lunedì 27 giugno 2011

La risposta di Acea ai referendum: tagliare l’acqua a chi non può pagare

La vera faccia della gestione privata dell’acqua la stanno conoscendo
bene i cittadini di Velletri in questi caldi giorni di estate. Forse
scontenta del risultato del voto referendario, Acea Ato 2 Spa sta
mandando i tecnici a tagliare l’acqua alle famiglie in difficoltà
economica, che non sono in grado di saldare le bollette. Non guarda in
faccia a nessuno, Acea. Francesco C., quarant’anni, accudisce la madre
con una invalidità permanente. Vivono insieme in una casa popolare da
50 metri quadri e per loro l’acqua è vitale. La madre di Francesco
deve essere lavata più volte al giorno e non può rimanere con i
rubinetti a secco neanche poche ore. Nonostante questo, Acea ha
sigillato il contatore di questa famiglia di Velletri la scorsa
settimana.
Francesco C. aveva ricevuto una fattura da 1200 euro, dopo tre anni di
silenzio da parte del gestore idrico della provincia di Roma. Dal 2007
Acea ha emesso solo quest’unica fattura cumulativa, con una cifra
improponibile per una famiglia a basso reddito. Eppure il disciplinare
tecnico allegato alla convenzione di gestione obbliga Acea ad inviare
fatture almeno ogni sei mesi, a tutela delle persone più disagiate.
Nonostante questa palese violazione delle norme contrattuali, la
multinazionale romana ha sigillato il contatore, bollando come moroso
Francesco.
Questo caso non è isolato. Sono centinaia le famiglie di Velletri e
dei Castelli Romani che si trovano nell’impossibilità di pagare la
fornitura dell’acqua potabile, e che ora rischiano di vedersi
sigillare il contatore.
L’organizzazione mondiale della sanità ha stabilito già da anni che
tutte le persone hanno diritto ad almeno 50 litri di acqua al giorno,
soglia minima vitale. Il distacco dell’utenza idrica – quando i
cittadini si trovano in una situazione di difficoltà economica – è
un’evidente violazione di questo principio. Il tribunale di Latina già
diversi anni fa aveva stabilito che la clausola contrattuale relativa
alla sospensione della fornitura per morosità è vessatoria. In quel
caso l’ordinanza del giudice si riferiva ad Acqualatina, ma è chiaro
che questo principio debba valere per tutti i cittadini, tanto che è
stato richiamato dall’ufficio del garante regionale delle risorse
idriche della regione Lazio in una comunicazione inviata ad Acea lo
scorso anno. E di certo la situazione di queste famiglie non mette a
rischio l’equilibrio economico finanziario del gestore, visto che Acea
ha avuto un utile nel 2010 di 58,8 milioni di euro.
L’arroganza di Acea va fermata: nessuno può vivere senza acqua potabile.
Chiediamo quindi che il presidente dell’Autorità d’Ambito Nicola
Zingaretti si attivi immediatamente chiedendo la sospensione dei
distacchi nella provincia di Roma. Serve anche un atto di
responsabilità da parte dei sindaci, che – soprattutto dopo i 27
milioni di Si all’acqua pubblica – devono decidere da che parte stare.
Il sindaco di Velletri si limita a chiamare il gestore caso per caso
cercando di elemosinare piani di pagamento insostenibili. Eppure il
consiglio comunale aveva votato un anno fa una mozione d’indirizzo –
promossa dal Comitato acqua pubblica - che obbligava la giunta a
chiedere la revisione del regolamento di utenza, vincolando
l’eventuale distacco per morosità ad una decisione di una parte terza
(ad esempio il giudice di pace). Nonostante questo l’amministrazione
comunale di Velletri non ha mai chiesto che questo tema fosse discusso
in Assemblea dei Sindaci.

Forum italiano dei movimenti per l’acqua
Comitato romano acqua pubblica
Comitato acqua pubblica Velletri

1 commento:

Anonimo ha detto...

SONO UNA MAMMA CON 3 FIGLI A CARICO, COME TANTI FACCIO FATICA AD ARRIVARE ALLA FINE DEL MESE, OGGI MI HANNO TAGLIATO L'ACQUA..E NON SO COME FARE, NE X BERE NE X CUCINARE NE PER FARCI IL BAGNO, E PER NON DIRE DELGLI ODORI NEL BAGNO...SONO ALLA DISPERAZIONE ANKE PERCHE FINO AL PROSSIMO STIPENDIO MANCANO PIU DI 15 GG...PRIMA NON RIESCO NON HO I SOLDI...