L'antitrust – quando qualche mese fa sanzionò Suez e Acea – riportò una valutazione della multinazionale francese: il mercato dell'acqua in Italia è una questione politica. Oggi a Velletri questa affermazione è ancora più vera. E' stata una scelta politica l'affidamento del 2005 – votato all'unanimità, dalla destra e dalla sinistra – della gestione dell'acqua alla società per azioni Acea; è stata una scelta politica – votata dal Pd, con l'astensione del Pdl e il voto contrario di sinistra arcobaleno, Udc e Moderati per Velletri – la decisione di respingere la delibera d'iniziativa popolare per dichiarare l'acqua un bene comune, fuori dalle regole del mercato.
Oggi leggiamo che nel dibattito tra Pd e Pdl si parla anche di noi. E' sicuramente un successo dei cittadini, perché prima il tema dei beni comuni e dell'acqua era semplicemente ignorato. Ma serve qualche precisazione.
Acqua pubblica non significa gestione politica del sistema idrico. Ripubblicizzare l'acqua vuol dire creare un meccanismo per la gestione diretta da parte dei cittadini, sul modello della public company. In Europa - ma anche negli Stati Uniti - esistono modelli con una storia estremamente solida, che distinguono chiaramente la politica dalla gestione di una azienda pubblica. Quindi la nostra battaglia è per ricostruire il senso dei beni comuni come minimo comune denominatore della società civile.
Questa politica non ci convince. Riteniamo che la gestione dell'amministrazione comunale degli ultimi dieci anni - o forse più - non abbia puntato al bene della città. A Velletri esistono gruppi di potere che allegramente continuano ad influenzare le scelte di tutte le giunte, sia della cosiddetta destra che della presunta sinistra. Lo scempio del territorio, l'espansione edilizia abusiva e "secondo legge", l'inquinamento costante delle risorse naturali (gli scarichi inquinanti, il peggioramento della qualità dell'acqua, l'inquinamento atmosferico) sono temi trattati - quando va bene - solo nei programmi elettorali e in qualche convegno. Spariscono poi, quasi per miracolo, dall'azione concreta degli amministratori.
Serve l'azione diretta della cittadinanza. Per poter ricostruire una vita sociale, culturale e politica pulita e trasparente riteniamo che l'iniziativa debba ritornare direttamente nella mani dei cittadini. Per questo il cambiamento della gestione del sistema idrico integrato a Velletri doveva passare per una iniziativa popolare. Sappiamo che molti consiglieri erano disponibili a presentare questa iniziativa, ma abbiamo preferito la via dell'azione diretta della cittadinanza e continueremo su questa strada.
Le alleanze false e quelle vere. Dobbiamo chiarire che il Comitato per l'acqua pubblica non ha mai "appoggiato" o sponsorizzato nessuna coalizione. Non siamo contro la politica, anzi. La vera politica è l'impegno civile e la militanza dei cittadini, che non necessariamente deve passare attraverso i banchi del consiglio comunale. Quando gli organi amministrativi perdono di senso, avvitandosi in discussioni opache e incomprensibili, in un gioco di veti incrociati e di più o meno evidenti ricatti, è evidente che i cittadini devono allearsi tra di loro isolando la mala politica, difendendo in prima persona i beni comuni, quali l'acqua, la vivibilità della città, la qualità della vita. Temi che sono stati espulsi dal dibattito politico al quale assistiamo. Quindi nessuna alleanza sarà possibile, per quanto ci riguarda, con i diversi partiti, liste più o meno civiche, coalizioni, gruppi politici esistenti e futuri. La nostra vera alleanza è con tutti quei cittadini che hanno deciso di non stare più a guardare, di non tacere di fronte alla violazione dei diritti fondamentali.
Cosa chiediamo a chi vuole condividere la nostra battaglia. Vogliamo gesti concreti e non propaganda. Chi vuole partecipare al comitato - che è aperto e spontaneo - lo può fare facendo l'unico passo necessario: inviare un reclamo formale ad Acea, contestando la tariffa ingiusta e la pessima qualità dell'acqua. Non serve presentare mozioni in Consiglio comunale promettendo e non mantenendo - come è avvenuto, ad esempio, a luglio, dopo la bocciatura della delibera popolare - prendendo così in giro la popolazione. Non serve dire che il comitato fa un ottimo lavoro per poi non condividere in concreto le battaglie e i rischi.
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