERROVIARIO (STAZIONE FS VELLETRI).

martedì 25 marzo 2008

IL 5 APRILE ASSEMBLEA CITTADINA PER L'ACQUA PUBBLICA

Per discutere di acqua pubblica e di servizi pubblici locali, invitiamo tutta la popolazione ad una assemblea pubblica per Sabato 5 aprile 2008, ore 17, presso la Sala Micara (Corso della Repubblica, vicino a Porta Napoletana, Velletri).

giovedì 13 marzo 2008

ACEA. A Sud e Action occupano la sede centrale

Questa mattina alle ore 11.00 attivisti delle Ass. Action ed A Sud hanno occupato la sede centrale di ACEA in Piazzale Ostiense, contestando le scelte e la gestione di questi ultimi anni.
Una municipalizzata che dovrebbe avere come sua principale funzione garantire il diritto all’acqua ai cittadini ed alle cittadine di Roma preferisce invece costruire il prossimo inceneritore ad Albano, dopo quelli di Terni e San Vittore, causando le dure proteste delle popolazioni locali, piuttosto che garantire qualità e investimenti nel servizio idrico integrato.

Negli ultimi mesi infatti tre depuratori di ACEA – Castelnuovo,Monterotondo e Fonte Nuova – sono stati chiusi dal Corpo Forestale per inquinamento da arsenico, i cui livelli superavano di 6 volte i limiti consentiti per legge mettendo a repentaglio la salute pubblica.

Esiste inoltre il rischio di collasso dell’ecosistema della valle dell’Aniene, denunciato più volte dai cittadini, causato dall’eccessivo sfruttamento da parte di ACEA dell’acquedotto del Simbrivio.

Così come sono mancati in questi anni investimenti importanti di manutenzione della rete idrica cittadina mentre molti sono stati i lavoratori licenziati o esternalizzati.

Il processo di privatizzazione iniziato nel 1998 ha poi permesso alla multinazionale Suez di controllare l’8,6% di ACEA, al presidente della ACEA di sedere nel Cda della multinazionale francese ed ad un membro del comitato esecutivo di Suez di sedere nel Cda di ACEA.

La Suez, secondo gestore mondiale di servizi idrici, con la sua politica punta a trasformare il diritto all’acqua in una merce come le altre ed è accusata in numerosi paesi del mondo di precludere l’accesso all’acqua a milioni di persone e di causare gravissimi danni all’ambiente.

Politica che anche ACEA ormai porta avanti in Armenia, Perù e in Honduras, dove dal 2004 la popolazione locale si oppone alla privatizzazione dell’acqua imposta dall’impresa.

Mentre in città i candidati Sindaci discutono su quanto ancora privatizzare quella che era la più importante impresa capitolina, l’azione simbolica di questa mattina afferma come il più grande investimento per la città, la sicurezza e la salute dei cittadini sia ripubblicizzare ACEA riportandone il controllo nelle mani dei cittadini.

Questa iniziativa vuole essere il contributo delle Ass. Action ed A Sud alla tre giorni per la difesa dei beni comuni promossa dai movimenti nel Lazio.

A Sud e Action

martedì 11 marzo 2008

Acea e Suez. L'alleanza "segreta"

L'antistrust ha recentemente condannato ACEA e SUEZ per aver violato le regole del mercato:
a) che le società che le società Acea S.p.A. e Suez Environnement S.A. hanno posto in essere un’intesa restrittiva della concorrenza ai sensi dell’articolo 81 del Trattato CE, che ha avuto per oggetto e per effetto un coordinamento delle rispettive strategie commerciali nell’ambito del mercato nazionale della gestione dei servizi idrici;
b) che Acea S.p.A. e Suez Environnement S.A. si astengano in futuro dal porre in essere comportamenti analoghi a quelli oggetto dell’infrazione accertata, dando comunicazione all’Autorità delle misure a tal fine adottate entro novanta giorni dalla notifica del presente provvedimento;
c) che Acea S.p.A. e Suez Environnement S.A., con specifico riferimento a quanto stabilito dall’articolo 13 del patto parasociale intercorrente tra i soci di Publiacqua S.p.A., procedano ad adottare misure idonee al fine della sua eliminazione e in ogni caso si astengano dal darvi attuazione, dando comunicazione all’Autorità delle misure a tal fine adottate entro il termine di cui al punto precedente;
d) che, in ragione della gravità dell’infrazione di cui al punto a), alle società Acea S.p.A. e Suez Environnement S.A. vengano applicate sanzioni amministrative pecuniarie pari rispettivamente a 8.300.000 euro e a 3.000.000 euro.
Il documento dell'antitrust descrive ampiamente la storia dell'accordo tra ACEA e Suez. Una lettura fondamentale per capire come funziona oggi il mercato dell'acqua.

Comitato acqua pubblica Velletri. Le ragioni del nostro impegno

Dal novembre 2007 è iniziato il processo per la costituzione di un Comitato spontaneo di cittadini con lo scopo di analizzare e discutere la gestione del ciclo integrato delle acque nel Comune di Velletri. La stessa discussione è in corso a livello di Castelli Romani, con l’obiettivo di costituire un vero e proprio coordinamento dei diversi gruppi che stanno affrontando il tema acqua da Ciampino a Lariano.
Queste note sono la sintesi delle prime analisi e delle prime discussioni avvenute all’interno dei Comitati. Costituiscono ancora un’analisi preliminare, una sorta di canovaccio delle questioni più urgenti.
Esistono due livelli – tra loro coordinati – di lettura: un livello istituzionale, che cerca di capire il quadro istituzionale di gestione delle risorse idriche attuale, il processo che ha portato all’affidamento dei servizi idrici integrati ad ACEA, le garanzie per la popolazione e la qualità intrinseca del gestore; un livello di analisi della qualità del servizio e del costo finale per i cittadini, considerando che i Castelli Romani soffrono ormai da anni di una cronica “emergenza” idrica, con problemi di tassi elevati di alcuni metalli nelle acque potabili (ad esempio l’Arsenico) e di mancanza di una fornitura costante in molte città.
Dobbiamo sottolineare, preliminarmente, che la questione “acqua” è strettamente legata al concetto di democrazia e di reale governo del territorio.
I Comuni dell’ATO 2 hanno di fatto e di diritto abdicato ad ogni possibile governo del ciclo delle acque, perdendo ogni potere di pianificazione e di controllo. Gli investimenti e la qualità del servizio vengono infatti decisi altrove. Il socio privato di ACEA, con il 49% delle azioni, grazie alla corporate governance decisa dal gruppo, ha di fatto un potere di scelta garantito, con pochissime – se non nulle – forme di controllo.
Se è vero che tale quadro istituzionale è presente in molte parti d’Italia dove il sistema idrico è stato affidato a aziende completamente private o miste pubblico-private, nel caso specifico dell’ATO 2 c’è una importante (e preoccupante) novità. ACEA Spa è stata di fatto accreditata fin dalla costituzione dell’ATO come gestore multi-utility, che potrà in futuro occuparsi di tutti i servizi pubblici. Già oggi ACEA sta intervenendo come gestore nel settore waste-to-energy (produzione di energia attraverso i rifiuti) nella cordata che ha proposto la costruzione dell’inceneritore di Albano. La criticità della gestione dei rifiuti nei Castelli Romani (vedi ad esempio la crisi della Volsca Ambiente e del Consorzio Gaia) fa immaginare un probabile ingresso di ACEA in questo settore. Il gruppo romano ha infatti recentemente acquisito alcune aziende specializzate nel trattamento dei rifiuti. La SAO, ad esempio, che era socia della Volsca Ambiente, è stata rilevata da ACEA Spa nel giugno del 2006. ACEA è poi una solida alleata di AMA (gestione rifiuti del Comune di Roma) e della Pontina Ambiente, dell’avvocato Cerroni, padrone indiscusso dei rifiuti nel Lazio, in Italia e in molti paesi nel mondo.
La gestione dell’acqua, dunque, è sicuramente il cavallo di Troia per arrivare alla privatizzazione di fatto di gran parte dei servizi pubblici. E’ dunque essenziale capire se il modello ATO 2-ACEA garantisce o no l’equità delle tariffe, la sicurezza e trasparenza degli investimenti, l’accesso dei cittadini e delle amministrazioni comunali alle decisioni strategiche che dovranno essere prese. Va sottolineato, in questo senso, che il territorio dei Castelli Romani è sottoposto ad una pressione urbanistica e di popolazione straordinaria, anche grazie al flusso migratorio dalla città di Roma. Il progetto di sostituire la Provincia con l’Area Metropolitana è in realtà già operativo: chi decide che acqua bere, dove fare i depuratori, quanto pagare, che aria respirare, se riciclare i rifiuti o bruciarli inquinando, tutto questo non è più deciso dai Sindaci e dai Consigli Comunali, ma da un Consiglio di Amministrazione di una società quotata in Borsa.

E' nato il Comitato per l'Acqua Pubblica di Velletri

Il Consiglio Comunale di Velletri, il 23 marzo del 2005 ha votato all’unanimità la cessione dei servizi idrici della città ad Acea S.p.a. che ha, tra i soci, la Suez e Caltagirone

Con l’accordo approvato, i comuni perdono ogni potere decisionale sulla gestione dell’acqua (tariffe, investimenti, ecc.). Per esempio, in caso di disservizi i cittadini non possono più rivolgersi al comune

Con il nuovo contratto, ACEA staccherà l’acqua a chi non può pagare. A Roma hanno già inziato...

ACEA ATO 2 ha avuto nel 2006 54 milioni di utili e nello stesso periodo ha diminuito gli investimenti del 6,9%. Tutti gli investimenti di ACEA verranno pagati dai cittadini con le bollette

ACEA non divulga i dati sulla qualità dell’acqua dei nostri rubinetti. I controlli sono effettuati nei laboratori di loro proprietà

Tutto questo è stato deciso all’unanimità da tutti i partiti che compongono il Consiglio Comunale senza discutere nulla con la cittadinanza

Molti comuni stanno decidendo di ripubblicizzare l’acqua dopo i forti aumenti delle bollette e la pessima gestione dei privati

L’acqua non è una merce, ma un bene essenziale e comune
Noi che faremo?

MANIFESTAZIONE NAZIONALE PER L’ACQUA PUBBLICA
APRILIA, DOMENICA 16 MARZO, ORE 14

ASSEMBLEA CITTADINI DI VELLETRI
PER DISCUTERE DELL’ACQUA
VELLETRI, SALA MICARA, SABATO 5 APRILE, ORE 17.00