lunedì 13 dicembre 2010

Il 14 DICEMBRE CONFERENZA SINDACI ATO 2 ROMA. CHE FINE HA FATTO L'ARSENICO?

Il presidente della provincia di Roma - in qualità di presidente dell'autorità d'ambito Ato 2 - ha  convocato la conferenza dei sindaci per il prossimo 14 dicembre alle ore 10 presso la Sala Di Liegro della Provincia di Roma, via IV Novembre 119/a.
La conferenza dei sindaci è l'organismo che dovrebbe decidere la programmazione degli interventi per quanto riguarda la gestione dell'acqua nella provincia di Roma. Dunque, quale migliore luogo per discutere della questione arsenico? In realtà domani i sindaci, Acea, il commissario straordinario Massimo Sessa, il garante regionale e il presidente della provincia di Roma parleranno d'altro. All'ordine del giorno hanno inserito alcuni obblighi di legge, sempre rimandati: un'unica tariffa per l'acqua nella provincia di Roma, far pagare finalmente l'acqua secondo il consumo e non a forfait e l'introduzione della tariffa sociale. Al secondo punto dell'ordine del giorno si parla anche di investimenti, ovviamente tutti a carico dei cittadini, perché, si sa, Acea non regala nulla.
Sull'arsenico neanche una parola, come se nulla fosse accaduto. Nessuna comunicazione, nessuna discussione: sindaci, regione e provincia faranno finta di niente, a quanto sembra. Ovviamente nessuna parola - nella convocazione - sulle eventuali responsabilità del gestore, la romanissima Acea.
I comitati acqua pubblica dei Castelli Romani - zona duramente colpita dalle alte concentrazioni di arsenico, vanadio e fluoruro - hanno chiesto alla provincia di Roma di poter assistere all'incontro e di consegnare ai sindaci un breve promemoria sui punti che non funzionano nella gestione dell'acqua, a partire dall'arsenico. Siamo in attesa di una risposta da parte della provincia di Roma.

Ecco il testo del documento che domani verrà consegnato ai sindaci:

AD ACEA I SOLDI, ALLA POPOLAZIONE L’ARSENICO
  • Acea Ato 2 dal 2003  al 2008 ha incassato più di 400 milioni di euro di sola remunerazione di capitale. Con questi soldi anche il comune più povero sarebbe stato in grado di dare acqua di qualità a tutta la popolazione. 
  • Il sistema che voi Sindaci avete scelto prevede, invece, che qualsiasi cambiamento nella tariffa prenda in considerazione PRIMA il Ricavo Garantito di Acea, senza un vero rischio d’impresa per Acea. 
  • I consigli comunali non hanno più nessun potere sulla gestione dell’acqua della propria città. Ormai sono visti come utili obbedienti che balbetano quello che Acea dice loro di balbettare; 
  • Zingaretti ha chiesto ad Acea di anticipare il 50% degli utili per l’emergenza idrica e Acea ha detto NO; gli interessi dei soci vengono prima di quelli della popolazione. Perché nessun sindaco si è ribellato?
  • Perché nessun sindaco partecipa all’assemblea dei soci di Acea Ato 2 chiedendo conto della gestione? 
  • Perché nessun sindaco chiede di poter leggere i verbali dei consigli di amministrazione di Acea Ato 2? 
  • La STO ha fatto una simulazione del parametro MALL, mai applicato, ipotizzando una penale di ben 20 mlioni di euro per Acea. Perché non usare questi soldi subito - e senza oneri per i comuni e i cittadini - per risolvere il problema dell’arsenico?
  • Dal 2003 - anno dell’inizio della gestione di Acea - al 2010 il problema dell’arsenico non è stato risolto, limitandosi spesso a chiedere deroghe su deroghe, fino al paradosso della proroga della deroga. Dopo la decisione della Commissione Europea di respingere la terza deroga, Acea annuncia che il problema dell‘arsenico è stato risolto in pochi giorni. Perché, allora, Acea insiste nel volere una terza deroga? 
  • Dal 2005 esiste un commissario straordinario per l’alto livello di arsenico, vanadio e fluoruro nelle acque dei comuni serviti dal Simbrivio. Sono stati spesi decine di milioni: perché nessuno chiede conto di quanto è stato fatto? Non sarebbe quantomeno opportuno che il commissario presentasse le sue dimissioni?
  • Ormai sono in molti a chiedersi come mai i Sindaci non impongono ad Acea di fare il proprio dovere, ovvero fornire acqua potabile a tutti. E’ compito del gestore dare questa garanzia.
  • Un fondo di 2 milioni di euro per le fasce deboli è assolutamente insufficiente per i 75 comuni (compreso Roma); 
  • 45 milioni di investimenti spalmati in 3 anni dove 30 milioni vanno alla città di Roma e soltanto 15 milioni a TUTTA la Provincia è veramente uno scherzo di cattivo gusto per le popolazioni avvelenate per anni con l‘arsenico, il fluoruro e il vanadio;
  • Di fronte allo scandalo arsenico  che ha colpito decine di comuni, mettendo a rischio la salute delle persone, attaccando l’economia dell’intera area dei Castelli Romani, oggi vengono proposti nuovi aumenti: questo gestore non merita un solo euro in più.
  • Visto che sono i cittadini a pagare gli investimenti di Acea, vogliamo poter controllare ogni euro che  viene speso, vogliamo poter dire quali sono le priorità. L’acqua è un bene comune che non appartiene alle corporation, ai fondi di investimento, o alla mala politica

1 commento:

franciaScaR mbutobionickapra ha detto...

io personalmente starei estremamente attenta ed in guardia a notizie come queste e la porgo alla Vostra attenzione:

http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/10_dicembre_02/batterio-arsenico-science_dda6a74c-fe39-11df-b89b-00144f02aabc.shtml