COMUNICATO STAMPA
La provincia di Roma e Acea preparano la
guerra dell’acqua
Il nuovo regolamento degli orrori pronto
per essere votato dai sindaci
Sta circolando in queste ore la bozza
del nuovo regolamento di utenza di Acea Ato 2 spa, che verrà presentato
alla prossima conferenza dei Sindaci. Una serie di norme che rafforza il
potere di Acea di tagliare l’acqua unilateralmente, lasciando centinaia di
famiglie a basso reddito senza un servizio essenziale, creando una situazione
di possibile emergenza sanitaria senza precedenti.
Il nuovo regolamento è un vero scempio
del principio di diritto all’acqua, dove la mercificazione - quella vera,
quella che viene pesata a suon di euro - prevale rispetto al voto chiaro di
milioni di cittadini della provincia di Roma. Un documento elaborato dalla
Segreteria tecnica operativa diretta dall’ingegner Sandro Piotti, pagata con i
soldi delle bollette dei cittadini, che - prima di ogni altra cosa - dovrebbe
prendere atto del risultato referendario. Invece si va in direzione opposta.
All’articolo E.1.6 la bozza del
regolamento continua a mantenere la pratica del distacco per morosità, su
decisione unilaterale del gestore. Anzi, rispetto al regolamento attuale, il
taglio dell’acqua per chi non è in grado di pagare le tariffe illegittime di Acea
- tali sono, visto che continuano a mantenere il profitto eliminato dai
referendum e si basano su un calcolo che non tiene conto del parametro di
qualità - ne esce rafforzato.
Non solo Acea continuerà a mantenere il
diritto unilaterale di tagliare l’acqua a chi vuole: nel nuovo regolamento
si prevede poi “la piombatura” e “la rimozione del contatore” a discrezione del
gestore. Un’azione che fisicamente tende ad eliminare il diritto di accesso
all’acqua potabile.
Le conseguenze sono evidenti. Migliaia di famiglie oggi nella
provincia di Roma non riescono a pagare le tariffe dell’acqua, che hanno subito
aumenti vertiginosi negli ultimi tre anni. Secondo una recente ricerca di
Sant’Egidio, nel territorio della provincia di Roma risiedono circa 100 mila cittadini
che vivono al di sotto della soglia di povertà, che mai potranno pagare le
bollette Acea. Molto spesso abitano in case senza avere titoli legittimi,
ospitati, o con situazioni famigliari complesse, fattori che possono rendere
burocraticamente difficile l‘accesso alle tariffe sociali. Ci sono poi i casi -
di certo non rari - della famiglie che si trovano ad affrontare un periodo
temporaneo di difficoltà economica, non riuscendo - visto l’attuale regolamento
- a richiedere in tempo l’applicazione della tariffa sociale. Si tratta di casi
non rarissimi, che oggi rischiano concretamente di non poter più bere, di non
poter cucinare, di non potersi lavare. C’è poi il caso dei cittadini che -
legittimamente - hanno contestato le bollette per tariffe applicate in maniera
erronea dal gestore (circa 500 famiglie solo nel comune di Velletri) che sono
ora in attesa del giudizio di merito dei magistrati.
Ricordiamo a tutti che il Tribunale di
Latina, anche per i motivi esposti, ha dichiarato nei mesi scorsi vessatoria -
e quindi illegale - la clausola del regolamento idrico dell’Ato 4 che prevede
il distacco per morosità. Correttamente i magistrati hanno sottolineato che prima di esercitare
un’azione di forza di questa portata, il gestore deve obbligatoriamente richiedere
la valutazione di una parte terza, come, ad esempio, il giudice di pace. Se
questo principio giuridico vale per la provincia di Latina, non capiamo perché
non possa essere applicato in tutta la regione Lazio. Un punto, questo,
sul quale chiediamo un pronunciamento urgente e pubblico del presidente
Zingaretti.
Acea con il nuovo regolamento di utenza
riceverebbe poi poteri di accesso alle abitazioni private dei cittadini che non
sono concessi neanche alle forze dell’ordine. Il gestore potrà entrare nelle
proprietà private senza preavviso per controllare contatori che - per legge -
non sono di sua proprietà. La titolarità degli acquedotti fino al misuratore è
infatti dei Comuni, mentre Acea ha esclusivamente una concessione che le
permette di utilizzare la rete, contatori compresi. L’enorme potere che la
bozza di regolamento dunque concede al gestore è sproporzionata e non rispetta
il principio costituzionale della proprietà pubblica del sistema idrico.
La bozza dei nuovo regolamento d’utenza
contiene poi principi inaccettabili, che comporteranno elevati costi per molte
famiglie. Al punto B1.5 si prevede la facoltà per Acea di installare
riduttori di pressione nelle zone dove arriva poca acqua (gran parte dei
Castelli romani, ad esempio). La spesa per la vasca di accumulo - necessaria
per poter usare l’acqua dopo l’installazione dei riduttori - sarà a carico dei
“clienti”, che dovranno esborsare migliaia di euro per i lavori di adeguamento
degli impianti idrici. In sostanza Acea dove non è riuscita a risolvere
la mancanza dell’acqua - dove sono finiti i grandi investimenti promessi? -
spenderà pochi centesimi per ridurre il flusso, caricando i costi delle vasche
e delle pompe alle famiglie.
Il nuovo regolamento degli orrori è
ricco di sorprese. Se la punizione per chi ritarda il pagamento è alta -
rescissione del contratto - quasi nulla accade quando Acea non rispetta i
parametri minimi di servizio. L’articolo B1.7, ad esempio, prevede qualche euro
di rimborso - “senza altro indennizzo di sorta” - in caso di interruzione del
servizio per un periodo superiore ai 15 giorni.
Chiediamo a questo punto una presa di
posizione ferma e chiara da parte dei Sindaci, che nei prossimi giorni saranno
chiamati a discutere questa bozza di Regolamento di utenza. Votare queste
norme significherà firmare una cambiale in bianco ad Acea, aprendo le porte
ad una vera e propria guerra dell’acqua, con pattuglie di tecnici inviati nelle
case dei cittadini più bisognosi armati di sigilli e tagliatubi. Chiediamo
poi una parola di chiarezza al presidente della provincia Nicola Zingaretti che
subito dopo il risultato del referendum commentò: “I cittadini hanno avuto
una grande capacità di giudizio e hanno compreso l’importanza che questo voto
avrebbe avuto per il futuro imminente del nostro Paese”. Ora è arrivato il
momento della verità: da che parte si schiererà la politica? Con le grandi
multinazionali o a fianco dei cittadini?
Coordinamento Comitati Castelli Romani
per l'acqua pubblica
(Albano Laziale, Ariccia, Cave,
Ciampino, Frascati. Genzano, Grottaferrata, Lanuvio, Lariano, Marino, Rocca
Priora, Velletri)
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