martedì 11 marzo 2008

Comitato acqua pubblica Velletri. Le ragioni del nostro impegno

Dal novembre 2007 è iniziato il processo per la costituzione di un Comitato spontaneo di cittadini con lo scopo di analizzare e discutere la gestione del ciclo integrato delle acque nel Comune di Velletri. La stessa discussione è in corso a livello di Castelli Romani, con l’obiettivo di costituire un vero e proprio coordinamento dei diversi gruppi che stanno affrontando il tema acqua da Ciampino a Lariano.
Queste note sono la sintesi delle prime analisi e delle prime discussioni avvenute all’interno dei Comitati. Costituiscono ancora un’analisi preliminare, una sorta di canovaccio delle questioni più urgenti.
Esistono due livelli – tra loro coordinati – di lettura: un livello istituzionale, che cerca di capire il quadro istituzionale di gestione delle risorse idriche attuale, il processo che ha portato all’affidamento dei servizi idrici integrati ad ACEA, le garanzie per la popolazione e la qualità intrinseca del gestore; un livello di analisi della qualità del servizio e del costo finale per i cittadini, considerando che i Castelli Romani soffrono ormai da anni di una cronica “emergenza” idrica, con problemi di tassi elevati di alcuni metalli nelle acque potabili (ad esempio l’Arsenico) e di mancanza di una fornitura costante in molte città.
Dobbiamo sottolineare, preliminarmente, che la questione “acqua” è strettamente legata al concetto di democrazia e di reale governo del territorio.
I Comuni dell’ATO 2 hanno di fatto e di diritto abdicato ad ogni possibile governo del ciclo delle acque, perdendo ogni potere di pianificazione e di controllo. Gli investimenti e la qualità del servizio vengono infatti decisi altrove. Il socio privato di ACEA, con il 49% delle azioni, grazie alla corporate governance decisa dal gruppo, ha di fatto un potere di scelta garantito, con pochissime – se non nulle – forme di controllo.
Se è vero che tale quadro istituzionale è presente in molte parti d’Italia dove il sistema idrico è stato affidato a aziende completamente private o miste pubblico-private, nel caso specifico dell’ATO 2 c’è una importante (e preoccupante) novità. ACEA Spa è stata di fatto accreditata fin dalla costituzione dell’ATO come gestore multi-utility, che potrà in futuro occuparsi di tutti i servizi pubblici. Già oggi ACEA sta intervenendo come gestore nel settore waste-to-energy (produzione di energia attraverso i rifiuti) nella cordata che ha proposto la costruzione dell’inceneritore di Albano. La criticità della gestione dei rifiuti nei Castelli Romani (vedi ad esempio la crisi della Volsca Ambiente e del Consorzio Gaia) fa immaginare un probabile ingresso di ACEA in questo settore. Il gruppo romano ha infatti recentemente acquisito alcune aziende specializzate nel trattamento dei rifiuti. La SAO, ad esempio, che era socia della Volsca Ambiente, è stata rilevata da ACEA Spa nel giugno del 2006. ACEA è poi una solida alleata di AMA (gestione rifiuti del Comune di Roma) e della Pontina Ambiente, dell’avvocato Cerroni, padrone indiscusso dei rifiuti nel Lazio, in Italia e in molti paesi nel mondo.
La gestione dell’acqua, dunque, è sicuramente il cavallo di Troia per arrivare alla privatizzazione di fatto di gran parte dei servizi pubblici. E’ dunque essenziale capire se il modello ATO 2-ACEA garantisce o no l’equità delle tariffe, la sicurezza e trasparenza degli investimenti, l’accesso dei cittadini e delle amministrazioni comunali alle decisioni strategiche che dovranno essere prese. Va sottolineato, in questo senso, che il territorio dei Castelli Romani è sottoposto ad una pressione urbanistica e di popolazione straordinaria, anche grazie al flusso migratorio dalla città di Roma. Il progetto di sostituire la Provincia con l’Area Metropolitana è in realtà già operativo: chi decide che acqua bere, dove fare i depuratori, quanto pagare, che aria respirare, se riciclare i rifiuti o bruciarli inquinando, tutto questo non è più deciso dai Sindaci e dai Consigli Comunali, ma da un Consiglio di Amministrazione di una società quotata in Borsa.

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