lunedì 26 gennaio 2009

I cittadini di Velletri si riappropriano dell'acqua

Parte il primo febbraio la raccolta firme per presentare in consiglio comunale la deliberazione d'iniziativa popolare per dichiarare l'acqua un bene senza rilevanza economica, iniziando un percorso per ripubblicizzare la gestione che oggi sta nelle mani della multinazionale Acea.

I cittadini di Velletri non hanno più voglia di aspettare i tempi e le mediazioni della politica. L'acqua in questa città da decenni è un'emergenza che fa comodo a tanti. Con l'arrivo del gestore privato – Acea Ato 2 Spa – la situazione è peggiorata a vista d'occhio. Non solo l'emergenza idrica si è aggravata, con interi quartieri della città che ricevono l'acqua poche ore al giorno; non solo la popolazione continua a bere un'acqua con un contenuto di metalli quali l'arsenico che superano i limiti di legge, con un rischio per la salute enorme; non solo gli investimenti promessi non sono mai arrivati...

Di fronte a questa situazione si è creato anche un immobilismo della politica in gran parte dei comuni serviti da Acea Ato 2. Il comune di Velletri, pur avendo inviato delle contestazioni formali accogliendo quanto richiesto dal Comitato Acqua Pubblica, non è poi stato in grado di portare fino in fondo le proprie ragioni, accettando acriticamente quanto veniva imposto a livello provinciale.

Non è colpa del sindaco o degli assessori, che sono espressione ancora di un modo di intendere la politica vecchio, lontano dai cittadini e destinato ad estinguersi. C'è una inconsapevolezza di fondo nelle scelte della precedente e attuale amministrazione comunale...

Per questo la parola ritorna ora ai cittadini, che nessuno consultò nel 2005, quando maggioranza e opposizione all'unanimità votarono per cedere gli impianti ad Acea.

L'iniziativa popolare restituisce la sovranità ai cittadini e al Consiglio Comunale, che è l'organo sovrano della politica della città. Ai consiglieri spetterà poi la responsabilità politica di tornare alla gestione pubblica della distribuzione dell'acqua. Non da soli, come nel passato, ma costituendo un consorzio di più Comuni dello stesso bacino idrico
In sintesi le proposte della deliberazione d'iniziativa popolare sono:


  1. Inserimento nello statuto comunale del principio che l'acqua non è un bene economico e che la sua gestione deve essere pubblica. Si indica la forma del Consorzio tra i comuni dello stesso bacino come forma ottimale di gestione, come prevede, tra l'altro, la legge Galli;

  2. Attuazione immediata di norme per il risparmio idrico, incentivando l'adozione di sistemi per il recupero dell'acqua piovana e il riciclo delle acque grigie;

  3. Delega alla giunta per preparare in 90 giorni un piano per la creazione nell'immediato futuro di un consorzio dei comuni dei Castelli romani per la gestione pubblica dell'acqua; il consorzio dovrà essere gestito attraverso la buona pratica del bilancio partecipato, garantendo ampio potere di controllo alla comunità.

  4. Creazione di una tariffa che garantisca 50 litri di acqua a persona al giorno gratuiti, come indicato dalle Nazioni Unite, disincentivando gli alti consumi e vietando gli sprechi.

  5. Adesione del Comune di Velletri al coordinamento nazionale degli enti locali per l'acqua pubblica.


In sostanza si chiede al Comune di riappropriarsi della funzione di regolazione e di controllo reale del sistema idrico integrato, come previsto dalla Costituzione e dalla stessa legge Galli.

Il problema, infatti, è che il servizio è stato affidato ad un gestore dove il privato ha 35.000.000 di azioni e il comune di Velletri solo una!


Diamo appuntamento a tutti i cittadini per domenica 1 febbraio al centro La passeggiata (zona 167) per firmare la deliberazione per togliere la gestione dell'acqua a chi ha dimostrato di volere solo profitto, dando a Velletri un'acqua di pessima qualità, scarsa e cara!

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