di Rossella Anitori
INTERVISTA. A colloquio con Roger Aertgeerts, responsabile Acqua e igiene dell’Organizzazione mondiale della sanità. «Il valore massimo consentito è di 10 microgrammi per litro».
E' passato più di un mese ormai da quando la Commissione europea ha respinto la richiesta di deroga inoltrata dall’Italia per l’arsenico nell’acqua potabile. Dove sono arrivate, le autobotti della protezione civile continuano ad erogare acqua, ma nel resto del Paese il problema è tutt’altro che risolto. Tra gli annunci altisonanti della politica e l’eco delle proteste c’è chi non ha perso l’occasione per gettare fumo negli occhi dei cittadini, sostenendo per esempio che il limite a cui bisogna attenersi sia 20 microgrammi per litro anziché 10. Per fare luce sull’argomento Terra ha intervistato Roger Aertgeerts, responsabile Acqua e igiene dell’Organizzazione mondiale della sanità.
Quale valore dovrebbe osservare l’Italia oggi?
La Direttiva 98/83/Ce del Consiglio del 3 novembre 1998 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano si basa sulle Linee guida Oms per l’acqua potabile. Il valore massimo per la concentrazione di arsenico nell’acqua specificato nella Direttiva, è di 10 microgrammi per litro, ed è lo stesso fissato nelle Linee Guida Oms.
Quali sono i rischi associati con l’ingestione di arsenico?
Evidenze che provengono da studi epidemiologici indicano che il consumo di livelli elevati di arsenico attraverso l’acqua potabile è causalmente associato allo sviluppo di tumori in vari siti, in particolare pelle, vescica e polmone. Tuttavia, resta una considerevole incertezza rispetto alla curva dose-risposta per esposizioni a bassi quantitativi. I composti di arsenico inorganico sono classificati nel Gruppo 1 (cancerogeni per l’uomo) dall’Agenzia internazionale della ricerca sul cancro (Iarc).
Cosa dice l’Oms rispetto a questo?
L’Oms considera che le tecniche di trattamento delle acque, correttamente implementate, dovrebbero essere in grado di raggiungere livelli di arsenico di 5 microgrammi per litro, equivalenti alla metà del valore delle Linee guida.
Massimo Ottaviani ricercatore dell’Istituto di Sanità ha parlato di un “allarmismo ingiustificato” dicendo che la Commissione europea avrebbe interpretato rigidamente le raccomandazioni scientifiche fornite dell’Oms e che in realtà non c’è rischio reale. Che ne pensa?
Le Linee guida sono stabilite nel contesto generale del raggiungimento di target di salute sulla base delle migliori conoscenze scientifiche disponibili. La valutazione finale circa il costo-beneficio risultante dall’adozione di qualsiasi target di salute spetta ad ogni singolo Stato, tenendo anche conto di fattori rilevanti, quali aspetti di fattibilità tecnica delle misure eventualmente necessarie a raggiungere gli obiettivi e costi.
Cosa pensa della decisione dell’Italia di tornare a Bruxelles a chiedere nuove esenzioni, questa volta da 50 a 20 microgrammi per litro?
Il ruolo dell’Oms è di fornire raccomandazioni sulla base delle evidenze scientifiche. L’Oms non esprime opinioni sulle decisioni di singoli governi circa la definizione di standard nazionali per la qualità dell’acqua, né su aspetti associati alla conformità con la legislazione europea.
fonte: Terra
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento