venerdì 19 giugno 2009

A Viterbo la Regione finanzia l'acqua pubblica

La Talete e l'acqua pubblica sono salve
Approvata dalla Regione la delibera, arriveranno oltre 8 milioni di euro


La Regione Lazio ha approvato la delibera che permetterà alla Talete di essere risanata e di iniziare quel percorso virtuoso per cui era nata per gestire l’acqua pubblica, ovvero uno dei settori più importanti sia dal punto di vista economico che, visti i tempi che corrono, valoriale.
Entro il 2009 arriveranno quindi alla Talete un milione e cinquecentomila euro. Nel 2010 saranno 3milioni di euro, nel 2011 altri 3 milioni di euro. Non basta. A questi oltre 7 milioni di euro si aggiungerà un altro milione e mezzo di euro che la Regione Lazio rastrellerà sul mercato finanziario. Come dire, insomma, che La Pisana crede profondamente all’acqua pubblica e al progetto Talete, disegnato e sostenuto dalla presidenza Corbo.
Ed è proprio il presidente Roberto Corbo ad esprimere tutta la soddisfazione per un percorso in cui si è speso con convinzione e determinazione. Un percorso che si conclude ma che, per altri versi, inizia proprio in questo momento.
“E’ una fase importante e forse decisiva – dice infatti il presidente di Talete - di cui non si può non essere estremamente soddisfatti. Vorrei perciò ringraziare tutti gli attori che hanno contribuito al raggiungimento di questo obiettivo: i sindaci che hanno fatto la loro parte confrontandosi con una realtà profondamente diversa da quella di dodici anni fa, cioè da quando si erano fermate le tariffe. Poi ancora l’Ato e la Provincia a cui va riconosciuto un ruolo di regia, il Comune capoluogo che ha saputo svolgere fino in fondo la sua parte e la società che ha saputo costruire e predisporre una base certa su cui andarsi a confrontare in Regione e con tutti gli altri interlocutori”.
“Una sfida è stata vinta – conclude Corbo – ed avrà ricadute positive in un settore nevralgico per tutto il territorio. Ma altre sfide ci attendono e noi, tutti, saremo ancora qui con le maniche rimboccate.

(da Viterbo Oggi)

Iniziativa popolare? "La massa va educata", rispondono in consiglio comunale

Questa sera si è conclusa la discussione sulla proposta d'iniziativa popolare per l'istituzione del difensore civico a Velletri. Era stata presentata da una lista civica, che ha anticipato di qualche giorno la nostra deliberazione per l'acqua pubblica, messa in calendario per fine luglio.
Era importante assistere, sia per il tema più che nobile, sia per vedere che succede in consiglio comunale quando sono i cittadini a presentare direttamente delle proposte.
Diciamo subito che la prposta d'istituzione del difensore civico è stata bocciata dalla maggioranza del Pd. Hanno invece votato a favore il centro destra - che è all'opposizione - e il consigliere della sinistra arcobaleno Sergio Andreozzi, che, pur stando in maggioranza, ha avuto il coraggio di non accettare gli ordini di scuderia.
Ma la serata ha insegnato molto sul senso della democrazia che alcuni consiglieri hanno. Vale la pena raccontarla.
Quando si sta avvicinando il momento del voto, un consigliere della minoranza, Gianni Cerini, dichiara che voterà a favore del difensore civico e, a fine luglio, della proposta per la ripubblicizzazione dell'acqua: "Voterò anche contro Acea Ato 2", spiega con chiarezza.
E' il finimondo. Dai banchi del Pd si alza un consigliere - di cui non conosciamo il nome - e comincia a gridare contro il consigliere Cerini (come si vede dalla foto). Appare chiaro che la seduta di oggi è prodromica alla prossima discussione sulla delibera che cercherà di far inserire nello statuto comunale il principio che l'acqua non è un bene economico, chiedendo alla giunta di preparare un progetto per la costituzione di un consorzio pubblico per il bacino idrico dei castelli romani.
Il partito democratico è teso. E' paradossale respingere una proposta presentata dai cittadini su un tema che non può che essere condivisibile, come l'istituzione del difensore civico. E sa di avere in calendario la discussione sulla ripubblicizzazione dell'acqua.
Prende la parola Sandro De Santis, ex Dc, ex Margherita e oggi consigliere del Pd. Argomenta, spiega, e poi conclude: "La massa va educata". Ovvero, se il popolo si sbaglia e presenta un'iniziativa che a lui non piace, qualcuno la dovrà pur educare...
Un membro del comitato promotore della delibera commenta a voce alta - e con una certa ragione -: "Io da te non mi faccio educare". E' un attimo e il consigliere De Santis scende dal banco e si scaglia verso il gruppo dei promotori, cercando di raggiungere chi lo aveva criticato.

Vi mostriamo la fotosequenza, perché rende l'idea del rispetto per il consiglio comunale, per le idee diverse, per la democrazia diretta.


I vigili urbani cercano di trattenerlo...


Urla contro il comitato promotore...


Alla fine viene trattenuto dai suoi compagni di partito.


E non finisce qui. I vigili urbani, dopo essere intervenuti, cercano di identificare le persone. Il rappresentante del comitato promotre consegna tranquillamente i documenti. Quando tocca al consigliere del Pd scoppia di nuovo il finimondo. "Si qualifichi", chiede poco gentilmente al povero vigile - in divisa - il consigliere.
Interviene alla fine il sindaco, che cerca di riportare un minimo di calma.
Alla ripresa della seduta, il consiglio boccerà la proposta, 17 voti contro 9.
A fine luglio toccherà al comitato per l'acqua pubblica di Velletri presentare in consiglio la proposta per la ripubblicizzazione del servizio idrico. Chi garantirà la serenità della discussione e il rispetto delle regole democratiche?

mercoledì 17 giugno 2009

Il paradosso della fontanella di Tevola

Fuori sono 30 gradi oggi. Temperature nella norma, così sarà per almeno tre mesi. A Velletri, però, quando il termometro si alza guardiamo verso la montagna. Lì a quota 500 metri passa l’acquedotto del Simbrivio. Tutti ormai si aspettano che a giorni l’acqua inizierà a diminuire. E’ quel pizzico di saggezza contadina che sopravvive anche ai tempi di Acea.
Oggi al centro abbiamo avuto tre ore d’acqua. Oramai è divenuta abitudine svegliarsi sempre alle 6, preparare la lavatrice, la lavastoviglie - scelta obbligata per risparmiare l’acqua - mettere un po’ d’acqua da parte. Verso le 10 il contatore si ferma.
Nel centro di Velletri l’acqua non la beviamo. Abbiamo tra le mani le ultime analisi dell’Arpa: il tassa d’arsenico varia tra i 15 e i 35 microgrammi al litro, quando la dose di sicurezza è di 10 microgrammi. Dunque niente acqua per bere e per cucinare.
Con i trenta gradi di questi giorni in tre persone si possono consumare anche 8-9 litri d’acqua al giorno. Acqua minerale, conservata nella plastica. Quasi cinquanta euro al mese, seicento euro all’anno. Un camion intero di plastica, che ogni 365 giorni una famiglia del centro storico di Velletri produce, che probabilmente finirà incenerita da qualche parte. A Velletri di raccolta porta a porta per ora neanche a parlarne.
Sfogliando le analisi di Acea scopriamo che a contrada Tevola, alle pendici dell’Artemisio, dove passa il Simbrivio, c’è una fontanella preziosa. Nessuna traccia di Arsenico, niente Vanadio, di fluoruri neanche a parlarne. Inodore, insapore, incolore. Semplicemente acqua. Da qualche mese tra amici ci telefoniamo ogni tanto, “ma tu l’acqua dove la vai a prendere?”. Foglietti con indirizzi improbabili, voci, sentito dire. Ma oggi siamo fortunati, l’Arpa ha scoperto la fontanella miracolosa.
Per arrivare a Tevola devi conoscere le strade che si intrecciano nella campagna distrutta da decenni di abusivismo. Sul ciglio della strada incontri i cassonetti sgangherati, con decine di televisioni abbandonate. Da via del Cigliolo si inizia a salire verso la montagna, le bottiglie di vetro ad ogni buca tintinnano, l’aria che entra dal finestrino fa da altimetro. Due, tre, quattro curve, Eccola. La prima sorpresa è il meraviglioso stemma del comune di Velletri. Mihi est libertas papalis et imperialis. Chissà, magari è anche libera da Acea, magari è una piccola enclave, sfuggita alle mappe della multinazionale romana, dalle grinfie della borsa di Milano, dove con le azioni vendono anche un pezzettino del nostro rubinetto. Qualcuno ha avuto l’affetto di sistemarla, di pulirla. Le vasche sono grigie, per il cemento che la ricopre.
Eccolo il rubinetto. Semplice, con la levetta. Scarichiamo le bottiglie e la tanica.
E’ il 17 giugno, e la fontanella magica di acqua pura di Tevola è secca. Spenta, muta, neanche una goccia. Sono le quattro del pomeriggio in una Velletri assolata e Acea ha staccato lo stemma del nostro comune. Insieme all’acqua è andata via la Libertas.

Acea. Serve chiarezza sugli investimenti

Nei giorni scorsi l'assessore ai rapporti con Acea Ato 2 di Velletri Sandro Moretti ha annunciato lo stanziamento di circa 130 milioni di euro d'investimenti per la struttura idrica di Velletri, Genzano e Albano. Probabilmente l'amministrazione comunale di Velletri è in possesso di documentazione o di informazioni differenti rispetto a quelle ufficiali.
L'organo che si occupa della programmazione degli investimenti è la Conferenza dei Sindaci. Nell'ultima riunione gli amministratori hanno discusso e approvato un documento programmatico sugli investimenti, dove sono specificati i fondi disponibili, che saranno utilizzati nei prossimi tre anni. Alleghiamo per maggiore trasparenza il documento ufficiale, approvato anche dalla giunta di Velletri.
Prima di analizzare nel dettaglio la questione degli investimenti, è necessario chiarire fin da subito che la cifra di 130 milioni di euro si riferisce ai 74 comuni della Provincia di Roma attualmente in Ato 2, escludendo il Comune di Roma, che dispone di una linea di finanziamento specifica e privilegiata. Dunque la cifra annunciata dall'assessore Moretti non si riferisce - purtroppo - solo alla zona compresa tra Albano e Velletri, ma all'intero territorio provinciale. E' una bella differenza... Se così non fosse, vorremmo conoscere nel dettaglio i dati in possesso del Comune, visto che gli investimenti li paghiamo noi cittadini.

1. Quanto ha investito Acea fino ad oggi? Quanto doveva essere investito?


Dal 2003 al 2007 (primo quinquennio della gestione dell'Ato 2) Acea Ato 2 Spa ha investito molto meno rispetto a quanto era stato previsto.
Ecco i dati ufficiali:

2003
Investimenti realizzati intero Ato 36.034.707 euro - Investimento previsto da piano d'ambito 43.800.000
Investimenti per i comuni della provincia 2.146.284 euro
Investimenti per il solo Comune di Roma 25.124.136 euro

2004
Investimenti realizzati intero Ato 39.856.322 euro - Investimento previsto da piano d'ambito 53.100.000
Investimenti per i comuni della provincia 4.559.991 euro
Investimenti per il solo Comune di Roma 28.041.216 euro

2005
Investimenti realizzati intero Ato 52.976.771 euro - Investimento previsto da piano d'ambito 68.900.000
Investimenti per i comuni della provincia 10.019.971 euro
Investimenti per il solo Comune di Roma 36.015.028 euro

2006
Investimenti realizzati intero Ato 67.143.414 euro - Investimento previsto da piano d'ambito 81.400.000
Investimenti per i comuni della provincia 24.184.617 euro
Investimenti per il solo Comune di Roma 30.155.389 euro

2007
Investimenti realizzati intero Ato 105.399.885 euro - Investimento previsto da piano d'ambito 86.700.000
Investimenti per i comuni della provincia 34.636.626 euro
Investimenti per il solo Comune di Roma 48.122.160 euro

Appare quindi evidente come nei primi quattro anni gli investimenti realizzati siano stati di gran lunga inferiori a quanto era stato stabilito. Nella conferenza dei sindaci del 5 dicembre scorso la stessa segreteria tecnica operativa dell'Ato 2 ha ammesso che ci sono diversi milioni di euro di mancati investimenti da recuperare.
La seconda considerazione riguarda la distribuzione degli investimenti: la gran parte riguarda la città di Roma.

2. Che opere sono previste per Velletri?


Le opere censite al gennaio 2009 (fonte segreteria tecnica operativa Ato 2) per la nostra città sono:

Escavazione nuovo pozzo nel territorio di Velletri (Pian de Cerri) presso il confine con Rocca di Papa
Costo 300.000 euro

Collegamento nuovo pozzo Pian de Cerri all'alimentazione Colle Tondo serbatoio Calvarione
Costo 828.437 euro

Eliminazione scarichi fuori norma
Costo 2.929.580 euro

Adeguamento depuratore la Chiusa
Costo 6.342.022 euro

Condotta Labico-Velletri (IV lotto I Colli-Colli Illirio) e colleg. Pozzi Doganella
Competenza commissario straordinario emergenza idrica
Costo 6.544.346

In sostanza sono previsti poco più di 10 milioni di euro dell'Ato 2, pagati con le bollette e 6,5 milioni di euro di competenza del commissario straordinario.
Anche aggiungendo i lavori previsti per la realizzazione dei potabilizzatori contro l'arsenico (poco più di 1,5 milioni di euro), la cifra complessiva non raggiunge i 18,5 milioni complessivi, che devono essere spalmati sui 30 anni della concessione. Ovvero 622.000 euro all'anno. Una miseria, considerando che il ruolo idrico a Velletri supera i 5 milioni di euro all'anno.

Di questi soldi Acea non mette un solo euro. Questi investimenti verranno pagati dai cittadini. Abbiamo quindi il diritto dovere di vigilare ed essere informati.

3. Quali sono gli investimenti che mancano?

Come si vede per risolvere l'emergenza idrica Acea continua a scavare pozzi, che offrono acqua poco adatta all'uso umano, a causa dell'alto contenuto di arsenico. Non solo. L'uso dei pozzi sta comportando un forte stress idrico per il bacino dei Castelli romani.
L'investimento prioritario dovrebbe quindi essere il recupero della rete cittadina, che disperde circa il 50% dell'acqua.
Il costo di questo intervento è stato stimato in circa 10 milioni di euro. Basterebbe, in sostanza, investire almeno quanto viene mediamente fatto nel resto del paese, per risolvere radicalmente il problema della mancanza dell'acqua.

Perché il Comune non chiede questo ad Acea?

--
Comitato Acqua Pubblica Velletri

acquapubblicavelletri@gmail.com

sabato 13 giugno 2009

Cosa fare se manca l’acqua. Guida per i cittadini assetati


Dobbiamo ricordarci sempre che avere l’acqua in casa è un diritto fondamentale. Nella nostra città, purtroppo, da anni soffriamo una carenza cronica, con turnazioni non giustificabili, che si protraggono per mesi.
Il comitato acqua pubblica di Velletri vuole quindi dare alcune indicazioni ai cittadini per poter creare una forte pressione sul gestore (Acea) e sugli organi di controllo (Comune, Provincia, Regione, Ato 2).
Ecco cosa fare quando manca l’acqua:
  • 1. segnalare sempre il disservizio, nelle modalità che verranno illustrate. Fatelo tutte le volte che manca l’acqua, anche tutti i giorni se necessario. Gli utenti di Velletri devono diventare l’incubo dei Call center…
  • 2. per prima cosa chiamare il numero verde di Acea per la segnalazione dei guasti 800 130 335. E’ gratuito se chiamate da telefono fisso. E’ importante che la vostra segnalazione sia registrata dall’operatore.
  • 3. Segnalare il disservizio al Comune di Velletri, chiamando il centralino 06 961581, chiedendo di parlare con l’assessorato ai rapporti con Acea Ato 2. Anche in questo caso chiedete che il reclamo sia in qualche maniera registrato.
  • 4. Segnalate quindi il problema al Garante del servizio idrico integrato della Regione Lazio Avv. Raffaele Di Stefano
    Viale del Tintoretto, n. 432 - 00142 Roma
    Il Garante riceve il pubblico esclusivamente previo appuntamento il Lunedì
    Tel 0651689481-0651689475
    Fax 0651689231
  • 5. Segnalate il problema alla Segreteria tecnica operativa dell’Ato 2, all’attenzione dell’ingegner Alessandro Piotti. E’ la struttura che si deve occupare del controllo del servizio idrico. Potete contattarla così: via email ato2@provincia.roma.it ; via fax 06/58522724 ; telefonicamente 06/58522723.
  • 6. Se volete potete mandare la vostra segnalazione anche al comitato acqua pubblica di Velletri via email acquapubblicavelletri@gmail.com ; noi raccoglieremo e elaboreremo tutte le segnalazioni per eventualmente denunciare tutte le inadempienze contrattuali del gestore e gli eventuali mancati controlli.
Tutti i recapiti indicati sono pubblici e disponibili nei siti istituzionali. Ricordatevi che è un nostro diritto protestare – nei limiti democratici – per la mancanza di un servizio idrico decente.

Un po’ di chiarezza su acqua e servizi pubblici

Tra pochi giorni il consiglio comunale dovrà discutere la proposta presentata dai cittadini di Velletri che chiede di ritornare alla gestione pubblica dell’acqua. E’ dunque bene che siano chiari i principi che stanno alla base di questa scelta.

Che significa bene comune?

E’ un bene che appartiene a tutta la collettività, senza distinzioni economiche, sociali o di altro tipo. Nel caso concreto dell’acqua questo principio ha conseguenze importanti: nessuno e per nessun motivo può rimanere senza un’acqua di qualità! E questo è un principio sancito a livello mondiale dall’Onu e dall’organizzazione mondiale della sanità.

L’attuale gestione di Acea rispetta questo principio?


Assolutamente no. Dal 2006 a Velletri l’acqua non è più considerata un bene comune. Chi non può pagare la bolletta, ad esempio, perderà il diritto a lavarsi, a dissetarsi, a cucinare. Nel regolamento idrico approvato dal consiglio comunale nel marzo del 2005 – quando venne deciso il passaggio ad Acea – è prevista la sospensione del servizio in caso di morosità, anche per chi non ha la possibilità economica. Per Acea l’acqua è un servizio che deve generare lucro per gli azionisti.

Chi ha deciso tutto questo?

Tutti i politici della nostra città. Nel 2005 il consiglio comunale approvò all’unanimità (ovvero con tutti i voti dei presenti) il passaggio alla gestione di Acea. Nessuno informò la cittadinanza.

Il comune può rivedere questa decisione?

Certo! La costituzione (articoli 5 e 118) determina con chiarezza quali sono le competenze dei Comuni. I servizi pubblici essenziali devono essere gestiti dai poteri locali. Tra l’altro il trattato di Lisbona (ovvero una delle carte fondamentali dell’Unione europea) stabilisce che sui servizi pubblici essenziali non si applicano i principi della concorrenza. Questo significa che la gestione deve rimanere pubblica.
Il consiglio comunale ha dunque la possibilità giuridica – e l’obbligo morale - di rivedere la decisione del 2005.

Acea ha però promesso tanti investimenti…

Gli investimenti previsti nei comuni dei Castelli romani sono contenuti in un accordo chiamato Piano d’ambito. Analizzando le cifre stanziate per il nostro comune si capisce il bluff: per la nostra città l’investimento medio annuo pro capite è di sei euro! Sei euro all’anno per persona non è una cifra decente. La media nazionale è ben sei volte superiore!
Non solo. Questi pochi soldi non sono neanche sicuri. Gli investimenti sono infatti solo promessi e possono essere rinviati o rimodulati dal gestore. Se, ad esempio, Acea – che è quotata in borsa – avesse difficoltà di bilancio potrebbero saltare molti investimenti. Il che è già avvenuto, visto che fino al 2006 gli investimenti realizzati sono stati inferiori a quelli programmati.

Chi paga gli investimenti fatti da Acea?


Noi cittadini con le bollette. Acea non mette un solo euro di tasca propria – proprio perché ha come scopo sociale fare utili – e tutti i soldi arrivano dalla tariffa dell’acqua. Anche il profitto di Acea è pagato dai cittadini: per ogni 100 euro investiti, il gestore riceve – per legge – sette euro di profitto garantito, pagato interamente dai cittadini.
Se l’investimento, invece, fosse fatto dal comune, anche attraverso la fiscalità generale, il profitto garantito sparirebbe e aumenterebbe la quantità di fondi per migliorare il servizio.

Il servizio idrico quando era gestito dal comune era però pessimo…


E lo è ancora, anzi, in alcuni casi è peggiorato. Dopo quasi tre anni di gestione di Acea nessuno dei problemi passati è stato risolto. Sono stati mantenuti i contratti precedenti con i pozzi privati e con le società che si occupavano della manutenzione. Non è stato risolto il problema dell’arsenico. Il centro della città continua a ricevere poche ore di acqua al giorno…

Cosa si può fare per cambiare?

Il comitato acqua pubblica di Velletri ha presentato una proposta firmata da centinaia di cittadini per riportare la gestione dell’acqua al legittimo proprietario, ovvero al Comune. Ma con alcune condizioni: la gestione pubblica dovrà essere partecipata e controllata dai cittadini e dovrà basarsi su principi di equità e trasparenza.

Il modello della gestione Acea è fallito a Velletri. E’ di ora di cambiare, subito.