Alla cortese attenzione del Sindaco di Velletri
Fausto Servadio
E p.c.
All’assessore ai beni comuni del Comune di Velletri
Sergio Andreozzi
Sergio.andreozzi@comune.velletri.rm.it
All’assessore ai servizi sociali
Alessandra Modio
Ale.modio@alice.it modio.ale@gmail.com
Ai capigruppo del Consiglio comunale di Velletri Agli organi d’informazione
Gentile Sindaco,
da circa una settimana Acea Ato 2 spa sta procedendo al distacco di moltissime utenze idriche a Velletri. Secondo alcune indiscrezioni sarebbero 400 i contatori che verranno sigillati nei prossimi giorni. La conseguenza è devastante. Stiamo rischiando di avere un migliaio di persone senza acqua per bere, cucinare, lavarsi, con una situazione igienico-sanitaria preoccupante. Tutto questo avviene in una città – Velletri – dove 3000 persone non ricevono acqua potabile, a causa della contaminazione da arsenico; con un centro cittadino servito a singhiozzo, con prolungate sospensioni della fornitura idrica, che costringono le famiglie a pagare salate bollette elettriche per l’utilizzo dei cassoni di accumulo. C’è di più. Acea sostiene che i distacchi avvengono in caso di morosità. Peccato che la tariffa sociale istituita da ormai tre anni non è stata mai adeguatamente promossa, tanto da far rimanere nella casse del gestore romano più di dieci milioni di euro di contributo di solidarietà mai erogato.
Questi interventi sono illegittimi. Per questi motivi:
Fausto Servadio
E p.c.
All’assessore ai beni comuni del Comune di Velletri
Sergio Andreozzi
Sergio.andreozzi@comune.velletri.rm.it
All’assessore ai servizi sociali
Alessandra Modio
Ale.modio@alice.it modio.ale@gmail.com
Ai capigruppo del Consiglio comunale di Velletri Agli organi d’informazione
Gentile Sindaco,
da circa una settimana Acea Ato 2 spa sta procedendo al distacco di moltissime utenze idriche a Velletri. Secondo alcune indiscrezioni sarebbero 400 i contatori che verranno sigillati nei prossimi giorni. La conseguenza è devastante. Stiamo rischiando di avere un migliaio di persone senza acqua per bere, cucinare, lavarsi, con una situazione igienico-sanitaria preoccupante. Tutto questo avviene in una città – Velletri – dove 3000 persone non ricevono acqua potabile, a causa della contaminazione da arsenico; con un centro cittadino servito a singhiozzo, con prolungate sospensioni della fornitura idrica, che costringono le famiglie a pagare salate bollette elettriche per l’utilizzo dei cassoni di accumulo. C’è di più. Acea sostiene che i distacchi avvengono in caso di morosità. Peccato che la tariffa sociale istituita da ormai tre anni non è stata mai adeguatamente promossa, tanto da far rimanere nella casse del gestore romano più di dieci milioni di euro di contributo di solidarietà mai erogato.
Questi interventi sono illegittimi. Per questi motivi:
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Nei giorni scorsi è stata pubblicata nel Bollettino ufficiale della Regione
Lazio la legge 4 aprile 2014, numero 5 “Tutela, governo e gestione
pubblica delle acque”, proposta, tra gli altri, dal consiglio comunale di
Velletri. All’articolo 2 si legge: “La disponibilità e l’accesso individuale e
collettivo all’acqua potabile, in attuazione dei principi costituzionali, sono
garantiti in quanto diritti inalienabili e inviolabili della persona”; ne
deriva il principio che nessuno può essere lasciato senza accesso all’acqua
potabile (vedi allegato 1).
-
Il regolamento d’utenza attualmente utilizzato da Acea per
procedere ai distacchi è ampiamente superato e – da circa due anni – è
in fase di revisione da parte della conferenza dei Sindaci.
3. Il tribunale di Latina negli anni passati si era espresso ritenendo
vessatoria la clausola del distacco per morosità senza l’intervento di una
parte terza (ad esempio un giudice di pace).
Questi principi sono ormai consolidati. Citiamo, a titolo d’esempio, la posizione espressa dal difensore civico del comune di Pescara (vedi allegato 2) che in un parere dello scorso 5 marzo affermava: “(omissis) non può ritenersi legittima la risoluzione unilalerale del contratto di fornitura e, dunque, la sospensione dell'erogazione dell'acqua: la morosità dell’utente non è ragione che possa ex se giustificare la sospensione della fornitura di un bene primario come l'acqua”. E ancora: “la sospensione della fornitura del servizio non può ritenersi rimedio proporzionato, anche sotto il profilo dell’articolo 1460 del Codice civile”.
Che può fare l’amministrazione comunale?
Diversi Comuni italiani hanno già affrontato una situazione simile attraverso lo strumento dell’ordinanza sindacale. E’ evidente, infatti, che la sospensione della fornitura dell’acqua potabile comporta un pericolo igienico-sanitario, che il Sindaco ha l’obbligo di affrontare. Il Comune di Castelluccio dei Sauri (vedi allegato 3) è intervenuto il 21 novembre del 2011 ordinando al gestore AQP il riallaccio dell’utenza idrica di un gruppo di cittadini ritenuti morosi. Le motivazioni riguardavano la mancanza di lavoro e il rischio igienico-sanitario. In maniera analoga hanno agito il Comune di Tuglie (vedi allegato 4) e il comune di Botrugno e altri comuni italiani.
Le chiediamo, dunque, di intervenire con decisione, salvaguardando la situazione igienico-sanitaria dei cittadini di Velletri, bloccando – con opportune ordinanze – le sospensioni delle forniture idriche, garantendo il diritto all’acqua, previsto e tutelato dalla nuova legge della Regione Lazio.
Rimaniamo a sua disposizione per ogni chiarimento,
Il comitato acqua pubblica Velletri
Questi principi sono ormai consolidati. Citiamo, a titolo d’esempio, la posizione espressa dal difensore civico del comune di Pescara (vedi allegato 2) che in un parere dello scorso 5 marzo affermava: “(omissis) non può ritenersi legittima la risoluzione unilalerale del contratto di fornitura e, dunque, la sospensione dell'erogazione dell'acqua: la morosità dell’utente non è ragione che possa ex se giustificare la sospensione della fornitura di un bene primario come l'acqua”. E ancora: “la sospensione della fornitura del servizio non può ritenersi rimedio proporzionato, anche sotto il profilo dell’articolo 1460 del Codice civile”.
Che può fare l’amministrazione comunale?
Diversi Comuni italiani hanno già affrontato una situazione simile attraverso lo strumento dell’ordinanza sindacale. E’ evidente, infatti, che la sospensione della fornitura dell’acqua potabile comporta un pericolo igienico-sanitario, che il Sindaco ha l’obbligo di affrontare. Il Comune di Castelluccio dei Sauri (vedi allegato 3) è intervenuto il 21 novembre del 2011 ordinando al gestore AQP il riallaccio dell’utenza idrica di un gruppo di cittadini ritenuti morosi. Le motivazioni riguardavano la mancanza di lavoro e il rischio igienico-sanitario. In maniera analoga hanno agito il Comune di Tuglie (vedi allegato 4) e il comune di Botrugno e altri comuni italiani.
Le chiediamo, dunque, di intervenire con decisione, salvaguardando la situazione igienico-sanitaria dei cittadini di Velletri, bloccando – con opportune ordinanze – le sospensioni delle forniture idriche, garantendo il diritto all’acqua, previsto e tutelato dalla nuova legge della Regione Lazio.
Rimaniamo a sua disposizione per ogni chiarimento,
Il comitato acqua pubblica Velletri