sabato 13 giugno 2009

Un po’ di chiarezza su acqua e servizi pubblici

Tra pochi giorni il consiglio comunale dovrà discutere la proposta presentata dai cittadini di Velletri che chiede di ritornare alla gestione pubblica dell’acqua. E’ dunque bene che siano chiari i principi che stanno alla base di questa scelta.

Che significa bene comune?

E’ un bene che appartiene a tutta la collettività, senza distinzioni economiche, sociali o di altro tipo. Nel caso concreto dell’acqua questo principio ha conseguenze importanti: nessuno e per nessun motivo può rimanere senza un’acqua di qualità! E questo è un principio sancito a livello mondiale dall’Onu e dall’organizzazione mondiale della sanità.

L’attuale gestione di Acea rispetta questo principio?


Assolutamente no. Dal 2006 a Velletri l’acqua non è più considerata un bene comune. Chi non può pagare la bolletta, ad esempio, perderà il diritto a lavarsi, a dissetarsi, a cucinare. Nel regolamento idrico approvato dal consiglio comunale nel marzo del 2005 – quando venne deciso il passaggio ad Acea – è prevista la sospensione del servizio in caso di morosità, anche per chi non ha la possibilità economica. Per Acea l’acqua è un servizio che deve generare lucro per gli azionisti.

Chi ha deciso tutto questo?

Tutti i politici della nostra città. Nel 2005 il consiglio comunale approvò all’unanimità (ovvero con tutti i voti dei presenti) il passaggio alla gestione di Acea. Nessuno informò la cittadinanza.

Il comune può rivedere questa decisione?

Certo! La costituzione (articoli 5 e 118) determina con chiarezza quali sono le competenze dei Comuni. I servizi pubblici essenziali devono essere gestiti dai poteri locali. Tra l’altro il trattato di Lisbona (ovvero una delle carte fondamentali dell’Unione europea) stabilisce che sui servizi pubblici essenziali non si applicano i principi della concorrenza. Questo significa che la gestione deve rimanere pubblica.
Il consiglio comunale ha dunque la possibilità giuridica – e l’obbligo morale - di rivedere la decisione del 2005.

Acea ha però promesso tanti investimenti…

Gli investimenti previsti nei comuni dei Castelli romani sono contenuti in un accordo chiamato Piano d’ambito. Analizzando le cifre stanziate per il nostro comune si capisce il bluff: per la nostra città l’investimento medio annuo pro capite è di sei euro! Sei euro all’anno per persona non è una cifra decente. La media nazionale è ben sei volte superiore!
Non solo. Questi pochi soldi non sono neanche sicuri. Gli investimenti sono infatti solo promessi e possono essere rinviati o rimodulati dal gestore. Se, ad esempio, Acea – che è quotata in borsa – avesse difficoltà di bilancio potrebbero saltare molti investimenti. Il che è già avvenuto, visto che fino al 2006 gli investimenti realizzati sono stati inferiori a quelli programmati.

Chi paga gli investimenti fatti da Acea?


Noi cittadini con le bollette. Acea non mette un solo euro di tasca propria – proprio perché ha come scopo sociale fare utili – e tutti i soldi arrivano dalla tariffa dell’acqua. Anche il profitto di Acea è pagato dai cittadini: per ogni 100 euro investiti, il gestore riceve – per legge – sette euro di profitto garantito, pagato interamente dai cittadini.
Se l’investimento, invece, fosse fatto dal comune, anche attraverso la fiscalità generale, il profitto garantito sparirebbe e aumenterebbe la quantità di fondi per migliorare il servizio.

Il servizio idrico quando era gestito dal comune era però pessimo…


E lo è ancora, anzi, in alcuni casi è peggiorato. Dopo quasi tre anni di gestione di Acea nessuno dei problemi passati è stato risolto. Sono stati mantenuti i contratti precedenti con i pozzi privati e con le società che si occupavano della manutenzione. Non è stato risolto il problema dell’arsenico. Il centro della città continua a ricevere poche ore di acqua al giorno…

Cosa si può fare per cambiare?

Il comitato acqua pubblica di Velletri ha presentato una proposta firmata da centinaia di cittadini per riportare la gestione dell’acqua al legittimo proprietario, ovvero al Comune. Ma con alcune condizioni: la gestione pubblica dovrà essere partecipata e controllata dai cittadini e dovrà basarsi su principi di equità e trasparenza.

Il modello della gestione Acea è fallito a Velletri. E’ di ora di cambiare, subito.

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