domenica 13 febbraio 2011
Comunicato stampa su situazione arsenico
Abbiamo atteso, con pazienza, sperando che la legalità prevalesse. Eravamo fiduciosi, sicuri che sul tema della salute dei cittadini le istituzioni - Comune, Provincia e Regione - avrebbero avuto il coraggio di prendere decisioni serie e coraggiose. Così non è avvenuto.
Ieri il Sindaco di Velletri Fausto Servadio ha revocato l’ordinanza che vietava l’acqua nelle zone di Colle Ottone e Rioli, emanando un nuovo parziale divieto. La zona rossa si è spostata in via Colle dei Marmi.
Questa ordinanza è ancora una volta monca, incompleta e non rispettosa della legge 31 del 2001, che da dieci anni è regolarmente disattesa dai governi locali e nazionali.
Ecco perché:
l’ordinanza del sindaco non dichiara la non potabilità dell’acqua in una zona dove il limite di legge per l’arsenico viene superato, limitando il divieto d’uso ai bambini fino ai 3 anni e alle donne in stato di gravidanza. Tutti gli altri si possono avvelenare senza grandi preoccupazioni. Questa decisione è oggi ancora più grave, visto che il ministero della salute ha già ufficialmente recepito la decisione della Commissione Europea del 28 ottobre 2010, che non concede deroghe alla regione Lazio.
I due pozzi incriminati di via Colle dei Marmi avrebbero dovuto essere a norma già da un anno. Il piano di rientro di Acea presentato nel maggio del 2008 prevedeva la realizzazione di un potabilizzatore in quella zona entro il secondo semestre del 2009. Perché il Comune di Velletri non ha formalmente contestato questa grave mancanza di Acea? Perché la società romana - quotata in borsa e con utili milionari - non ha realizzato l’investimento previsto di 300 mila euro per rendere potabile l’acqua della zona servita dai pozzi di Colle dei Marmi?
Lo sforamento dei limiti di legge per l’arsenico nella zona di Colle dei Marmi è noto da tempo al Comune. Perché solo ora il Sindaco emette una ordinanza seppur parziale?
Riteniamo poi estremamente grave che il consiglio comunale non sia stato coinvolto in questi mesi in quella che possiamo definire la principale emergenza ambientale del territorio di Velletri. E in questo caso la responsabilità non è solo dell’attuale giunta, ma dell’intera classe politica della città.
Vogliamo infine ricordare che secondo le normative italiane e comunitarie, il comune di Velletri, la Asl, la provincia di Roma e la regione Lazio dovrebbero:
1) Informare i cittadini della non potabilità dell'acqua;
2) Informare del valore di arsenico contenuto nell'acqua, con numeri definiti, e non approssimativi;
3) Informare sui rischi dovuti alla assunzione e all'accumulo di arsenico;
4) Fornire acqua per uso igienico-domestico per non creare inconvenienti sanitari;
5) Vietare l'uso per acqua potabile a tutti gli utenti, non solo ai bambini;
6) Fornire approvvigionamenti di acqua potabile di buona qualità a tutti gli utenti e alle imprese alimentari;
7) Attuare il piano relativo all'azione correttiva (comprende un calendario dei lavori, una stima dei costi, la copertura finanziaria);
8) Sanzioni previste dall'art. 19 del D/lgs 31/2001, modificato e integrato dal D.lgs 27/2002
9) Applicazione delle penali previste dal contratto con il gestore;
10) Attivazione procedura d'infrazione delle norme comunitarie art. 226 e art. 228 del Trattato CE
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